Nelle diverse possibilità di scelta dei genitori, la conservazione del cordone ombelicale del proprio bambino può rappresentare una vera e propria “assicurazione biologica”, in grado di garantire al piccolo un’opportunità terapeutica in più nel suo futuro.
Conservare il cordone ombelicale del proprio figlio può essere una scelta che può cambiargli la vita. Il sangue contenuto nella placenta e nel cordone ombelicale ammonta a circa 100 millilitri, in media, ovvero quasi un terzo del sangue di un bambino appena nato ed è un elemento davvero importante perché costituisce una ricca fonte di cellule staminali.
Secondo la comunità scientifica, le cellule staminali del cordone ombelicale possono dare risultati utili nel trattamento di oltre 50 malattie, comprese leucemia, linfoma, e deficienze immunitarie. Inoltre, molte terapie che impiegano cellule staminali del cordone ombelicale, tra cui i trattamenti per la paralisi cerebrale, l’autismo e il morbo di Parkinson, sono ancora in fase di sviluppo, ma hanno già dato risultati incoraggianti.
Altre applicazioni promettenti sono previste poi nell’ambito della medicina rigenerativa, che dovrebbe utilizzare appunto le cellule staminali cordonali per rigenerare organi e tessuti che non funzionano correttamente (per esempio è il caso della degenerazione maculare, la principale causa di perdita della vista). Finora la ricerca in ambito rigenerativo sta ancora affrontando la fase di test sugli animali, ma molti scienziati tendono a concordare che si tratta di una questione di pochi anni, e poi sarà possibile raccogliere i primi frutti di questi studi.
Negli USA sempre più genitori optano dunque per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale: secondo la società di ricerche di mercato BioInformant sono state conservate 1 milione e 900mila unità di sangue cordonale all’interno di banche private. In particolare, i medici consigliano di scegliere la conservazione private a tutti quei genitori che hanno già un bambino con una condizione medica che potrebbe beneficiare di trapianto di sangue del cordone ombelicale.
Fonte: “Vogue”