Conservare il cordone ombelicale: una scelta per il futuro del bambino

Creato il 05 agosto 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

I futuri genitori devono prendere diverse decisioni prima dell’arrivo del piccolo. Tra queste, devono valutare anche la possibilità di conservare il sangue del cordone ombelicale del bambino in una biobanca. Una scelta che può cambiare, in positivo, il futuro del nascituro.

Di: Redazione

Prima della nascita di un bambino, le coppie di futuri genitori devono prendere decisioni, anche molto importanti, per assicurare un futuro migliore al nascituro. Tra questo, una scelta fondamentale riguarda la possibilità di conservare il sangue del cordone ombelicale del bambino; un’opportunità che garantisce al piccolo la possibilità di ricevere trattamenti medici relativi anche a patologie gravi.

Il sangue cordonale viene attinto appunto dal cordone ombelicale di un neonato subito dopo la nascita ed è ricco di cellule staminali che possono essere utilizzate per il trattamento di decine di malattie, tra cui diverse forme di leucemia, linfomi e anemia. I genitori possono scegliere se non utilizzarlo, donarlo o conservarlo in una biobanca. le biobanche private assicurano la conservazione del sangue cordonale a pagamento, nel caso in cui si potrebbe aver bisogno in futuro, mentre la donazione avviene appunto senza alcun compenso e prevede che il sangue venga impiegato per i pazienti più bisognosi.

Fondamentale per scegliere è una corretta informazione sull’argomento. Occorre sapere infatti che attualmente il 90% del sangue cordonale non viene utilizzato, ma viene scartato dalle strutture ospedaliere, mentre potrebbe rappresentare per alcuni malati un vero e proprio trattamento salva-vita. Si tratta infatti di una risorsa preziosissima e su cui si stanno compiendo moltissimi studi, per comprenderne appieno le potenzialità e le possibili applicazioni future. Molte recenti ricerche stanno infatti studiando la possibile efficacia dell’utilizzo di cellule staminali del sangue del cordone ombelicale nel trattamento di malattie quali la paralisi cerebrale e l’autismo.

Fonte: CNBC