Vorrei parlarvi di una scrittrice americana che visse nella seconda metà dell’Ottocento, dotata di un grande talento, ma della quale si sa molto poco. Si tratta di Constance Fenimore Woolson, il cui nome è spesso associato a quello dello scrittore americano Henry James (1843- 1916), suo grande amico e, secondo alcuni, amante segreto.
Un’autrice tristemente nota per essere morta suicida nel 1894, dopo essersi buttata dalla finestra del suo appartamento a Venezia, affacciato sul Canal Grande.
Da sempre, ogni tentativo di ricostruire la vita di quest’autrice si scontra con la scarsità di notizie a nostra disposizione. I manoscritti originali e i suoi taccuini sono andati perduti, e la maggior parte della sua corrispondenza privata è stata data alle fiamme dallo stesso Henry James.
Constance Woolson fu autrice di numerosi racconti, poesie e appunti di viaggio. Opere ispirate da situazioni e luoghi vissuti, come i grandi laghi del Michigan e il sud degli Stati Uniti dopo la Guerra di Secessione e, soprattutto, l’Europa, dove visse dal 1879. Una scrittura limpida, la sua, sotto la cui superficie si celano passioni e misteri inquietanti. Racconti immersi in una nebbia romantica, caratterizzati dall’amore per la bellezza, la gioia di colori, oltre che da una grande umanità.
Constance Fenimore Woolson nacque nel 1840 a Cleremont, nel New Hampshire e durante l’infanzia trascorse lunghi periodi nella regione dei Grandi Laghi, dove forte fu il legame con quella natura che poi avrebbe trasferito nella sua produzione letteraria. In seguito alla morte del padre, si trasferì per un breve periodo a New York, e iniziò ad inviare i propri scritti a numerose riviste letterarie.
Viaggiò molto. La dolorosa perdita della madre e il desiderio di Europa e Mediterraneo la condussero dal 1879 ad un costante girovagare, prima con la sorella Clara e la nipote Clare, poi da sola. Dal 1880 al 1883 fu a Firenze, Roma, in Svizzera e in Germania. Dal 1886 al 1889 convisse per un breve periodo con Henry James a Villa Brichieri, a Firenze.
Riconosciuta in patria come l’interprete della civiltà sudista, Constance Woolson scrisse numerosi racconti anche in Italia. Pubblicati da Sellerio, sono apparsi “Via del Giacinto”; “Il giardino davanti casa” e “Vigilia di Natale”.
Connie, come veniva chiamata, era bella e molto apprezzata in America per i suoi libri; ma afflitta da sordità e da una profonda solitudine.
“Un atto di follia certa”, lo definì Henry James, quell’ultimo gesto disperato che pose fine alla sua esistenza, al trepidare della sua anima dinanzi allo specchio della Laguna. A Venezia Constance visse sette mesi, una sorta di trasmigrazione nella solitudine di luoghi che tuttora parlano di lei.
Pronipote del grande romanziere statunitense prolifico nei primi anni del diciannovesimo secolo, James Fenimore Cooper, conosciuto come l’autore de “L’ultimo dei Moicani”, la Woolson è riuscita nell’impresa di affinare la sua anima al paesaggio attorno a Venezia, con una grande forza descrittiva dei sentimenti .
La voglia di dar voce agli afflitti, la tenacia nella scelta inusuale dei suoi personaggi, trovano spunto dal suo profilo biografico, dalle grandi perdite e delusioni affettive. Quale luogo quindi più adeguato di Venezia per un’anima tormentata: una donna che per l’epoca era già considerata anziana?
E proprio su questi paesaggi, resi eterni dai più grandi scrittori di ogni tempo, Constance Woolson si è soffermata sulla natura e sulla solitudine della laguna.
La notte del 24 gennaio del 1894, il tragico volo dalla finestra della sua camera al terzo piano dell’antico palazzo Orio Semitecolo, affacciato sul Canal Grande, a pochi passi dall’Accademia e dalla Chiesa della Salute.
Lo specchio della laguna ha accolto molte delle sue suppellettili, secondo quelle che furono le sue ultime volontà. E toccò proprio all’intimo amico Henry James il macabro compito, quale estremo tributo per non essere stato presente in troppi momenti della sua disperata solitudine. Insieme ad un gondoliere, egli si recò negli angoli più remoti della laguna con oggetti e abiti che le erano appartenuti, molti di colore nero. E non appena venivano gettati in acqua, essi risalivano a formare palloni tutti intorno, come orribili esseri animati.
James fuggì così da Venezia, dopo aver perso una grande amica.
“Conoscevo Miss Woolson da molti anni e le ero molto affezionato. Era la più dolce e tenera delle donne, e piena di intelligenza e condivisione”, furono le sue parole per lei.
Peccato che non riuscirono a salvarla, né da se stessa, né dai fantasmi che albergavano nella sua mente e, in altro modo, non avrebbero trovato pace.
Written by Cristina Biolcati