Ma che sarei finita nuovamente a scrivere forse era scontato.
In uno scaffale della mia incasinata libreria, nascosti in seconda fila dietro libri letti e riletti, ho trovato i miei diari di ragazza.
Ho tenuto diari praticamente da sempre e stamattina mentre cercavo un libro li ho visti.
Mi sono sentita strana e li ho osservati da lontano, inquieta.
Poi li ho presi, quaderni rivestiti di carta fiorita o a pois, diari con copertine rigide di stoffa e nastri per chiuderli, confidenziali massicci dalle pagine scurite scritte fitte fitte con penne colorate, stilo e pennarelli.
Sono una grafomane da sempre e spesso scrivo a mano perché mi piace.
Li ho sfogliati senza leggere, facendo scorrere veloce le pagine. Sono saltati fuori foglietti, lettere, appunti, note, cartoline, qualsiasi cosa.
Una strana malinconia mista ad estraniamento mi ha pervaso e ho riconosciuto una parte di me che non è mai cambiata e che è ancora qui, dentro questo blog.
Poi ho aperto l'ultimo diario, quello che avevo cominciato prima di decidere che avrei smesso del tutto, quasi fosse una dipendenza di cui vergognarsi e nella prima pagina ho letto:
"Oggi ho visto una coppia.
Lui teneva nella mano destra un sottile bastone bianco che faceva rimbalzare sul selciato, timidamente, senza offesa.
Il viso, rivolto al sole, sembrava annusare la vita. Sorrideva lievemente, indifeso in quella sua goffa andatura.
Solo dopo ho capito che era cieco.
L'altra metà della coppia si aggrappava fortemente a quel braccio tentennante. Parlava e rideva e guardava la gente stringendosi a lui, piccola. Mi è sembrata grandissima.
In braccio teneva un bambino, un fagotto incappucciato e rubizzo. Non smetteva di baciarlo su quelle guance di pesca, e parlava e rideva.
Nel breve tratto in cui li ho seguiti con lo sguardo, quel piccolo riassunto di felicità mi è parso un globo di pura luce. Non saprei dire se fosse lei a segnare la strada o lui a farsi guidare.
Quel piccolo globo di luce proseguiva portando con sé un pezzo del mio cuore.
Si, ho visto una coppia" (28/1/92).
Direttamente dall'Artusi, un piatto appetitoso e di stagione.
Io ho tenuto il coniglio a bagno in acqua e aceto per qualche ora prima di cucinarlo, per togliere eventuali odori quindi l'ho sciacquato ed asciugato bene prima di passare alla rosolatura.
Gli ho voluto dare un tono piccantino utilizzando una salsa piccante ma potete anche usare del peperoncino in polvere o a pezzi, oppure della 'nduja o harissa...decidete voi. La ricetta originale non prevede il piccante.
Ingredienti per 4 persone
1 coniglio di 1 kg tagliato i 12 pezzi incluso il suo fegatino
80 g di pancetta o rigatino
200 g di olive nere
1 cipolla bianca
1 carota
1 gambo di sedano
2 spicchi d'aglio
3/4 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
1 bicchiere di vino bianco secco
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale - pepe (io l'ho sostituito con 2 cucchiaini di Salsa del diavolo de La Gallinara)
Brodo vegetale qb
In una larga casseruola a fondo spesso, mettete gli odori tritati (cipolla, carota e sedano), la pancetta tagliata sottile, gli spicchi d'aglio e l'olio extravergine e fate passire a fiamma dolce.
Quando le verdure saranno morbide e la pancetta ben rosolata, alzate la fiamma, aggiungete il coniglio con il trito delle erbe aromatiche ed il fegatino tritato, e fate rosolare a fuoco vivace una decina di minuti su tutti i lati.
Quando sarà ben rosolato, bagnate con il vino e fate sfumare quindi abbassate la fiamma, aggiustate di sale e continuate la cottura per c.ca 1 ora bagnando via via con brodo vegetale caldo.
Cuocete coperto lasciando un piccolo spiraglio aperto con un cucchiaio di legno.
Quando il coniglio sarà quasi cotto, aggiungete le olive e la salsa piccante e fate ben insaporire per altri 10 minuti sulla fiamma.
Servite ben caldo accompagnandolo con il vostro contorno preferito.