Connessione a canguro

Creato il 15 maggio 2015 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

La connessione a canguro si distingue da quella a singhiozzo perché mentre la seconda fa venire voglia di piangere, la prima porta l'umore in altalena, facendolo sobbalzare a seconda della disponibilità di un collegamento con internet. Potevamo farne a meno?

Ebbene no! Pensare di migliorare la connessione wi-fi, dando a noi poveri operatori la possibilità di lavorare in santa pace... non sia mai! I potenti mezzi tecnologici sono rimasti all'età della pietra e portano direttamente alla scoperta della ruota con la quale un gruppetto di schiavi selezionati fa girare la dinamo che fornisce energia al generatore, che alla fine diffonde un segnale internet all'interno dei padiglioni. Scienza, non fantascienza... anzi, magia, nemmeno scienza, e gran fortuna. Chiunque si trovi in fiera in questi giorni si è già reso conto che nulla è cambiato rispetto all'anno scorso. L'illusione di una connessione è stata di nuovo disattesa e ognuno lavora con i propri mezzi e con le chiavette portate da casa. Sono davvero pochi, i privilegiati che possono contare su alternative valide. La maggior parte degli espositori si arrangia come può. Tuttavia, nonostante gli scarsi mezzi, noi indefessi inviati cronici proseguiamo imperterriti a mandarvi notizie da questo grande bazar editoriale. Quindi, connessione a parte, la cronaca di questa mattina ha visto un afflusso notevole di persone, complice il maltempo, che ha letteralmente invaso i corridoi e preso d'assalto gli stand. Alcune conferenze sul mondo editoriale hanno portato alla luce vecchi discorsi triti e ritriti, dando l'idea che quello che normalmente viene fatto in rete sia anni luce più avanti rispetto ai grandi cervelloni del marketing, che solo ora sembrano essersi resi conto che esistono i social. A parte questo, c'è un grande fermento, si respira un bisogno quasi disperato di innovazione e di regole nuove che possano garantire sia l'editoria che i fruitori della stessa. Nuovi sbocchi che possano offrire dignità a chiunque lavori nel settore e fornisce servizi agli autori. Forse il tempo della ricreazione è finito e ora è arrivato il tempo di iniziare a lavorare sul serio.