Considerazioni poco serie su Anna Karenina

Creato il 22 gennaio 2015 da The Old Pink Room
Premessa: non mi permetterei mai di fare un commento serio a questo libro, quindi sono qui solo per scrivere le mie solite stronzate e per dire che mi ero accorta che il personaggio di Levin è in realtà il buon Lev stesso medesimo (Lev-Levin, ci voleva tanto a capirlo, eh).
Ah, questo post contiene spoiler.
Quindi, Anna Karenina.
Ho iniziato a leggerlo perché su twitter è partito in modo del tutto spontaneo una specie di club del libro con Silvia, Iaia, Michela e Anna. Lo stavano leggendo loro, ma sì, lo faccio anch'io. Ultima a partire, prima a finire (cosa volete farci, non ho una vita sociale e durante le vacanze sono anche stata male).
Ecco i miei pensieri sull'opera del buon vecchio Lev Tolstoj.
I nomi
Mi imbatto per primo in Stepan Arkad'ic. Che è anche Stiva. Ma che è anche Oblonskij. Subito parte il grande, enorme sconforto e la certezza di non farcela ad andare oltre le prime 50 pagine senza farmi partire un embolo.
Poi, caro Lev, ma un po' di fantasia no?
Anna ha un marito. Si chiama Aleksej. Anna ha un amante. Indovinate come si chiama? Oh sì, Aleksej. Ad un certo punto se ne rende conto pure lei e dice "Cazzo, ma si chiamano anche nello stesso modo!" (ok, ho leggermente parafrasato).
E Anna avrà una figlia. Indovinate come la chiama? No, indovinate. Ma Anna ovviamente. Per gli amici Annie, non si sa mai che ci si confonda. Anna ha anche una ragazzina inglese sotto la sua protezione. Hanna.
Le paranoie
Pensate di essere campioni mondiali di viaggi mentali?
Credete che nessuno possa battervi quando vi fate dei film mentali leggeri come la corazzata Potemkin?
Beh, VI SBAGLIATE.
Nessuno, nessuno può battere i personaggi di questo romanzo quanto a paranoie.
Paranoie assurde, articolate, angosciose, che durano capitoli interi e basate assolutamente sul nulla.
"Non mi ama più, ah, lo so che non mi ama più, ho visto come ha abbassato le palpebre di un grado e mezzo in più del solito per guardare di sottecchi questo tizio che è arrivato in casa nostra da sei secondi e che fra altri sette secondi se ne andrà, quasi quasi mi uccido, anzi no, prima le faccio una scenata".
Tutti così. La follia vera.
Quanto ci piace falciare l'erba
Il co-protagonista del libro è tale Levin, di cui si parlava prima, una piaga vera di uomo.
E a lui gli piace falciare l'erba. Gli piace tanto. E ce lo racconta per tipo 50 pagine.
50 lunghissime pagine. Di sudore, erba, fieno, falci lunghe, falci da affilare, contadini, oh ma qui siamo già passati, aspetta che non ti sto dietro, va' che bravo quello falcia meglio di me.
E quando smettono di falciare vanno a caccia.
E via con altre 750 mila pagine sulla caccia in cui non succede NIENTE. E il cane, poi l'altro cane, ma siamo in tre siamo scomodi, ah ma io mi fermo qui per andare un attimo a puttane, ecco io invece mi alzo all'alba e prendo tutte le beccacce brutti stronzi, il freddo, il caldo, il tiepido.
Quando smettono di cacciare votano.
Per altre 640587267 mila pagine.
Questa parte non mi è chiarissima, ammetto di aver saltato dei pezzi. Comunque lo stesso Levin in sostanza non ha capito una beata fava e quando è il momento di votare va a caso. Dopo che tua moglie ha speso 80 rubli per farti fare l'uniforme e farti andare figo alle votazioni tu non capisci un cazzo? Sei veramente una persona orrenda.
Anna
All'inizio mi piaceva. Mi piaceva davvero un sacco.
Poi inizia a fare una stronzata dietro l'altra e, un po' alla volta, ad essere la madre di tutte le piaghe.
Lei è The Queen of Paranoia.
Tanto che, ad un certo punto, la vorresti proprio spingere tu sotto al maledetto treno.
Alla fine si butta, ma è sempre troppo tardi.
Io, quando è successo, ho applaudito mettendomi in piedi sul divano.
Parte ottava
È l'ultima del libro, ho scoperto che il buon Lev ha dovuto pubblicarla successivamente e a sue spese perché il governo russo non era d'accordo con quello che c'era scritto.
Ecco, Lev, potevamo seriamente farne a meno.
Anna si butta sotto al treno e fine. Bravi tutti.
Non c'era bisogno di tutta quella manfrina sulla guerra e sulla religione.
Che probabilmente è la parte più importante di tutto il romanzo, ma una palla che non sto qui a dirvi.
In conclusione, potrebbe sembrare di no, ma il libro mi è piaciuto.
Avrei solo preso a schiaffoni forti tutti i personaggi plurime volte.
Forse l'unico che mi è stato un po' simpatico è Stepan Arkad'ic, un bonaccione senza coscienza. Ma anche lui si sarebbe meritato una sana dose di schiaffoni eh.
Ora mi dicono che dovrei leggere Guerra e Pace.
Io penso che per un po' mi terrò su libri più leggerini.
O almeno credo.

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