Consigli non richiesti a Roberto Giachetti. Ecco come fare a vincere le elezioni pur non meritandolo

Creato il 16 gennaio 2016 da Romafaschifo
Riprendiamo i ragionamenti di oggi dal punto in cui li abbiamo lasciati ieri: ci auguriamo che alle prossime elezioni il PD non vinca, le sevizie che ha perpetrato alla città negli ultimi tempi (in realtà negli ultimi decenni) sono imperdonabili. Semplicemente imperdonabili.

Questa posizione, tuttavia, non ci impedirà di ragionare, in questi mesi, sulle elezioni primarie e poi sulle elezioni amministrative. Anche perché la candidatura di Giachetti, velleitaria a dir poco, rischia di crescere per mancanza di avversari credibili e/o interessati a vincere.

Il tentativo patetico e disperato, per certi versi anche spudorato (ma davvero il PD si presenta col suo simbolo? Vergogna zero eh...) di Roberto Giachetti può avere una logica e stare in partita - ad oggi ne è fuori - esclusivamente se supportato da azioni profondamente irregolari, spiazzanti, inattese.

La principale tra queste, una volta composta la alleanza, ma anche prima è anticipare a tutti la squadra di governo della città. Una mossa che toglierebbe fior di punti percentuali (e fior di terra sotto ai piedi) ai grillini; una mossa capace di portare il dibattito su un altro livello, dimostrando la reale attenzione ai problemi concreti della città al di là delle manovre di potere.

Quando diciamo anticipare la squadra intendiamo dire che durante la campagna elettorale il candidato sindaco, Roberto Giachetti, dovrebbe consegnare all'elettorato la lista degli assessori. Tutti gli assessori. Dimostrando che questa lista verrà fatta a partire dalle esigenze reali della città e non col bilancino una volta visti i voti di preferenza (una cosa che più schifosa non si può) dei vari consiglieri comunali a valle. Tutti sanno come a Roma si svolgono le elezioni e quale è la filiera che porta voti di preferenza ai candidati, con una mossa del genere Giachetti si porrebbe per la prima volta al di sopra di questa logica malsana e marcia edificando un dialogo diretto tra il sindaco e la sua giunta e i cittadini elettori, bypassando o meglio rimettendo al proprio posto i consiglieri comunali.

Ma quando diciamo "anticipare la squadra" non parliamo solo della giunta. Parliamo anche di molto altro, più nel profondo. Intendiamo sapere, prima di votare, quale è la visione della città del sindaco e della classe dirigente che lo affiancherà e dunque vogliamo sapere, prima e indipendentemente dal risultato che faranno le varie correnti interne al PD o interne all'alleanza, chi sarà il direttore del Teatro di Roma, chi sarà il direttore dell'Opera, come ci si muoverò sull'Auditorium e sul Macro, chi verrà messo a capo di Atac, di Ama, chi sarà il consigliere che il comune piazzerà in Acea e quali saranno i dirigenti apicali e i capi dei dipartimenti e poi Farmacap, Risorse per Roma, Aequaroma e così via... Questo è il programma di governo da cui si può evincere dove andrà a parare una amministrazione, ché sulla retorica delle periferie, dell'attenzione agli ultimi, del coinvolgimento dei cittadini con l'indirizzo postale gmail non ci casca davvero più nessuno. 

Non mi interessa sapere che il sindaco vuole migliorare i trasporti - questo è ovvio -, mi interessa sapere quale uomo metterà all'assessorato ai trasporti e quale uomo metterà a capo di Atac. E mi interessa sapere quali dirigenti in Atac supporteranno il capo. E mi interessa parlare con queste personalità. Prima di votare. E così via per tutte le partite aperte. 

Non mi interessa sapere che il sindaco voglia finalmente sconfiggere la mafia dei cartelloni, mi interessa sapere a chi sta pensando per farlo nel ruolo di assessore al commercio e di dirigente dell'ufficio affissioni. Solo così potrò misurare la reale concretezza di quelle che sennò sono le solite promesse elettorali.
Piccoli consigli non richiesti nel caso non si accontentino di arrivare terzi...