Conigli, Anlac: bene interrogazione Antezza

Creato il 17 aprile 2015 da Yellowflate @yellowflate

Gli interroganti chiedono a Martina e Guidi la decadenza dei commissari incompatibili in Cun, i motivi che hanno impedito la chiusura delle borse merci locali di Verona, Treviso e Milano, e lo stop a derive monopolizzanti restrittive della concorrenza che stanno distruggendo il comparto nel centro-sud proprio dove sono maggiormente concentrati i consumi

L' Anlac saluta con favore l' interrogazione dell' on Antezza (PD) al Governo sulla necessità di prevedere forme di decadenza automatica dal ruolo di Commissario CUN in assenza di specifica attestazione di compatibilità con le norme a tutela della concorrenza. Ciò si rende necessario per aumentare il grado di neutralità della Cun ed evitare che vi siano al suo interno figure ibride, in conflitto d'interesse, legate da rapporti commerciali condizionanti ( acquisto mangime - ritiro carne ), vietati dal diritto europeo e nazionale. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

E' da anni che l' anlac denuncia questo problema. Sinora - aggiunge l' associazione - molti commissari pur non avendo piena libertà commerciale, hanno continuato a partecipare alle sedute della commissione, alterando spesso gli esiti delle trattative, perché subalterni alla volontà dei mangimisti/macellatori. Altri ancora si candidano a voler entrare dalla parte sbagliata, equivocando addirittura il proprio ruolo.

L' interrogazione - prosegue - firmata anche da Taricco, Mongiello e Terrosi, conferma un consumo di carni di coniglio sostanzialmente stabile nel tempo e una scarsa propensione dei più grandi macellatori ad esportare, alla base del deterioramento del saldo commerciale e della speculazione sui prezzi. Gli interroganti, inoltre, chiedono al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, quali iniziative intendano assumere, anche sotto il profilo normativo, per giungere alla definitiva chiusura delle borse merci locali, che svolgono purtroppo un ruolo improprio ed anticoncorrenziale teso a favorire abbassamenti di prezzo sottocosto in presenza di una regolamentazione del mercato che vede nella Cun la condivisione di tutti gli operatori del settore.

Alcune borse merci (Verona, Treviso e Milano) - aggiunge il presidente dell'Anlac - continuano ad ignorare l'esistenza dei pareri dell' antitrust e del Parlamento, nonostante la nostra associazione abbia inviato una lettera aperta ai segretari generali dei rispettivi enti camerali. In alcune commissioni delle predette borse merci, addirittura, non vi sono nemmeno gli allevatori ed i prezzi vengono fissati unilateralmente.

L'Autorità garante per la concorrenza e il mercato - rileva l'associazione - ha dovuto prendere atto che la coesistenza a tutt'oggi di diverse piazze fisiche locali, appare un ostacolo al corretto svolgimento del processo concorrenziale. Le modalità di gestione delle borse locali facilitano, infatti, il coordinamento tra gli industriali specie quando un settore è caratterizzato da un assetto stabilmente oligopolistico e da un elevato potere contrattuale nei confronti dei produttori di materia prima, come accade ormai non solo nelle carni cunicole.

L' interrogazione - conclude - chiede anche un maggior equilibrio nella rappresentanza territoriale dei macelli dentro la CUN, che vede praticamente esclusi tutti quelli del centro-sud. Infine, l'interrogazione pone il problema inquietante della restrizione degli spazi concorrenziali e dell' impossibilità di accesso al mercato in condizioni di parità per gli allevatori del mezzogiorno dove la restrizione è ormai così accentuata, grazie anche alla mancata attuazione di tutte le misure del Piano di settore, e presenta effetti negativi per il benessere dei consumatori, che non hanno possibilità di scegliere un prodotto fresco locale proprio laddove sono maggiormente concentrati i consumi e sono così costretti a mangiare conigli di dubbia provenienza.

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