Non cadrei mai nella fitta rete dell'indiscrezione. Me ne tengo lontano. Ma spesso capita che darei aria a questi miei loop. Come altrimenti chiamarli?
Non si tratta di cambiare o di rimanere me stesso, ma di pendolare su tutte le scale e le loro alterazioni. Misurare le distanze e sentirne i suoni.
Seggo su un'altalena e guardo tutto da un'ebbrezza tutta mia. Un attimo, il cielo dietro di me; un attimo la terra che sorvolo; un attimo, il cielo davanti a me. E intanto scivolo.