Conigliette

Creato il 02 luglio 2011 da Marinobuzzi

Comincio a pensare di avere qualcosa che non va, di essere un individuo polemico ed estremamente suscettibile. La verità è che ciò che contrasto, quello contro cui, quotidianamente, lotto, è talmente radicato nella società da apparire “naturale” o “normale”. Così quando questa mattina mi sono seduto nella sala d’attesa della stazione di Imola e ho letto il titolo del quotidiano locale, riferito all’autodromo, mi sono cadute le braccia.
“Con i motori e le conigliette l’autodromo ritrova lo splendore di un tempo.”
Ciò che alcuni definiscono “splendore” io la chiamo decadenza.
Quella dell’accostamento, tutto maschile, dell’oggetto “macchina” con “l’oggetto” donna è un tema che torna ciclicamente e che, altrettanto ciclicamente, provoca indignazione da una parte e insofferenza dall’altra.
Che per accendere i riflettori su una manifestazione sportiva o legata al mondo delle auto e dei motori, si debba, ogni volta, ricorrere alla strumentalizzazione del corpo delle donne, lo trovo imbarazzante e offensivo.
Vero è che le conigliette di playboy, così come le veline ecc…, sono una realtà. Vero anche che esistono perché viviamo in una società estremamente maschilista e machista che, storicamente, ha preferito considerare le donne come una proprietà o come un oggetto.
Io non ho nessun problema ad ammetterlo, non capisco il tifo sportivo allo stesso modo in cui non comprendo quello religioso (tutto sommato certi elementi sono presenti in entrambi i casi). Non capisco, soprattutto, perché certi sport o certe iniziative siano da considerare di appannaggio maschile. Al motor show le donne non vanno? E quelle donne che passeggiano fra gli stand non trovano forse umiliante e offensivo vedere un’altra donna fare la lap dance o accogliere maschietti eccitati in bikini?
Ancora più denigrante è che la notizia sia stata ripresa dai quotidiani come qualcosa di “originale” o addirittura di “stuzzicante”.
Io, personalmente, sento il bisogno di liberarmi da quello che percepisco come un limite. L’accusa di essere un bacchettone o un moralista comincia a starmi stretta. Essere contrari a certi atteggiamenti, spesso anche mentali, non corrisponde con l’essere un bacchettone. Anzi se andiamo a vedere quella che si può intendere come “libertà sessuale” ci renderemo conto che non ha proprio niente a che fare con le conigliette di playboy. La libertà sessuale non significa essere l’oggetto del desiderio maschile.
Imola è un paese che ancora si dedica ai riti religiosi attraverso processioni, stendardi ecc…
Gli uomini che pregano la madonna, in certi periodi dell’anno, sono, spesso, gli stessi che poi vanno a vedere le conigliette o che assistono alla lap dance al motor show.
Questo è un mondo ancora tristemente maschile in cui tutto: la politica, l’economia, i mass media, l’educazione ecc… continuano a proteggere lo status dell’uomo attaccando tutte e tutti coloro che si dicono contro il perpetrare di una cultura fallocratica, arcaica e fallocentrica. Una (in)cultura talmente radicata in cui, spesso, troppe donne si adattano e che arrivano, addirittura, a difendere come unico modello possibile.
Allora la rivoluzione parta da ognuna e ognuno di noi, attraverso la ribellione, l’educazione e la contestazione.
Mi diano pure del bacchettone e del moralista. Io voglio rispetto per tutt* e voglio che le logiche sessiste di una società avvilente e avvilita entrino a far parte del passato per costruire un nuovo futuro, possibilmente senza l’idea che tutto debba girare, per forza, attorno ai desideri e alla soddisfazione dei piaceri del maschio.
Marino Buzzi


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