07.05.2013: Prova preliminare di lettura per le classi II e prova di Italiano per le classi II e V primaria; 10.05.2013: Prova di matematica per le classi II e V primaria e Questionario studente per la classe V primaria;
14.05.2013: Prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per le classi I della scuola secondaria di primo grado; 16.05.2013: Prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per le classi II della scuola secondaria di secondo grado.
Come di consueto, visto che qui su Blogger non posso caricare documenti, ho sfruttato Slideshare, per cui potete consultare i link direttamente da qui oppure sul mio account Slideshare:
Matematica INVALSI I anno di Scuola Secondaria di I Grado 2009-2010:
Matematica INVALSI Scuola Secondaria di I Grado 2009-2010 from Natura Matematica
Matematica INVALSI I anno di Scuola Secondaria di I Grado 2010-2011:
Matematica INVALSI Scuola Secondaria di I Grado 2010-2011 from Natura Matematica
Matematica INVALSI I anno di Scuola Secondaria di I Grado 2011-2012:
Matematica INVALSI Scuola Secondaria di I Grado 2011-2012 from Natura Matematica
Avevo inizialmente pensato di includere anche le prove di anni ancora precedenti al 2009, ma alla luce del lavoro di sperimentazione che sta facendo l'INVALSI di anno in anno, le prove attuali risultano piuttosto differenti da quelle che venivano somministrate alcuni anni fa. Ad esempio stanno aumentando i quesiti a risposta aperta, perché in tal modo si lascia meno spazio alla "crocetta random" e si possono prendere in esame i procedimenti seguiti o i ragionamenti esposti dall'alunno; inoltre, rispetto alle prime prove, i quesiti sono sempre meno nozionistici e sempre più concentrati sulla logica e sulla competenza, ossia sulla capacità che lo studente matura di sfruttare in situazioni nuove ed inusuali le conoscenze ed abilità apprese relativamente ad un dato concetto nel suo percorso di apprendimento.
A dispetto del tumulto di protesta che da un anno all'altro aumenta riguardo all'INVALSI, personalmente credo che queste prove, se ben interpretate, non debbano essere viste come uno spauracchio valutativo o come una perdita di tempo, bensì come un'occasione di riflessione sul proprio modo di fare didattica.
Forse molto hanno pesato le dichiarazioni, spesso leggere, fatte da qualche precedente Ministro, secondo cui l'esito delle prove INVALSI potrebbe essere lo strumento per eccellenza per valutare l'operato degli insegnanti: se così fosse, si farebbe davvero un uso improprio di queste prove, ma sembra che negli ultimi tempi per fortuna certe malsane idee siano state abbandonate...
Se dunque l'esito delle prove INVALSI di una classe in un certo anno, pur essendo ripulito dai dati di contesto, dalle peculiari situazioni locali, non può assolutamente esprimere la "bontà didattica" di un singolo docente in modo così semplicistico (e del resto ciò accadrebbe soltanto per le discipline di italiano e matematica, mentre nulla direbbe sui docenti delle altre materie), che utilità può dare? Il lavoro di trascrizione e tabulazione dati che dobbiamo fare noi docenti in effetti non è da poco, spesso porta via mezza giornata e non è prevista retribuzione, nemmeno simbolica. Tuttavia è anche vero che l'INVALSI fa un lavoro statistico enorme su queste prove, restituendone dopo alcuni mesi i risultati analizzati da tanti punti di vista (comparazione geografica, comparazione per sesso, ecc.), e forse è questo il significato maggiore che bisognerebbe vedervi. E' interessante ad esempio cercare di capire perché una classe possa aver sbagliato un quesito sulle potenze nella misura del 90%, quando magari si è stati su quell'argomento per mesi: forse si è tralasciato l'aspetto problematico a favore di quello più meccanico e procedurale? Oppure forse io docente generico non ho abituato i miei studenti ad approcciarsi ad un problema utilizzando più registri comunicativi? O forse hanno fatto fatica ad interpretare il significato del testo del problema?
Se l'INVALSI si configura come momento di riflessione personale e professionale, magari anche in gruppi di materie per scuola, allora forse potremmo cominciare a vederlo con un occhio diverso e più critico. Forse molti di noi hanno paura che piano piano l'INVALSI possa diventare un'arma a doppio taglio per la valutazione degli insegnanti, ma sono timori da sfatare, perché come ho detto sopra, sarebbe davvero ridicolo giudicare l'operato di un docente sulla base di un singolo test, per quanto buono possa essere.
E' però possibile che l'INVALSI possa diventare uno degli strumenti di valutazione esterna delle scuole. Sono anni che al Ministero ne parlano e forse questa è la cosa che può spaventare di più. Del resto noi in Italia non abbiamo mai sentito parlare di valutazione di insegnanti e scuole e giustamente le novità possono far paura, ma gran parte dei Paesi esteri possiede un sistema di valutazione esterno e in quelli che funzionano meglio a livello didattico è anche piuttosto severo. Si tratta ovviamente di sistemi di valutazione ragionati con tutti i crismi, ma se non incominciamo a provarci anche noi, resteremo sempre all'età della pietra.
Certo, è vero che un singolo test INVALSI può dire tutto e nulla riguardo ad una classe per una certa annata, ma se i dati statistici abbracciassero scale spaziali e temporali più grandi? Si potrebbero ottenere informazioni più significative su come lavora non un singolo docente, bensì un'intera scuola? Non sto dicendo che questo deve essere finalizzato a creare scuole di serie A e scuole di serie B, so benissimo che spesso le scuole di "serie A" si trovano in contesti agiati e viceversa per quelle ritenute di "serie B" (dove magari ci sono prof che lavorano il doppio per ottenere la metà, date le difficoltà), ma perché non proviamo? Proviamo a metterci in gioco e farci valutare, quando in futuro ci sarà un primo abbozzo di sistema valutativo, anche se non sarà subito perfetto: sono certo che noi docenti italiani, che sforniamo ogni anno talenti che prima o poi ci daranno lustro all'estero, non avremo niente da temere.