Confronto linguistico 2

Creato il 13 marzo 2011 da Weirde
Continua la nostra carrellata sulle traduzioni italiane di alcuni libri, nata per cercare di sedare  i  timori di alcune persone riguardo tagli troppo estesi. In particolare di occuoperemo della collana Blunocturne di Harlequin, con una serie di confronti, tra lingua originale e traduzione italiana.
Oggi ci occuperemo di due libri:

    

Titolo: Demon's Passion

Titolo originale: The darkest lie

Autore: Gena Showalter

Editore: Blunocturne

Serie: Settimo libro della serie Demon of the underworld

Trama:
  In una remota fortezza di Budapest, sei seducenti guerrieri immortali sono legati da un'antica maledizione che nessuno è mai riuscito a infrangere...

Un guerriero costretto a mentire... Una donna disposta a tutto per averlo... La verità è un lusso che Gideon non si può permettere. E che gli crea non pochi problemi con Scarlet, la bellissima custode del demone degli Incubi, che afferma addirittura di essere sua moglie. Lui non ricorda né lei né di essere stato sposato, anche se l'idea non gli dispiace affatto. Quella donna sensuale gli fa ribollire il sangue, ma lasciarla entrare nella sua vita potrebbe trasformarsi in un disastro di proporzioni epiche. Soprattutto ora che il nemico si avvicina, e la verità minaccia di distruggere tutto ciò che ha imparato ad amare.
 

Brano estratto dalla  fine cap. 18  e inizio 19 :  . "Non venire, diavolo, non venire." I suoi fianchi si muovevano allo stesso ritmo delle parole, strofinandosi contro di lei e aumentando il suo piacere. Scarlet fu scagliata di nuovo in cielo. "Non lasciare che ti prenda, ti prego, non lasciare che ti prenda". Probabilmente non aveva mai rivolto ad un'altra una simile implorazione. Il fatto che aspettasse comunque il suo permesso dimostrava il bisogno di rinunciare al controllo ancor più dell'esitante confessione di poco prima. Per quel motivo Scarlet non gli diede ciò che bramava. Non ancora. "Strappami le mutandine, ma non penetrarmi ancora"ordinò. Il pezzetto di stoffa azzurra finì in un attimo sul pavimento. Gideon le afferrò i fianchi e affondò le dita nelle natiche con tanta forza da lasciarle dei lividi. "Non ora?" Rughe di tensione si diramavano dagli occhi e un filo di sangue colava dal labbro inferiore martoriato dai denti. Era al limite, disperato,eppure aspettava ancora il suo permesso. Questo l'eccitò ancora di più, come se non fosse venuta già due volte. "Nelle tue fantasie, cosa volevi fare alle altre ragazze?" chiese. "Altre ragazze. Mi ricordo ognuna di loro" ammise Gideon con voce tesa. "Posso pensare a tutte tranne che a te." Pensava solo a lei. A quel punto non poteva più farlo aspettare. "Entra" ordinò. Lui obbedì di slancio, ruggendo di piacere, ancor prima che l'ultima sillaba avesse lasciato le sue labbra. I loro gemiti divennero uno solo. Era l'orgasmo più intenso che Scarlet avesse mai sperimentato. Perfino le urla e le ombre fremettero e Incubi ululò. Anche Gideon fu scosso e gridò il suo nome, marchiandila come sua. Scarlet avrebbe voluto godersi per sempre quella sensazione meravigliosa, ma in quel momento la porta si  spalancò e due guerrieri fecero irruzione in camera ad armi spianate. CAP.19 Gideon sentì uno schianto e capì che la porta era stata abbattuta. Poi udì un rumore di passi veloci, un'imprecazione del suo amico Kane e un ringhio di Lucien . Immaginava la loro confusione : le ombre scure e guizzanti scaturite da Scarlet riempivano la stanza da un angolo all'altro e le urla che le accompagnavano erano più acute di un megafono e più minacciose di un grido di guerra. "Cosa dobbiamo fare?" chiese Kane. Non riuscivano a vedere oltre alla cortina, era chiaro,e non ci riusciva neanche Gideon. Non voleva però che i due guerrieri  si mettessero a sparare. "Non sono io" urlò al di sopra del frastuono. Poi fece scivolare Scarlet sotto di sè e coprì con le lenzuola la propria nudità. Per fortuna lei non oppose resistenza e l'impulso di accecare chiunque potesse vederla così radiosa si attenuò. In realtà nessuno l'avrebbe vista nuda , a parte lui. Era deciso a fare tutto quanto era in suo potere perchè le cose andassero in quel modo. "Chi c'è là? " gridò Lucien. "Non sono Gid, non stò bene". "Gideon?" chiese Kane scioccato. "Strider ci ha detto che eri partito." "Non sono tornato". "Cosa diavolo stà succedendo qui?" si inserì di nuovo Lucien. 


Versione originale:

"Don't come, devil, don't come." His hips moved in sync with his words, rubbing against her, electrifying her enjoyment.Just like that, Scarlet was propelled back to the sky, twirling, free, so overcome she might never be the same. Might? Ha.
"Don't let me have you, please, don't let me have you. Please."
   A plea he'd probably never uttered to another. And that he didn't take her yet, that he waited for permission, spoke more of his intense need to relinquish control than his hesitant confession had.
   That was why she didn't give him what he craved. Not yet.
   "Rip my panties the rest of the way off, but don't enter me."
   The blue scrap of cloth was torn from her and resting beside her bra in less than a second. Gideon gripped her hips, fingers wrapping around to her ass. He pressed so determinedly, she knew she would have bruises. Bruises she welcomed.
   "Not now?" Lines of tension branched from his eyes, and he was worrying his bottom lip so forcefully with his teeth, there was a trickle of blood running down his chin. He was on edge, desperate, but still he waited.
   That roused her yet another degree, as if she hadn't already climaxed twice.
   "What have you fantasized about doing to other girls?" she asked him.
   "Other girls? I remember all the other girls." A broken admission. Strained. "I can think of everyone but you."
   He thought only of her. My darling. She couldn't make him wait anymore.
   "Inside," she said, and he was lifting her, thrusting deep, roaring loud and long before the last syllable left her mouth.
   Scarlet climaxed instantly, shuddering, her roar blending with his. Gods, he stretched her, hit her just right, and the orgasm was far more intense than any she'd ever experienced before. Even the screams and shadows shuddered. Even Nightmares bellowed.
   Gideon, too, climaxed instantly, shouting her name, jetting hot seed inside her. Branding her, claiming her. Owning her. She could have basked in the sensations forever, could have remained one being, a part of Gideon, for eternity.
   Or at least until his bedroom door crashed open and two angry Lords clomped inside the bedroom, weapons drawn.
   GIDEON HEARD the split of wood against metal, and knew his door had just been kicked down. Next he heard angry footsteps, a muttered, "What the hell?" from his friend Kane, and a growled, "Shit," from Lucien.
   They had to be confused. Scarlet's shadows filled the room from one corner to the other, thick and dark and writhing. Worse, the screams that accompanied those shadows were louder than a bullhorn and more menacing than a war cry.
   "What should we do?" Kane demanded.
   Clearly, neither warrior could see through the gloom. Shit, neither could Gideon. But he didn't want either one of them shooting now and asking questions later.
   "It's not me," he shouted above the noise, rolling Scarlet beneath him and jerking the covers over her naked body. Thankfully, she didn't resist, and his urge to blind anyone who might see her so resplendent receded.
   If he had his way, no one would see her bare but himself. And godsdamn, he was going to do everything in his power to have his way.
   "Who's there?" Lucien demanded.
   "It's not Gid. I'm not fine."
   "Gideon?" Kane's shock was clear. "Strider told us you'd left."
   "Didn't return."
   "What the hell's going on in here?" Lucien again.  


Giudizio: traduzione letterale, anche in questo caso sintetizzata in alcuni punti veramente minori, ad esempio in un punto Scarlett pensa a Gideon come My darling, e non è stato tradotto, ma è proprio una minuzia. Il resto è molto fedele, però credo qui abbiamo un tyraduttore diverso da quello che ha tradotto la Armintrout, chi ha sottomano il libro mi dica se sbaglio, e che mi sembrava più esperto. Qui la traduzione pur essendo fedele a volte è composta da termini ed espressioni più ...semplici....ma è solo un'impressione forse...per esempio in inglese di parla di angry footsteps, passi arrabbiati letteralmente, la traduzione italiana dice semplicemente passi veloci, ma forse si sarebbe potuto scegliere un termine che rendesse meglio l'originale....ma sono veramente minuzie.


 

 

Titolo:  Il graffio della pantera

Titolo originale: Stray

(liberamente tradotto potrebbe essere "Randagia")

Serie: Primo libro della serie Werecats

Autore: Rachel Vincent

Editore: Blunocturne

Trama:
Conosciamo la protagonista della nostra storia, Faythe, una normale studentessa universitaria...o quasi normale. In realtà è un felino mannaro, sfuggito dal suo branco perchè le loro regole le stavano strette. Ora ha un ragazzo normale e una vita normale come ha sempre voluto, lei non voleva essere diversa e legata alle leggi feline......eppure.....sotto il suo orgoglio e la indipendente corazza, qualcosa non va. E presto molte cose non andranno. Il suo ragazzo umano scompare misteriosamente,e  lei ne è perplessa. Poi diversi felini mannari senza branco, dei randagi in cerca di una compagna la inseguono e la spingono a tornare nel suo branco d'origine e qui scopre che la sua scelta immatura ed egoista di fuggire a causato un sacco di guai al branco.....e al suo compagno. Già, perchè abbandonato il branco lei aveva anche abbiandonato il suo compagno predestinato 


 

Brano estratto da " Il graffio della pantera" , pag. 144-145  :

"Che cosa ne dici se ti concedo la privacy in bagno a titolo di prova?" "Scordatelo è una bastardata" gridai, battendo il pugno sul bracciolo del divano. Non avevo nemmeno pensato che fosse in discussione anche quella e non avevo nessuna intenzione di trattare per ottenerla. Michael stava per obbiettare al mio tono, perchè nessuno poteva permettersi di parlare così a Greg Sanders, ma mio padre alzò la mano in segno di silenzio.  "No, è un compromesso" disse mio padre."Se non accetti di rimandare la tua decisione,  non avrai alcuna privacy neppure per farti una doccia." Misi il broncio "Papà come puoi farmi questo?" "Non sono tuo padre, sono il tuo Alpha." Il sorriso era scomparso. Sapevo di aver perso il primo round, ma il secondo sarebbe arrivato presto. Imbronciata, mi lasciai ricadere contro lo schienale del divano. "Bene, ai vinto tu", ma se mandi Marc  a sorvegliarmi di notte giuro che lo eviro." Papà annuì. "Bene,Marc farà il turno di giorno." Lanciò un'occhiata a Michael, inclinando l'angolo delle labbra in un mezzo sorriso.  "Dai disposizioni". Con un cenno del capo, mio fratello confermò la sentenza che aboliva un altro dei miei diritti civili. I suoi studi giuridici avrebbero dovuto almeno farlo esitare.
CAP.13  A Jace toccò il primo turno di babysitter , perchè papà voleva che Marc aiutasse a ricevere gli Alpha in arrivo e a sistemarli. Ethan  aveva lo stesso incarico e anche Parker, una volta tornato dall'aereoporto con i Di Carlo. A intervalli di circa mezz'ora suonava il campanello dell'ingresso e arrivava un altro Alpha, accompagnato dalla sua piccola cerchia. Dopo che il terzo uomo in abito scuro mi ebbe chiesto come stavo, Jace e io ci ritirammo nella mia stanza con un piatto che avevamo riempito di cibo dal buffet preparato da mia madre. Mi stesi sul letto a pancia in giù, con il piatto davanti, e lui accostò una sedia al letto. "Allora che cos'hai combinato questa volta?" mi chiese con la bocca piena. Mi leccai la crema di formaggio dalle dita e presi un altro mini sandwich. "Che cosa vuoi dire?" "Sai benissimo che cosa voglio dire. Perchè questa sorveglianza? E' per via della caviglia di Marc o Ethan non ha tenuto la bocca chiusa su quello che è successo nella foresta?" "Nessuna delle due " risposi. "Che cosa allora? Come hai fatto a metterti ancora nei pasticci  in così poco tempo?" Era una buona domanda.




Versione originale:

"How about this." He couldn't keep satisfaction from his face. He loved putting me through hell! "Round-the-clock supervision, with restroom privacy on a trial basis?”

"No way. That's bullshit," I cried, pounding on the arm of the couch. I hadn't even realized bathroom privacy was an issue, and I certainly wasn't going to use it as a bargaining chip. He had no right to, either.
Michael started to object to my tone, because whether he was acting as my father or my Alpha, no one got away with cussing at Greg Sanders. But Daddy held his palm up for silence, cutting off Michael's protest without a word.
"No, that's compromise," he said to me. "If you were not willing to put off your decision, I'd offer you no privacy at all. I'm sure Jace would be happy to observe your shower to head off any attempts to crawl through the bathroom window.”
I cringed. "Daddy, how could you say something like that?”
"I'm not your father. I'm your Alpha." His smile was gone; he was absolutely serious. And he wasn't going to give in on the watchdog issue. "Whether you believe it or not, even Jace has the ability to concentrate solely on the job at hand. I wouldn't employ him if he didn't." He shrugged, but the casual gesture looked alien on my suit-and-tie father. "However, if you'd rather forget your first attempt at negotiation, there's always the cage. Of course, the cage has no privacy at all…And no shower or proper toilet.”
He had a point, and I knew I'd lost round one. But round two would come soon enough, assuming I hung around long enough to fight it.
I pouted, slumping against the back of the couch. "Fine. You win. But if you send Marc into my room at night, I swear he'll come out a eunuch.”
Daddy nodded. "Fair enough. Marc stays on the day shift." He glanced at Michael, amusement lifting the corners of his mouth. "Make the arrangements."
"No problem." And with that, Michael left to strip away another of my civil rights. You'd think his law school education might have at least made him hesitate. Whatever happened to the Bill of Rights? But apparently Baylor Law didn't teach complicated concepts like that. What was the world coming to? 
Cap 14. Jace wound up with the first shift of Faythe-sitting, because Daddy wanted Marc to help greet the arriving Alphas and bring them up to speed. Ethan got the same assignment, along with Parker, once he'd returned from the airport with the Di Carlos. Every half hour or so the doorbell would ring as another Alpha and his small entourage arrived. After the third large man in a dark suit asked me how I was holding up, Jace and I retreated to my room with a plate piled high with food from my mother's buffet. "So, what'd you do?" Jace asked me around a mouthful of ham and cheese on whole wheat. I lay sprawled across my bed on my stomach, the plate of food in front of me. He sat in my desk chair, which he'd pulled up to the bed so he could reach the food.
I licked a smear of pimento cheese from my finger and reached for another tiny sandwich. "What do you mean?”
"You know what I mean." He brushed crumbs from his shirt, and my eyes followed his hand, lingering on the lines of his chest, clearly visible through the thin white cotton. "What's with the babysitting detail? Is it because of Marc's leg, or did Ethan rat you out about the guy in the woods?”
"Why? You have something better to do?”
"Not a thing in the world." He sniffed the air in my direction. "But you do smell a little ripe. Maybe you should go run a bath.”
I laughed, jiggling the bed and the plate of food. "Nice try, but I've been granted restroom clemency.”
"It was worth a shot." He shrugged, popping a cube of sharp cheddar into his mouth. "So, was it Marc's leg, or the hunter?”
"Neither.”
"What then? How could you possibly have had time to get into any more trouble between then and now?”
That was a very good question.  



Brano estratto sempre dal libro "Il graffio della pantera", pag. 207-208 :


"Non hai proprio la stoffa di un Alpha , eh Eric?" lo provocai, sfidandolo a provare il contrario. Girò sui tacchi e afferrò le sbarre della mia gabbia ai lati delle mie mani. Mi fissò  negli occhi ed emise un brontolio basso di gola. Non mi lasciai impressionare e lo guardai con disprezzo "Andiamo, dimostrami che sei un vero uomo.O hai paura di confrontarti con una donna adulta?" Eric ringhiò, paonazzo per la rabbia. Prima che potessi reagire, infilò una mano nella gabbia e mi afferò alla nuca, sbattendomi la guancia sinistra contro le sbarre. Il dolore mi esplose dallo zigomo, irradiandosi tutt' intorno. Ben presto sarei stata piena di lividi come Abby. Sussultando per il dolore, spinsi contro le sbarre con entrambe le mani, tentando di liberarmi dalla morsa d'acciaio, ma Eric era più forte di quanto sembrasse. Bella mossa, Faythe, mi dissi. Adesso è alla distanza giusta.  "Che c'è?" chiesi con voce attutita per la pressione alla guancia. "Ho toccato un nervo scoperto?" Strinse il pugno, strappandomi una manciata di capelli, "Ricordati chi ti ha dato una lezione per primo quando Miguel ti avrà inchiodata al suolo." "E tu ricordati questo." Feci scattare la mano destra e lo graffiai per tutta la lunghezza del viso. Pur essendo corte, le mie unghie sono forti e taglienti anche in forma umana e gli lasciarono quattro solchi netti sulla guancia. Lanciò un urlo e mi lasciò andare. Soddisfatta, mi allontanai dalla sua portata mentre Eric si portava una mano alla guancia e la ritraeva insanguinata. "Stupida sgualdrina!" gridò voltandosi per raccogliere la t-shirt dal suolo e usarla per tamponare il sangue. Resistendo all'impulso di battere le mani e saltare su e giù per la gioia, mi leccai le dita, una alla volta. "Mmh, secondo me sa di paura." Con gli occhi sbarrati, Eric si voltò e salì gli scalini due alla volta, annaspando e incespicando. Quando aprì la porta, la cantina venne invasa dalla luce e da un coro di voci, che si azzittirono improvvisamente appena ebbe varcato la soglia. Un istante dopo, il silenzio venne riempito da risate derisorie. Non potei fare a meno di sorridere. "La gattina è troppo selvaggia per te?" chiese Miguel. "E' stata la tua dannata gattina a farmi questo" replicò Eric in tono furente. "Faythe si è svegliata?" chiese un'altra voce. Il sorriso mi morì sulle labbra. Mi spostai all'estremità della gabbia, premendo il viso contro le sbarre, ma, per quanto mi sforsazzi, non riuscivo a vedere la stanza in cima alle scale. "Ti avevo detto di non toccarla" disse Miguel, il suo accento reso più spiccato dalla collera. "Te lo sei meritato. Chiudi quella porta". Qualcuno richiuse la porta della cantina, tagliando fuori la luce e le voci. Ma io avevo sentito abbastanza.  Mi lasciai cadere sulle ginocchia, annichilita dallo sgomento e dal senso di tradimento. Anche se non la sentivo  da dieci anni, avrei riconosciuto dappertutto la voce di mio fratello Ryan.  CAP.19  "Non avresti dovuto farlo " disse Abby con voce incrinata da un tremito.  


Versione originale:

"Just not Alpha material, are you, Eric?" I said, daring him to prove me wrong. He pivoted slowly and wrapped his hands around the bars of my cage, on either side of my own. Staring down at me, he growled deep in his throat.
Unimpressed, I let contempt shine in my eyes. I'd heard better. Hell, I'd done better. "Come on in and prove you're a real man. Or can't you get it up for an adult?”
Eric snarled, his face aflame with rage. Before I could react, he thrust one hand into the cage and grabbed the back of my head, slamming the left side of my face into the bars. Pain exploded in my cheekbone, radiating in all directions. Soon I'd have a bruise to match Abby's.
Wincing, I pushed against the bars with both hands, trying to pull my face away from the cool steel. It did no good; Eric was as strong as he looked.
Great job, Faythe, I thought. You’ve got him right where you want him, now.
"What's wrong?" I asked, my words muffled from having my jaw pressed into the bars. "Did I strike a nerve?”
His fist clenched, pulling several of my hairs out by the root. "You just remember who roughed you up first when Miguel has you nailed to the floor.”
"Remember this." My right hand shot out, and I raked my nails down the length of his face, echoing the shape of Abby's bruise. Though short, my nails were sharp and hard, even in human form, and I gouged four long ruts into his cheek. He howled and let go of my head.
Pleased, I stepped back out of his reach as he clapped a hand to his ruined cheek. It came away bloody.
"You stupid bitch!" he yelled, turning to snatch his shirt from the ground. He pressed the wad of white cotton to his face to absorb the blood. And there was plenty of it, for such shallow wounds.
Maybe they'll scar, I thought, barely resisting the urge to clap my hands and jump up and down with glee. Instead, I made a show of slowly licking his blood from my fingertips, one at a time. "Mmm. Tastes like fear to me.”
Eyes wide, Eric spun and ran for the steps, tripping and fumbling his way to the top. Voices and light flooded the basement as he shoved the door open, but they stopped abruptly as he stepped across the threshold. An instant later, the new silence was replaced by derisive ribbing. I couldn't help but gloat.
"The kid too much for you?" Miguel asked between fits of barbed laughter.
"Your bitch-kitty did this," Eric said, fury rolling from his voice like smoke from a fire.
"Faythe's awake?" a new voice asked, and my smile died on my face. I scrambled to the far corner of my cage, desperately pressing my still-throbbing cheek into the bars. But no matter how I turned, I couldn't see into the room at the top of the stairs.
"I told you not to touch her," Miguel said, his accent thick with anger. "You got what you deserved. Close the door." Someone pushed the basement door shut, cutting off the light and the voices. But I'd heard enough.
I sank to my knees, numb with shock and betrayal. I'd recognized the new voice. I hadn't heard it in ten years, but I'd know my brother's voice anywhere. It was Ryan.
CAP. 20 "You shouldn't have done that," Abby said, her voice trembling on the last word. 



Giudizio: traduzione fedele ma sintetizzata, alcuni pezzi di frase sono stati tolti, ma erano effettivamenti superflui al senso generale perciò sacrificabili per ridurre le pagine del libro e farlo rientrare nel numero di pagine standard per i libri da edicola. Ciò non toglie che nel caso di questo libro e di questi due brani, la sintesi è maggiore che non negli altri libri già analizzati e anche la struttura dei capitoli originali non è stata rispettata del tutto, poichè quello che in italiano è il capitolo 19, in inglese era il 20. E le frasi saltate sono di più che non nei libri precedenti, sono sempre frasi non fondamentali e di contorno, però il toglierle rende il testo italiano più semplice e disardorno dell'originale. Vi faccio un esempio. La frase che in italiano è stata tradotta così:
"Mi fissò  negli occhi ed emise un brontolio basso di gola. Non mi lasciai impressionare e lo guardai con disprezzo " In originale era "Fissandomi negli occhi, emise un basso ringhio. Per niente impressionata, lasciai trasparire il disprezzo dai miei occhi. Avevo sentito di meglio. Diavolo, sapevo fare di meglio."
 



 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :