Considerazioni libere (140): a proposito di chi parla e di chi sta zitto...
Creato il 13 luglio 2010 da LucabilliLa lentissima fine del ciclo di Berlusconi sta letteralmente mettendo in ginocchio il nostro paese. Nonostante il risultato delle elezioni politiche di soli due anni fa, che ha assicurato al centrodestra una maggioranza parlamentare schiacciante, nonostante il successo dell'anno scorso alle elezioni regionali, nonostante i valori e la cultura di questo centrodestra siano nettamente maggioritari nel nostro paese, il governo è assolutamente incapace di imprimere una direzione all'Italia, che rimane ferma e anzi arretra in molti campi. La cosa più grave è che il centrodestra, in questa fase di debolezza di Berlusconi, non riesce a trovare gli anticorpi per sconfiggere il proliferare dei tanti intrallazzatori che approfittano di questa situazione di inattività per prosperare e lucrare. All'ombra di Belusconi è cresciuto questo germinaio di funzionari corrotti, di vecchi e nuovi faccendieri, di puttanieri più o meno "fornitori della real casa", che hanno visto aumetare enormemente il loro potere.
Come ho già avuto modo di scrivere altre volte, in questa fase certamente ci troviamo di fronte al momento scatenante della patologia, ma le cause profonde di questa malattia si trovano nel tessuto profondo di questo paese, che Berlusconi ha blandito e ha saputo rappresentare. Probabilmente in una prima fase ha saputo anche mitigare questi "spiriti animali", anche se non ha li mai voluti sconfiggere, perché fondanti del suo potere, ma ora certamente non ci riesce più e credo che guardi con sincera rabbia a quello che sta avvenendo intorno a lui, rabbia dettata soprattutto dall'impotenza.
Da quello che emerge in questi giorni poi c'è da trarre almeno una prima considerazione. Ha ragione Berlusconi quando dice che in Italia esiste il problema della giustizia. E' un problema se giudici di altissimo livello frequentano disinvoltamente cene e feste esclusive, è un problema se giudici prossimi alla pensione brigano per avere incarichi e procuratele varie, è un problema se in sedi inusuali e più o meno segrete si decide chi deve andare a presiedere questa o quella corte. In Italia, come dicono nel centrodestra, c'è anche il problema di pubblici ministeri che decidono di condurre le loro inchieste spinti da convinzioni politiche, ma soprattutto c'è il problema di una "casta" di magistrati, che guadagna molto, che lavora pochissimo, che è selezionata e scelta in base a criteri non trasparenti. Sotto la protezione della legittima e sacrosanta indipendenza della magistratura, è cresciuta una "burocrazia giudicante" inefficiente, costosa, chiusa e incapace di rinnovarsi, a volte anche disonesta, come purtroppo emerge con troppa frequenza dalle cronache di queste settimane. La riforma della giustizia dovrebbe partire da qui, da una riforma della Cassazione, dai sistemi di nomina dei più alti livelli delle procure e dei tribunali, dalle forme di reclutamento e carriera dei giovani magistrati, dall'introduzione di elementi veri di responsabilizzazione.
C'è poi una seconda cosa che balza agli occhi leggendo i giornali di questi giorni - non posso dire guardando i telegiornali, perché in questo caso i fatti semplicemente non esistono. Tutto il dibattito politico si svolge esclusivamente nell'ambito del centrodestra. Evidentemente sia la coppia Bossi-Tremonti sia Fini si stanno posizionando per il momento in cui Berlusconi uscirà dalla scena. Formigoni si sta ritagliando un proprio profilo settentrionale; in Sicilia sta prevalendo una tentazione autonomista. Casini ha fatto la proposta del governo di larghe intese, provando anch'egli a disegnare una prospettiva per il futuro. Francamente non ritengo che nessuno di questi sia un genio della politica, ma sono quelli che ci sono e più e meno con coerenza cercano di interpretare una linea politica. Nel centrosinistra regna la più completa afasia, eppure di cose da dire mi pare ce ne sarebbero, almeno per denunciare questo stato di cose e per dire che nessuno degli attuali comprimari, aspiranti al ruolo di protagonista, può presentarsi vergine al momento del dopo-Berlusconi. Ho intuito che Bersani è - o è appena stato - negli Stati Uniti perché ho visto che il suo capo ufficio stampa ha scritto dei messaggi personali da Washington sulla sua bacheca di Facebook. Ho visto che il vicesegretario ha presentato in questi giorni il suo libro sull'Europa. Va bene tutto - figurarsi, io poi penso che sia bene sollevarsi dalle beghe della politica interna, per saper guardare a cosa avviene al di là dei nostri confini - ma questo è il momento di parlare. Se si ha qualcosa da dire.
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