- Ciao Alessandra, benvenuta nel nostro piccolo angolino, io e mia sorella Selene siamo liete di averti con noi quest'oggi per questa piccola intervista, quando è iniziata la tua passione per la scrittura, e quando hai capito di voler diventare scrittrice?
Io ringrazio voi per questa intervista e un grazie anche di cuore all'interesse che state dimostrando verso di me e i miei scritti. Davvero per una esordiente come me sconosciuta ai più, questo vuol dire molto. La passione per la scrittura, come mi piace sempre ricordare, è nata con me. Fin da piccola ho sempre adorato leggere, per i libri è stato amorea prima vista e ho capito subito che un giorno avrei voluto inventare storie che fossero farina del mio sacco. Il desiderio di essere una scrittrice me lo porto dietro da quando facevo le scuole medie tant'è che mi ricordo di aver chiesto alla mia professoressa, durante l'orientamento per le scuole superiori, se ci fosse proprio una scuola per scrittori. Temo di avercelo nel sangue il mestiere di scrivere. E' l'unica cosa che mi rende felice attualmente e davvero non potrei vivere senza.
- Hai esordito come scrittrice con la tua raccolta poetica“Brevi monologhi in una sala da ballo di fine ottocento” pubblicato nel 2008 con la casa editrice filo ti va di parlarci un pò di questa tua raccolta?
Non avrei mai immaginato a dirla tutta di esordire con un libro di poesie. E' stato un esperimento il mio riuscito, perché grazie a quel libro mi sono fatta conoscere al pubblico. I Monologhi sono un omaggio alla poesia di Edgar Lee Masters e alla sua Antologia di Spoon River. Ogni poesia nel mio libro ha come titolo il nome del protagonista della lirica e i personaggi si alternano in questa sala da ballo immaginaria che non è altro se non una metafora del mondo stesso. Ci ho messo davvero il cuore in questo libro più che la fantasia. E spero un giorno di poter dare a quest'opera una seconda opportunità, magari su amazon chi lo sa.
- Sempre nel 2008 pubblichi i tuoi primi due romanzi fantasy “Un solo destino” e “Heliaca la pietra di luce” qual'è stata la fonte di ispirazione per questi 2 romanzi?
Il fantasy è sempre stato uno dei miei generi preferiti, mi rispecchio in esso e vi perdo sia la mia mente che l'immaginazione. Prima di pubblicare questi due libri avevo già scritto un fantasy, ma mai completato. Quello era piuttosto una prova, un'esercitazione. E' stato poi Tolkien a darmi la spinta giusta per scrivere la mia saga. Lui e la sua capacità di ricreare un mondo unico e inimitabile. Ora il Professore è stato un genio, io non credo di avere una simile capacità. Ma ce la sto mettendo tutta a creare l'Egucron che è un mondo incantato dove la Natura costituisce l'elemento fantastico dell'intera saga.
- Nel aprile del 2012 torni in ribalta con il romanzo fantasy La Stirpe di Agortos pubblicato con la casa editrice Rei ti va di parlarci un pò di lui?
La Stirpe di Agortos non è altro che la revisione di Un solo destino. Il motivo per il quale ho voluto riprendere dall'inizio la saga è difficile da spiegare. Non c'entra nulla il rapporto con la precedente casa editrice, è stata piuttosto una scelta personale che ho fatto dopo un lungo anno in cui mi sono fermata dallo scrivere. Un lungo anno che spero di non ripetere ma più. Con la Stirpe riprendo la saga da capo, arricchendola di particolari che nel primo libro non c'erano. Anche Heliaca verrà smantellata e ricorretta in toto. - Come mai hai utilizzato lo pseudonimo di Elisabeth Gravestone per pubblicare questo tuo romanzo?
Come ti dicevo, ripubblicando un libro già edito il mio attuale editore mi ha consigliato di adottare uno pseudonimo per dare un taglio netto con la precedente pubblicazione. Elisabeth Gravestone è in realtà una mia creatura, ovvero la protagonista di una Fan Fiction ispirata a Supernatural, il telefilm. Lei ha molto di me, ecco perché l'ho adottata come mio alter ego. Non potevo scegliere nome migliore.
- Anika e Airen sono nomi alquanto insoliti, da dove nasce questa tua scelta?
Ho frequentato il liceo classico e questo mi ha facilitato nella scelta dei nomi in quanto tutti i nomi hanno matrice greca. Nello specifico Anika è nata dalla parola νίκη (vittoria) alla quale ho aggiunto l' α privativo. Dunque letteralmente “senza vittoria”. Ciò spiega il percorso di questo personaggio tormentato dagli stessi dubbi e segreti del padre che le causeranno non pochi problemi. Airen invece non è altro che una modifica del termine εἰρήνη (pace).
- Qual'è il personaggio al quale sei maggiormente affezionata, e perchè?
Senza alcun dubbio Agortos. E' lui, che come me, ha dato il via alla saga con il Patto che ha stipulato con la Natura. Lui ha generato tutto, un po' come io ho creato le generazioni. Poi lui come me è curioso verso le cose del mondo, è introspettivo, ama la natura ed è molto riservato. Senza contare che ama quello che fa e dà la vita per i suoi studi, un po' come faccio io con la scrittura.
- Qual'è invece quello che ti ha dato maggior difficoltà nella sua realizzazione?
Direi Siderin, il cattivo della storia. Il signorotto di turno che ostacola Airen coi suoi capricci e detesta Donamis. L'ho odiato anche io durante la stesura del libro. Alcuni mi hanno criticato il fatto che fosse il classico cattivo cattivissimo delle storie, ma in realtà è proprio così che ho voluto descriverlo, cinico egoista e all'apparenza indistruttibile. Convinto di sé come lo sono certe persone senza averne però il motivo. Lui si, mi ha creato difficoltà perché mi è stato ostico e temo anche lui alla fine mi abbia odiata per come l'ho dipinto.
- Com'è nata l'idea del blog tour dedicato alla stirpe?Sapevo che parecchi scrittori utilizzano l'espediente del blog tour per farsi conoscere e allora ho pensato di fare la stessa cosa anche io, ma naturalmente creando un blog tour diverso. Per questo è nata l'idea delle lettere che i personaggi scrivono al lettore, perché ciascun personaggio ha ancora molto da dire al di fuori delle pagine del libro e il lettore può ascoltare direttamente la loro voce. E' un'idea che penso svilupperò anche per i miei prossimi lavori.
- Durante la creazione dei tuoi numerosi Romanzi, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate?
La difficoltà non si trova nella scrittura stessa ma quando si decide di affidare a qualcuno, ovvero a una casa editrice, il tuo lavoro. La scrittura avviene in maniera intima quasi, al chiuso nella mia stanza. La difficoltà sta nel trovare persone serie e oneste che ti aiutino a coltivare il tuo sogno. Si, oggi c'è la possibilità di auto-pubblicarsi, oggi tutti possono scrivere e pubblicare in fin dei conti. Difficile è emergere e farsi conoscere al pubblico. Lavorando con CE piccole questa difficoltà poi si evidenzia.
- Da dove nasce questa tua passione per il genere Fantasy?
Il fantasy aiuta a descrivere per mezzo di metafore dei concetti che penso non saprei esprimere altrimenti. Attraverso le allegorie e le immagini fantastiche trasmetto dei messaggi velati, e inoltre il fantasy ha sempre stuzzicato la mia immaginazione. Prima di scrivere fantasy leggo opere di questo genere, e guardo anche film e telefilm dello stesso tipo.
- Tra tutti i romanzi che hai scritto ce n'è uno al quale sei maggiormente affezionata? Perché?
Forse i Monologhi. E' un libro che mi sta molto a cuore perché scritto in un periodo non molto felice della mia vita, e l'ho buttato giù davvero con l'anima. Ci sono pensieri molto personali, che magari in un romanzo tendo a camuffare dietro un certo personaggio o una descrizione fantastica.
- Hai mai pensato di trasformare una delle tue storie in un film?
Mi piacerebbe moltissimo! Anche perché un film alimenterebbe la pubblicità al libro stesso. Mi piacerebbe naturalmente contribuire alla stesura della sceneggiatura, e anche alla scelta degli attori. Insomma il romanzo prenderebbe una forma reale e tangibile, un ulteriore traguardo per me.
- Qual'è il tuo autore preferito? Hai preso spunto da esso nei tuoi romanzi?
Ne ho più di uno a dir la verità. Tolkien che ho già citato. Poi c'è Coelho che adoro per la sua filosofia, Baricco, le sorelle Bronte tra le quali Emily che amo alla follia, la Dickinson, la Kalogridis, Lewis, King, Wilbur Smith. Da ciascuno di loro ho imparato qualcosa.
- Hai un genere preferito nella lettura?
In genere leggo di tutto. Il fantasy naturalmente resta in cima alla classifica anche se si contende il podio con il genere gotico o paranormale. Lovecraft o Poe sono altri due miei modelli di scrittura e lettura che prima non ho citato.
- Attraverso i tuoi libri qual'è il messaggio che vorresti far arrivare hai tuoi lettori?
In genere nei miei libri parlo di destino, di predestinazione. Io credo molto nel destino, nel fatto che ogni uomo è predestinato a compiere qualcosa di grande (nel suo piccolo naturalmente) nella vita. Con la Stirpe il messaggio che voglio inviare al lettore è quello di rispettare il mondo in cui viviamo, tant'è che da un sito internet il libro è stato addirittura definito una eco- saga. Nella discendente invece molto valore hanno la famiglia e le amicizie, indispensabili per un essere umano. E infine il tema della speranza: c'è molta tragedia nella nostra vita, molta sofferenza. Ma mai arrendersi per questo. I miei personaggi sono dei lottatori, lottano per ciò in cui credono.
- Hai qualche consiglio da dare ha chi vuole intraprendere la carriera da scrittore?
Il consiglio che do sempre è di non puntare subito sulle case editrici Big, ma di fare gavetta. Certo, non dico di non provare a mandare manoscritti a loro ma so per certo che le ce grandi sono intasate di opere che arrivano loro ogni giorno. Io ho scelto la strada delle piccole per farmi le ossa e per imparare ad approcciarmi con gli addetti ai lavori, e quindi anche con il pubblico. Inoltre è importante non arrendersi perché le delusioni sono tante. Il discorso “io scrivo bene” o “io sono bravo” non esiste nell'editoria. Si ricevono secchi no, ai quali bisogna saper reagire. Quindi molta determinazione accostata a molta umiltà. La scrittura è una passione non deve diventare un'ossessione o un motivo di vanto. Altrimenti perde tutto il suo significato.
- A breve uscirà il tuo nuovo romanzo la Discendente di Tiepole che aspetto con ansia e che molto presto entrerà a far parte della mia libreria personale ti va di darci un assaggino di questo nuovo romanzo?
La discendente di Tiepole, che sarà edito dalla casa editrice Butterfly Edizioni, è un paranormal fantasy. Al fantastico qui ho aggiunto elementi gotici e paranormali. La protagonista, Emma Onofri, torna a Tiepole il paese originario di sua madre e lì verrà a conoscenza di una verità che le cambierà la vita. Sua nonna era considerata una sorta di strega e il territorio è saturo di magia, e Emma farà parte suo malgrado di un piano che sia la nonna che la discendente devono portare a termine per preservare le antiche conoscenze magiche del posto. Emma scopre che alcuni ragazzi sono stati maledetti da sua nonna e costretti a mutare in mostri appartenenti alla tradizione popolare. E scoprirà che anche lei stessa è maledetta e dovrà fare i conti con questo suo mutamento interiore. E non posso dirvi altro per ora, ma spero di avervi almeno incuriosito un poco.
Siamo arrivate alla fine di questa lunga intervista ^_^ Grazi mille Alessandra per averci dedicato un pò del tuo tempo, eper aver collaborato con noi e i nostri blog con la realizzazione di ques'intervista, spero tornerai a trovarci un abbraccio Arwen e Selene
Io ringrazio voi per avermi dedicato del tempo, dandomi così modo di parlare di me stessa ma soprattutto dei miei lavori. Grazie ancora!
Volevo ricordare a tutti voi che seguite me e questa scrittrice che a fine novembre uscira il suo nuovo capolavoro La Discendente Di Tiepole (Qui troverete la scheda dell'libro) a presto ^_^