Prendete due editor appassionati di narrativa angloamericana, metteteli ai fornelli per alcune ore ed ecco che vi sfornano non la classica antologia ma un piccolo plotone di scrittori, alcuni già famosi e altri meno, che prende fuoco facilmente: nasce Burned Children od America. Il libro esce in prima edizione per i tipi di Minimum Fax nel lontano 2001, ma rimane ancora oggi un testo di riferimento (ristampato, infatti, di recente con la copertina qui accanto) per avere una panoramica di quello che si è pubblicato negli ultimi anni su riviste americane come McSweeney's, Columbia, Esquire o in antologie mai uscite in traduzione italiana. In alcuni casi si tratta di testi inediti, come il surreale Sonno di Shelley Jackson.
Difficile non notare quanto fresca e spesso divertente - ma sempre con quella punta di angoscia che fa, in sostanza, contemporaneo- può essere la narrativa di autori come Jonathan Lethem, Ken Kalfus, A.M.Homes (autrice de La sicurezza degli oggetti), Jeffrey Eugenides, Aimee Bender, Shelley Jackson, George Saunders e altri. Non mancano due rarità, come si dice, da collezione: il racconto di Rick Moody Circolazione e Incarnazioni di bambini bruciati di David Foster Wallace. Il primo è interessante per la struttura e l'uso di un'idea dominante di origine biologica, il secondo ricorda da vicino i racconti di Questa è l'acqua.
Ogni romanzo di Paul Auster, naturalmente, è un avvenimento. Mentre lo leggevo mi chiedevo spesso se i suoi affezionati lettori avranno visto di buon occhio questo Invisibile, la storia di un giovane studente amante della poesia che si trova coinvolto nel classico menage à trois con un insolito finanziatore di riviste letterarie e la sua consorte? Sul sito del suo editore italiano, Einaudi, si dice con il consueto rigore pubblicitario che "è stato accolto da critici e lettori come uno dei suoi capolavori".
Se provate a fare un giretto in Rete troverete molti pareri entusiasti. Ma le cose sono andate diversamente all'estero, come racconta questo articolo pubblicato su Il Piccolo. Per parte mia, ho la netta impressione che ci stiamo proprio dimenticando che cos'è un romanzo: lo stile telegrafico con cui scrive Auster - non sempre, qui dimostra di avere in effetti la mano stanca, come ricorda il feroce Ewdard Docx- e la storia che è quanto di più inverosimile e hollywoodiano si possa immaginare Invisibile è soprattutto un romanzo inutile, che non aggiunge né sottrae nulla a un grande scrittore le cui opere ricordiamo (e rileggiamo) sempre con molto piacere. Siate furiosi, se volete, ma Auster sta diventando ogni giorno di più di maniera.
Ben altri segreti era in grado di trattenere tra le pagine uno come Arthur Schnitzler, specialmente nei romanzi che non sono mai finiti sotto i riflettori. Uno di questi è Beate e suo figlio, pubblicato da Adelphi.
Siamo su un lago vicino Vienna, Beate ha perso il marito amato e segue con apprensione e disagio le evoluzioni umane del suo unico figlio diciassettenne. Una donna lo circuisce, sembra avere voglia di costruire per lui un'altra casa lontano dalle sue origini, ma per Beate è il fantasma di lei stessa...Schnitzler esplora, a modo suo, il complesso di Edipo, ma quanto resta lontano dalle conclusioni di Freud (belle le pagine del suo diario dove prende in giro il padre della psicanalisi) e quanto ci sa fare con le frasi, le scene, la tensione emotiva, le oscurità, la "vita della mente" (Hannah Arendt). Un classico, certo, che a tratti può apparire inattuale: ma ne siamo sicuri? Possiamo dare una data o un'epoca a questo genere di cose? Cambiano le dinamiche, forse, ma certe piste sono millenarie. Mi viene in mente la storia di Abigail De Pres in un romanzo contemporaneo come L'età di mezzo di J.C.Oates. Abissali differenze di stile, medesimo destino umano.
Tanto fuori moda è Schnitzler che il suo Doppio Sogno è diventato anni fa quel capolavoro che è Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Spettri viennesi.
Chiudiamo con una segnalazione davvero speciale: l'editore Il Saggiatore sta ristampando l'opera omnia di Allen Ginsberg. Copertine vistose, quelle ideate da Jon Gray che preferisce il manoscritto come texture alla più consueta grafica a base di fotografie. Speriamo che sia invitante, chissà, per quei pochi che non ricordano i celebri versi ginsberghiani...Intanto la fama già grande del poeta cresce sul web. Si moltiplicano i siti a lui dedicati, e nel mondo i reading devono essere ormai innumerevoli. Su The Allen Ginsberg Project ci si può fare un'idea di che cosa circola attorno all'opera del poeta beat più acclamato del mondo.
Pubblicato da Remy71 | Commenti
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