Congresso provinciale Prc di Perugia – Flamini rieletto segretario

Creato il 01 dicembre 2011 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Enrico Flamini

Si è svolto venerdì 25 e 26 novembre scorsi al Park Hotel di Ponte San Giovanni l’VIII congresso provinciale di Rifondazione comunista di Perugia. Il congresso ha visto la partecipazione di 114 delegati in rappresentanza dei 31 circoli della provincia di Perugia e ha definito, con 83 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astenuti i compagni e le compagne che parteciperanno al congresso nazionale del Prc, che si terrà a Napoli il 2, 3 e 4 dicembre.

I delegati sono 12: Fabio Amato, responsabile esteri del Prc, Enrico Flamini, segretario provinciale, Amedeo Babusci, tesoriere provinciale, Marta Cardoni, del consiglio nazionale della Federazione della Sinistra, Marta Melelli, del coordinamento nazionale dei Giovani comunisti, Andrea Ferroni, coordinatore provinciale dei Giovani comunisti, Fabrizio Cerella, segretario del circolo di Perugia Centro, Oscar Monaco, segretario del circolo di Castiglione del Lago, Maura Coltorti, segretaria del circolo di Spoleto, Elisabetta Sgrignani, segretaria del circolo di San Giustino, Carlotta Fattorini, segretaria del circolo di Città della Pieve e Stefano Meacci, in rappresentanza del documento 2. Il congresso ha poi definito i 37 partecipanti al congresso regionale che il Prc dell’Umbria terrà entro i primi di marzo 2012 e gli 80 componenti il Comitato politico provinciale di Perugia. Al termine del congresso, si è riunito immediatamente il comitato politico che ha eletto segretario provinciale il compagno Enrico Flamini con 53 voti a favore e 4 astenuti e tesoriere provinciale Amedeo Babusci, con 57 voti a favore. La larghissima maggioranza ottenuta è frutto di un congresso provinciale caratterizzato da oltre 30 interventi e che ha visto approvare un unico documento conclusivo condiviso dalle due posizioni congressuali a confronto, con 87 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario.

Dal congresso del Prc è scaturita una proposta politica che mette al centro l’uscita a sinistra dalla crisi economica, finanziaria, produttiva e della democrazia, nella direzione di un’alternativa di società che si coniuga chiaramente con la riproposizione della “questione morale”. Per il Prc è ora il momento di passare da un generico antiberlusconismo che ha caratterizzato l’opposizione fino all’insediamento del governo Monti ad una chiara battaglia per l’eguaglianza e la giustizia sociale, e quindi una opposizione forte e cristallina contro tutti i provvedimenti che ripropongono le ricette neoliberiste che hanno causato la crisi. Dopo il fallimento delle politiche neoliberiste i governi sono intervenuti per salvare le banche e le finanziarie, contro tutti i dogmi del liberismo che ripugna l’intervento statale in economia. Adesso gli stesi tecnocrati neoliberisti chiedono un nuovo intervento dei governi per scaricare i costi del debito sui soliti noti: lavoratori dipendenti, pensionati, precari, ceti subalterni. Rifondazione comunista dice no a questo ricatto, e anche in provincia di Perugia si opporrà alle privatizzazioni dei servizi pubblici , al restringimento degli spazi democratici nelle assemblee elettive e alla cancellazione dei diritti del lavoro che l’UE ci vuole imporre. Per questo Rifondazione comunista avanza a tutte le formazioni politiche della sinistra e ai movimenti che, variamente organizzati, si pongono la necessità politica di costruire una sinistra ancora più forte ed incisiva nel nostro territorio, la proposta della costruzione di un polo della sinistra di alternativa. Per il Prc è necessario, infine, rafforzare a livello provinciale la Federazione della Sinistra pensandola come luogo di incontro e relazione, come leva di unità di azione tra tutti quei soggetti politici, sociali e di movimento che sono disposti a opporsi alle politiche neoliberiste imposte dalla BCE e dai tecnocrati dell’Unione europea, mettendo in campo un movimento di resistenza al tentativo in atto di svuotare la democrazia e le istituzioni locali, di creare un mercato liberalizzato dei servizi pubblici locali, di cancellare i diritti dei lavoratori.



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