- Ciao Simone, benvenuto nel nostro piccolo angolino segreto, io e mia sorella Selene siamo liete di averti con noi quest'oggi per questa piccola intervista, noi ti conosciamo come scrittore e direttore editoriale della casa editrice Linee Infinite, Ma in realtà chi e Simone Draghetti?
Ciao, Simone è una persona normalissima. Ho 41 anni, vivo a Lodi, piccola cittadina lombarda, mi piace leggere e scrivere. Adoro ascoltare musica: heavy metal, hard rock, prog., classica, musica antica e folk, soprattutto irlandese e dei paesi scandinavi. Sono un incallito viaggiatore e prediligo i paesi dell'est e del nord Europa. Amo alla follia la Russia. Un'altra mia grande passione è la storia. Medioevo su tutto.
- Quando è iniziata la tua passione per la scrittura, e quando hai capito di voler diventare scrittore?
Faccio una piccola premessa. Scrittore è una parola “grossa”, mi definisco un amante della scrittura che coltivo con passione ma con coerenza, nel senso che conosco i miei limiti. E' vero, cerco di migliorarmi, ma dire che sono uno scrittore...questo titolo lo lascio a chi veramente lo è. La passione per la scrittura la coltivo fin da ragazzo. Ho sempre amato creare storie di fantasia, perdermi in mondi creati dalla mia immaginazione. Era iniziato tutto come un bel passatempo ma, con il trascorrere degli anni è diventata una cosa più seria. Quello che però non perderò mai è la sensazione di creare avventure che mi facciano uscire dalla realtà e dalla monotonia quotidiana.
- Hai un genere preferito nella lettura?
Avventura, thriller, spy story, horror, noir ma anche storie a sfondo storico.
- Qual'è il tuo autore preferito? Hai preso spunto da esso nei tuoi romanzi?
Come autore italiano amo leggere Umberto Eco. I suoi libri sono splendidi capolavori. Eco è inarrivabile, sia come narratore che per il suo modo di scrivere, semplicemente fantastico. Per gli autori stranieri, su tutti Stephen King. King mi ha fatto passare intere nottate a leggere i suoi romanzi, avvolgendomi nelle spire delle sue storie, facendomi fremere, impaurire, sorridere. Un grande. Ispirarmi a lui? No, per carità. Lui è il re!
- Nei tuoi primi romanzi Brezza D’Oriente e Registan prediligi gli ambienti orientali, come mai questa scelta? Ti va di raccontarci come sono nati?
La scelta è derivata dal fatto che, generalmente, le storie d'avventura e d'azione sono ambientate prevalentemente negli Stati Uniti. Ero stufo di leggere di Los Angeles, New York o di altre cittadine americane. Non amo quel paese, troppo consumista, troppo individualista, arretrato culturalmente e con una storia pari a zero. Volevo imprimere nei miei romanzi un'atmosfera diversa, inserendo personaggi Europei od Asiatici, con città che avessero una storia alle spalle. In fin dei conti noi abitiamo in un luogo ricco di cultura, come tutta l'Europa, come l'Asia. Gli americani non hanno nulla da insegnarci, anzi, forse siamo noi che possiamo insegnare qualcosa a loro. Inoltre la mia passione per certi luoghi che ho visitato di persona mi ha aiutato nella costruzione dei romanzi. Credo non ambienterò mai nulla in America, poco ma sicuro.
- A marzo del 2011 torni in ribalta con una serie di racconti raccolti in un unico libro che intitoli Love and Darknes, da dove è nata quest’idea? C’e un legame tra il Buio e la Luce?
“Il buio e la luce” è stato il primo libro che Linee Infinite ha pubblicato. Era il lontano 2007. Quel libro è stato un esperimento. In qualche modo si doveva partire ed abbiamo iniziato con un mio volume. I nove racconti che si trovano in “Il buio e la luce” sono stati rivisti e corretti ed inseriti nella seconda raccolta “Love and darkness” con altri scritti che avevo completato. Questo libro tratta l'amore e l'oscurità, due lati che fanno parte della vita umana. L'amore per una donna, per un amico, per il tuo animale o per la tua città, uniti all'oscurità: omicidi, paure, mostri, incubi. Alla fine i racconti sono metafore delle follie umane e dei sentimenti che albergano all'interno delle persone. Ovviamente alcuni portati all'eccesso per scopi narrativi.
- Io personalmente ho letto qualche storiella racchiusa in questo tuo 4 libro, se devo essere sincera, appena letti i titoli delle varie storie mi sono fiondata su quella di Babbo Natale, immaginavo una storia un pò diversa visto che lo hai inserito nella sezione Darkness ma non fino a questo punto, e qui la domanda nasce spontanea come mai hai voluto raffigurare l’idolo dei bambini in un mostro?
A Natale si diventa tutti buoni, anche chi nella vita ha compiuto o sta compiendo atti efferati, brutali. Il buonismo in questo periodo dell'anno dilaga e sinceramente sono schifato da tutto ciò, unito al consumismo che sovrasta una festa che dovrebbe essere semplicemente religiosa. Non sono credente e non mi interessano queste festività, ma non sopporto che il consumismo sovrasti tradizioni secolari che fanno parte della nostra storia. Il Babbo Natale che conosciamo l'ha creato la Coca Cola, sulla base di antiche leggende e tradizioni. Ormai l'uomo barbuto e vestito di rosso è entrato nell'immaginario collettivo e tutti i bambini l'attendono con ansia. Ma Babbo Natale è come la multinazionale che l'ha creato, non sempre è buono...
Una piccola nota di contorno: a Lodi si festeggia il 13 Dicembre, come in altre parti d'Italia, Santa Lucia. Quando ero bambino, ma anche adesso, questa festa per noi della zona è molto più importante di Natale. I bambini attendono la Santa che nella notte tra il 12 ed il 13 viene nelle case a portare i regali. Per noi Santa Lucia è stata, lo è e sarà sempre più importante di Babbo Natale. Quello finto e consumista, quello che io ho voluto raffigurare come un mostro!
- Una cosa che mi è piaciuta molto di questo libro e l’inizio delle due sezioni Love e Darkness, nella sezione Love apri con una famosissima canzone degli Scorpion Still Loving You (Sono Ancora Innamorato di te) per poi passare nella sezione Darknes con Reapter (Il Mietitore) dei Bathory che viste le storie quest’ultima mi sembra azzeccatissima come scelta, cosa ti ha portato ha scegliere queste 2 song specifiche? C’è stato uno studio dietro queste tue scelte oppure ti sono venute in mente subito?
Istantaneamente, quando decisi di dividere le due sezioni del libro. Gli Scorpions sono un gruppo a cui sono molto legato ed hanno composto nella loro carriera delle meravigliose canzoni. Bathory, nella metà degli anni ottanta, era l'essenza del male più assoluto, musicalmente parlando. Anticonformista, con testi violenti, spesso censurati. “The reaper” era la ciliegina sulla torta per aprire la sezione Darkness. Inoltre volevo omaggiare questi due gruppi.
- Insieme a Cinzia Baldini nell’aprile di quest’anno viene pubblicato il tuo 5 libro Non Nobis Domine “I Custodi Della Verità”, come ti sei trovato a collaborare con Cinzia?
Collaborare con Cinzia è stata un'esperienza fantastica. A parte il fatto che è una scrittrice dal talento innato, è soprattutto una persona dolcissima e gentilissima, un'amica. Abbiamo trovato questa alchimia, questo modo di collaborare che ha fatto nascere Non Nobis Domine. Scrivere con lei questo romanzo è stato divertente. Ci sentivamo via mail e passavamo interminabili pomeriggi al telefono a discutere, a scambiarci opinioni, su come far proseguire la storia, su come renderla più elettrizzante, su come creare scene di suspance etc..etc... Un'esperienza unica
- Ti va di darci qualche anticipazione su questo tuo nuovo romanzo?
La storia è ambientata a Roma. Alexia, giovane antiquaria entra in possesso di un antico diario scritto da Martino De Rovet, un cavaliere Templare vissuto a cavallo del 12 e tredicesimo secolo. Da qui partiranno diverse avventure che coinvolgeranno Alexia ed un affascinante poliziotto. La Cia, l'inquisizione (tutt'ora esistente ma che ha cambiato nome), l'MI6, il KGB. Con puntate nel 13 secolo a fianco di Martino De Rovet. Insomma un'avventura sulla scia dei libri di Dan Brown e di quegli scrittori che trattano temi legati al Vaticano ed alla sua “ombra” sul mondo.
- Durante la creazione dei tuoi numerosi Romanzi, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate?
La paura di arrivare ad un punto dello scritto e di annoiarmi. Se io stesso che scrivo mi annoio, non vorrei essere nei panni di chi leggerà poi il libro. Questo è sempre stato il mio terrore, sin dagli esordi. Di difficoltà oggettive non ne ho mai trovate, anche perché, prima di scrivere ed iniziare una storia, cerco sempre di documentarmi al meglio, al fine di non incorrere in errori, anche semplicemente geografici.
Quello che temo, più di ogni altra cosa, è la noia.
- Tra tutti i romanzi che hai scritto c'è nè uno al quale sei maggiormente affezionato? Se la tua risposta e un si perché?
Il primo “Brezza d'oriente”. Un po' perché, a parte alcuni racconti, è stata la storia più elaborata che avevo scritto. Ormai sono passati quindici anni da quando quell'avventura è nata. L'ho riletto di recente e ti giuro che sono rimasto colpito da quanto è semplice. Andrebbe rivisto, corretto, rielaborato, insomma, per alcuni versi rifatto. Prima o poi ci rimetterò mano. Un altro motivo che mi lega a questo volume è il tema che ho trattato: la prostituzione. Un argomento che le persone liquidano con troppa facilità, dando per scontato che le ragazze che praticano quel “lavoro” ci sono e sempre ci saranno. Ma non molti ne analizzano il fenomeno e si chiedono il perché di tutto questo. Nessuno si chiede cosa si nasconde dietro a tutto questo. I soldi che circolano, la malavita, la connivenza con gli stati sovrani o con apparati di essi. Insomma un mondo difficile e crudele. Ma noi continuiamo a non vedere...
- Hai mai pensato di trasformare una delle tue storie in un film?
Non sta a me giudicare questo. Come ti dicevo prima, conosco i miei limiti e credo che nessun regista o casa di produzione cinematografica attingerà alle mie storie per creare un film. Ciò non toglie che Brezza d'oriente, Registan e Non Nobis Domine, offrono una trama cinematografica. Sono romanzi ricchi d'azione, d'avventura, di storie d'amore. Ingredienti adatti ad un film.
- Attraverso i tuoi libri qual'è il messaggio che vorresti far arrivare hai tuoi lettori?
Riflettere su ciò che ci circonda. Aprire gli occhi, perché il mondo in cui viviamo non è dorato, non “sbrilluccica” al sole come i vampiri della Meyer (Il vampiro è uno solo ed è Dracula, quello di Stoker!), ma è duro, a volte cattivo e soprattutto violento. Le storie, nella realtà non sono mai a lieto fine. Fondamentalmente sono un sognatore, ma so bene quando il sogno evapora e la realtà entra nella nostra vita, cruda e spietata. Quello che vorrei consigliare è di vivere, vivere intensamente.
- Hai qualche consiglio da dare ha chi vuole intraprendere la carriera da scrittore?
Innanzitutto essere umili, perché nel mondo c'è sempre qualcuno più bravo di te. Scrivere per passione e non perché, a tutti i costi, si vuole diventare professionisti. Se uno si avvicina alla scrittura per questo motivo, allora è finito in partenza. Ultimamente vedo su facebook profili di persone che a fianco del loro nome scrivono “Autore”, “Scrittore” o cose simili. Io sono solo Simone Draghetti, scrivere è una delle mie passioni, ma non è la “mia vita”. Ci sono altre cose a cui tengo e per cui è bello vivere. L'arte è una cosa meravigliosa, ma non è tutto. Un giorno una persona mi ha detto: “Ho scritto il mio ultimo capolavoro”. Evviva l'umiltà. Ma non dovrebbe essere questa persona a definire capolavoro quello che ha scritto, lui è solamente un “artigiano” che ha creato la storia e, se questa è bella, sarà il pubblico a definirla un capolavoro.
Umiltà, la parola che soprattutto gli esordienti hanno dimenticato.
- Quali sono i tuoi programmi Futuri? Ci sono nuove aspettative nel campo editoriale? Hai in mente di scrivere qualche nuovo romanzo?
Momentaneamente mi sto dedicando a scrivere racconti horror. Mi rilassano e mi fanno divertire. Romanzi finiti ne ho due: “Eternità” un tomo di ottocento pagine, una storia d'amore e avventura tra l'Italia e l'Olanda. “Il vento dei ricordi” in pratica è il seguito di “Brezza d'oriente” . Sto scrivendo, oltre ai racconti, il seguito di “Registan” a titolo “L'ombra della morte” questa volta non più ambientato in Uzbekistan, ma in Russia. Infine ho in cantiere una storia ambientata in Kossovo che si chiamerà “Balcani”.
- Bene siamo arrivati alla fine di questa lunga intervista ^_^ ti ringraziamo per averci dedicato un pò del tuo tempo, e per aver collaborato con noi e i nostri blog, spero tornerai a trovarci un abbraccio Arwen e Selene
Un abbraccio a voi e grazie d'avermi concesso questo spazio nel vostro blog.Un saluto a tutti i lettori.
Grazie Ancora a Simone Draghetti per aver accettato questa nostra intervista ^_^ vi ricordo che la rubrica Conosci L'autore ritornera giorno 28 Dicembre con un altro Ospite A presto