Conoscere il mondo per scrivere meglio

Da Anima Di Carta
Si dice che Emily Brontë non varcasse spesso la porta di casa tranne che per andare in chiesa o per fare una passeggiata sulle colline, e non avesse un indole socievole. Per la precisione fu la sorella Charlotte a raccontarlo in una sua prefazione a Cime Tempestose. Eppure, questa celebre scrittrice scrisse un romanzo incredibilmente intenso, ricco, profondo e coinvolgente, forse a riprova che non è poi così necessario conoscere il mondo per poter creare qualcosa di memorabile.
Di fatto però conoscere e osservare ciò che c'è oltre la soglia di casa aiuta molto a scrivere, anzi penso che lo spirito di osservazione sia importante tanto quanto la fantasia e la creatività. Saper guardare ciò che ci circonda aiuta a far sì che le descrizioni ambientali siano più realistiche e dettagliate, saper cogliere i tratti salienti delle persone che incontriamo sarà utile a creare dei personaggi più interessanti e veri, mentre una certa attenzione per le esperienze e i fatti della gente aiuterà a realizzare trame più verosimili. Si apprende molto anche dalle piccole cose.
Spesso mi capita, andando in giro con i mezzi pubblici, di passare molto tempo a osservare la gente intorno a me. Sarà forse anche un modo per distrarmi dal fastidio per la folla, i rumori e gli odori, ma di fatto è un'abitudine che mi è sempre stata utile per scrivere. Provo a immaginare quali siano le vicende che hanno portato una tale persona in quel posto e in quel momento, noto come le persone siano diverse tra loro nei loro modi di vestirsi e presentarsi, nelle espressioni facciali. Vedo operai che sono in piedi dall'alba appisolarsi sul sedile della metropolitana, signore di mezza età trascurate con i capelli arruffati che parlano solo dei figli, ragazzi che scrivono furiosamente sui loro cellulari e ridacchiano tra sé, giovani in carriera che si recano al lavoro in giacca e cravatta con l'ipad in mano, anziani che parlano dei loro acciacchi; o veri e propri personaggi tipici della domenica pomeriggio. Anche se non avete la sfortuna di abitare in grandi città come me, le occasioni di certo per osservare le persone non vi mancheranno.
Chi vuole scrivere non dovrebbe lasciarsi sfuggire le occasioni per osservare la gestualità delle persone, le interazioni, le reazioni, i dialoghi, gli sguardi, e emozioni e altro ancora. E poi ci sono gli ambienti, con i loro colori, i loro odori, con l'atmosfera che impregna alcuni luoghi. E ci sono i piccoli dettagli che da soli bastano a creare immagini memorabili. Tutto può fornire preziosi spunti, anche ciò che vi racconta la gente e che magari vi sembra insignificante. Persino la tv o i giornali, con i fatti di cronaca.
E poi c'è un'altra fonte da cui possiamo attingere: il web. Ci sono innumerevoli storie personali di cui la gente parla, innumerevoli caratteristiche che le persone lasciano emergere da quello che scrivono, da quello che postano sui social network, dai commenti e comportamenti. Si può imparare molto sulle manie, le ossessioni, le contraddizioni, le passioni della gente.
C'è tutto un mondo là fuori che aspetta solo di essere esplorato. Navigando su Facebook, per esempio, mi è capitato di scoprire di religioni che neppure sapevo esistessero, di gruppi davvero bizzarri e di realtà che nella mia vita da persona qualunque non avrei mai avuto modo di conoscere.
Non sempre quello che si osserva oggi sarà utile per quello che state scrivendo in questo stesso periodo. Ma di certo affina la nostra capacità di cogliere aspetti importanti e può comunque tornare utile in futuro.
Imparare a osservare va di pari passo con la capacità che si deve acquisire di scegliere le parole giuste per descrivere ciò che si vede e trasformarlo in modo che possa essere usato in racconti o romanzi. Saper trasmettere al lettore qualcosa attraverso una descrizione, per esempio, non è cosa facile. Non basta dire il cielo era plumbeo per trasmettere tristezza.
E penso anche che osservare ciò che ci circonda non basti, se non acquisiamo anche la capacità di analizzare ciò che vediamo. Anche se di certo affinare i nostri sensi e la nostra ricettivià è un grosso passo avanti verso una scrittura efficace, secondo me occorre anche saper veicolare delle emozioni attraverso tutto questo.
Forse Emily Brontë non viaggiava, non incontrava molte persone, non conosceva il mondo. Ma di certo aveva una enorne capacità di analisi delle passioni e delle debolezze umane, la capacità di scavare a fondo nell'anima, e il talento per scriverne. Forse dovremmo acquisire anche noi questa sensibilità per essere degli scrittori migliori.
E voi siete osservatori del mondo? Vi aiuta nella scrittura?
Anima di carta

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