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Conservazione cordone ombelicale: i successi della ricerca scientifica. Bimba colpita da ictus e trattata con staminali sperimenta miglioramenti

Creato il 15 gennaio 2014 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Conservazione cordone ombelicale: i successi della ricerca scientifica. Bimba colpita da ictus e trattata con staminali sperimenta miglioramentiBailey Coates (nella foto) ha ricevuto tre infusioni del suo sangue del cordone ombelicale (conservato dalla famiglia che ha scelto la conservazione del cordone ombelicale) per trattare i danni da ictus che l’ha colpita durante la gravidanza. La bimba ha compiuto grandi progressi ed ha recuperato la funzionalità perduta.

È iniziato come un piccolo movimento simile a un singhiozzo. Rebecca Coates aveva dato alla luce sua figlia Bailey solo poche ore prima quando ha notato che qualcosa non andava. “La bambina si muoveva in maniera strana, così ho chiamato l’infermiera per assicurarmi che stesse respirando correttamente” ha raccontato Rebecca Coates in una intervista a FoxNews.com.

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I medici la rassicurarono, ma gli strani movimenti continuarono, così, dopo che fu dimessa dall’ospedale, rebecca portò la piccola Bailey a fare una visita neurologica. “Le fecero una risonanza magnetica, e fu grazie a questa che scoprimmo che aveva avuto un ictus”. I medici spiegarono che Bailey aveva avuto un ictus nell’utero, dopo che un pezzo di placenta si era staccata e aveva viaggiato attraverso il suo cordone ombelicale fino ad arrivare al cervello. E quegli strani movimenti che Rebecca aveva notato erano convulsioni.

Le visite neurologiche e il parere dei medici diedero risultati spaventosi per la famiglia Coates. L’ictus di Bailey aveva colpito il lato sinistro del suo cervello, e di conseguenza la sua abilità di spostare il suo braccio destro e parte della gamba destra era stata compromessa. “Un medico ci disse che il 25 per cento del cervello di Bailey era stato colpiti e che lei avrebbe potuto non essere mai in grado di camminare o parlare, senza terapia intensiva.

Conservazione cordone ombelicale

Quando nacque Bailey, Rebecca e suo marito Bob avevano deciso di conservare privatamente le cellule staminali del suo cordone ombelicale. Nel sangue del cordone ombelicale infatti sono presenti cellule staminali ematopoietiche, un tipo di cellule staminali che è stata usata per trattare la leucemia e il linfoma. La famiglia Coates aveva anche sentito che il sangue cordonale è stato utilizzato nella ricerca contro l’Alzheimer – una patologia frequente nella loro famiglia – ed avevano quindi scelto di conservare le cellule staminali in caso di necessità. “Mai in un milione anni avrei pensato di dovere effettivamente utilizzare il campione conservato” ha spiegato Rebecca.

La piccola Bailey fu immediatamente iscritta nei programmi per la terapia fisica, mentre i Coates cominciarono a fare ricerche in merito ad altre opzioni di cura, tenendo presente la disponibilità delle cellule staminali del cordone ombelicale conservate alla nascita della bambina. Alla fine, si imbatterono in un trial clinico condotto dalla dottoressa Joanne Kurtzberg, direttore del programma di trapianto pediatrico di midollo osseo presso la Duke University. Negli ultimi 25 anni, il programma di trapianto pediatrico di Kurtzberg ha sperimentato nuovi trattamenti utilizzando il sangue del cordone ombelicale contro malattie e lesioni che interessano il cervello. A seguito di alcune ricerche precedenti aveva riportato alcuni successi nel trattamento di malattie genetiche cerebrali con le cellule staminali del cordone ombelicale.

La bambina non era eleggibile per la sperimentazione già in corso, ma i Coates decisero di chiamare comunque la Duke University, che accossentì a trattare la piccola all’interno del loro programma di cure compassionevoli.

Il trattamento con cellule staminali del cordone ombelicale

Bailey ha quindi subito cominciato a ricevere infusioni del suo sangue del cordone ombelicale presso la Duke University. Il processo comporta un’infusione endovenosa di 15 minuti di cellule staminali del cordone ombelicale, seguita da due ore di fluidi e da un soggiorno di tre giorni a Durham per monitorare eventuali reazioni allergiche. Questa procedura è considerata molto sicura – specialmente quando viene utilizzato il sangue del cordone ombelicale prelevato dal medesimo bambino che riceve il trattamento.

La dottoressa Kurtbzberg ha spiegato che l’intento è quello di utilizzare le cellule staminali del cordone ombelicale per diminuire l’infiammazione nella zona del cervello colpita da ictus. Questo attrarrebbe le cellule staminali neurali già presenti nel cervello per iniziare a riparare le zone lese. “Le cellule staminali inoltre hanno la funzione di promuovere l’angiogenesi – formazione del vaso sanguigno – e la riparazione del danno cerebrale promuovendo, in caso di ictus, la rivascolarizzazione nelle zone altrimenti danneggiatoe” ha detto la Kurtzberg. “Tutto questo provoca nuove connessioni tra i neuroni, le cellule nervose, e proprio queste nuove connessioni sono alla base del ripristino della funzionalità che altrimenti sarebbe perduta.”

Ora Bailey ha 14 mesi ed è già stata sottoposta a tre infusioni di cellule staminali del cordone ombelicale. La sua famiglia dice che sembra rispondere bene ai trattamenti: ha recuperato l’uso di entrambe le parti del suo corpo e sta imparando a camminare e parlare, raggiungendo tutti i traguardi previsti per i bambini sani della sua età. La dottoressa Kurtzberg ha definito i progressi della piccola Bailey incoraggianti – anche se non è ancora dato sapere con esattezza se siano state le infusioni di sangue cordonale o altri fattori a contribuire al progresso. “Bailey sta sviluppando più abilità di quanto si sarebbe predetto sulla base delle sue condizioni cerebrali” ha commentato la Kurtzberg. “I suoi genitori hanno fatto un lavoro veramente eccellente con lei, in termini non solo di infusioni di cellule staminali del cordone ombelicale, ma anche mettendo in atto ogni sorta di intervento precoce e ogni terapia possibile.”

Il dottor Charles Law, direttore del United Cerebral Palsy di Birmingham, ha visitato la bambina prima e avere iniziato il ciclo di infusioni di sangue cordone e ha dichiarato che il grado di funzionalità raggiunta è notevole, considerando l’entità dei danni al cervello riportati a seguito dell’ictus. “Se non conoscessi la sua storia clinica non direi che qualcosa non va nella bambina”.

Benchè ulteriori ricerche debbano essere fatte prima di attribuire il progresso della bimba direttamente ed unicamente alle infusioni sangue cordonale, la famiglia Coates, la dottoressa Kurtzberg e il dottor Law sperano che la storia di Bailey possa aiutare a diffondere informazioni circa i potenziali benefici della conservazione del cordone ombelicale.

“Se sappiamo che questo trattamento è efficace, dobbiamo permettere la diagnosi precoce e la raccolta del sangue cordonale, non perché una famiglia sceglie di farlo e può permetterselo, ma perché è la cosa giusta da fare clinicamente” ha detto la Kurzberg.

Foto: Foxnews.com


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