Cominciamo da Marco Paolini, noto drammaturgo attore e regista teatrale, che dopo due anni di scrupolose ricerche, racconta degli esperimenti per il perfezionamento della razza umana che, fra il 1934 e il 1945, hanno portato all’uccisione di oltre 300 mila persone sotto il regime nazista.
Persone considerate “difettose” o “malate” vennero sacrificate ancora prima degli ebrei sull’altare dell’ideale della creazione di una razza perfetta e invicibile, quella ariana.
Dopo lo spettacolo Ausmerzen, anche per rispondere alle domande che lo spettacolo stesso aveva creato, Marco Paolini si è immerso per un anno nella scrittura, rielaborando e tessendo in narrazione una mole enorme di dati, alcuni dei quali – tra i piú sconvolgenti – quasi sconosciuti.
L’interrogazione su eugenetica, scienza ed etica, e sulle politiche del potere si fonde nel racconto. Un narratore appassionato, pieno di sdegno e pudore, e non privo di humour, ci consegna cosí un libro di feroce potenza, destinato a diventare necessario. Per tutti.
In un racconto a tratti crudo quanto razionale, Paolini riporta alla luce tutte le vite spezzate dall’operazione di sterilizzazione che colpì omosessuali, malati di mente, e disabili.
“Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” racconta di coloro che morirono ancora prima dei terrificanti campi di concentramento. prima degli zingari, prima degli ebrei, prima degli omosessuali e degli antinazisti e continuarono a morire dopo, dopo la liberazione, dopo che il resto era finito.
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“Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” dal sito di Einaudi Editore