Consenso, bisogni e opportunità per soddisfarli – terza parte

Creato il 22 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

di Pietro Bondanini. Il progetto sociale non è trattabile secondo processi logico sperimentali; ma si articolal’ambito della ragionevolezza per suscitare consenso alle azioni dei politici impegnati ad ottenere, dalle risorse materiali e umane disponibili, un’utilità finalizzata al benessere dei cittadini.

Occorre premettere che parlare di bisogni significa invadere i campi della psicologia e dell’economia. I bisogni sono i pilastri sui quali gli agenti umani si posano nel trascorre il tempo di vita combinando quanto serve perché il prossimo, attraverso la comunicazione, sappia che esistiamo.
Combinare le cose richiama i residui paretiani delle combinazioni e delle relazioni che corrisponde anche al bisogno di manifestare con atti esterni i sentimenti.


Si tratta di bisogni che insorgono dalla nascita e i genitori, come primi educatori, insegnano al neonato ad esprimersi attraverso il controllo del pianto sulla traccia di uno schema fondato esclusivamente sul soddisfacimento del bisogno per fame, in relazione a qualche disagio o per entrambi. Dopo pochi giorni di sfida col pianto estesa al limite della sopportazione di mamma e papà per ottenere coccole e quant’altro, il neonato diventa bimbo e sorride consciamente sino a quando, il pianto cessa e si trasforma in parole proprie per esprimere appropriatamente ciò che desidera.

Il bisogno è, innanzi tutto, un sentimento che genera:

1. l’intenzione di procurarsi un bene per soddisfarlo;
2. il desiderio di usare un oggetto idoneo ad appagarlo;
3. la scelta da operare tra varie offerte, valutando che l’impegno
economico per usarlo sia sopportabile e congruo;
4. la  decisione che si concretizza nell’azione transattiva sulla base di uno scambio di beni o con un pagamento.

Evidentemente i bisogni stimolano desideri di ordine diverso, tra sentimenti correlati alla natura della persona e le motivazioni che li generano. I bisogni individuati da Maslow nel 1954, giacenti sui ripiani di una piramide(*) che ha per base, la fisiologia, al vertice l’autorealizzazione e tra l’uno e l’altro, posti in scala ascendente, la sicurezza, l’apparenza e la stima, possono ben dirsi completi nel considerare sentimenti e motivazioni, ma arbitrari nel loro essere scalati e motivati in relazione biunivoca secondo un ordine in realtà inesistente. Infatti, livelli e motivazioni sono interdipendenti ma non scalabili in ordine d’importanza perché l’ordine proposto non corrisponde allo stato oggettivo condivisibile per tutti i soggetti.

Più aderente alla realtà dei fatti, appare considerare le opportunità orientate sulle considerazioni soggettive sullo stato di benessere e di felicità che non sono costanti, come proposto da Maslow, ma variabili secondo il profilo di ciascuna persona considerata per le sue preferenze riguardo ai beni immateriali, materiali e strumentali presi nel loro essere ofelimi e scevri dalle valutazioni di scambio e/o  monetarie.

Per rendere l’idea, le opportunità abbracciano i sentimenti del “se potessi avere …” ovvero “… del voglio ma non posso”, ambiti  che sono propri del nostro animo al momento di esprimere un desiderio.

E’ il caso di sottolineare che la piramide di Maslow è tuttora usata nella pianificazione economica e sociale dai partiti europei di sinistra. Costoro, nella collettività, individuano pochi eletti – nominati che possono autorealizzarsi e tanti, suddivisi in classi di predestinati a non poter salire sul ripiano della sicurezza da quello della fisiologia, sul ripiano dell’appartenenza da quello della sicurezza, sul ripiano della stima da quello di appartenenza e, infine dell’autorealizzazione da quello dell’appartenenza.

Direi proprio che, in Italia, oggi, queste classi dominate dalla “molto nominata e poco eletta”, si smembrano al punto che anziché salire scendono per cui: i notabili che necessitano di stima, pretendano l’appartenenza, i soggetti riuniti in sindacati, corporazioni e cooperative chiedono sicurezza e, infine, troppi imprenditori, professionisti, artigiani, contadini e loro dipendenti sono alla canna del gas.
Se sino ad oggi, c’è stata la lotta di classe, è tempo di scambiare i fronti di combattimento: non più lotta di classe, ma lotta contro le classi sino a che ne rimanga una sola: il popolo italiano.

Continua …

Featured image, la piramide dei bisogni di Maslow.