Contabilizzazione individuale del calore: un cambiamento per milioni di italiani

Creato il 03 dicembre 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Nell’affrontare le tematiche della contabilizzazione individuale del calore – oggi al centro dell’attenzione per l’urgenza di adeguare al d.lgs. 102/2014 gli impianti di riscaldamento condominiale centralizzato –  l’attenzione viene solitamente posta su aspetti quali l’entità degli investimenti richiesti, i benefici che ne possono derivare, l’importanza fondamentale della progettazione, i vantaggi ottenibili con dispositivi tecnologicamente allo stato dell’arte, e così via (consulta anche il dossier dedicato alla contabilizzazione individuale del calore).

Raramente – ma si potrebbe dire quasi mai – viene invece focalizzata l’attenzione sul fatto che l’adeguamento al decreto 102/2014 costituisce il più veloce e radicale cambiamento nella storia del riscaldamento degli edifici. L’affermazione sembra azzardata se la memoria corre ai vari e profondi mutamenti avvenuti in passato: basti pensare a ciò che ha comportato nel secolo scorso la sostituzione delle stufe a carbone, usate nelle singole unità immobiliari, con l’impianto di riscaldamento basato su una caldaia centralizzata che alimenta la rete di termosifoni installati in ciascun locale.

In realtà oggi siamo di fronte a cambiamenti di tipo sostanzialmente diverso. In primis per ragioni temporali: il passaggio dalle stufe ai termosifoni è avvenuto nel corso di molti decenni, con una logica che si potrebbe dire “generazionale”, mentre per l’adeguamento al d.lgs. 102/2014 i tempi disponibili, già costretti in un paio d’anni dal decreto stesso, nella gran parte dei casi si ridurranno ulteriormente rasentando i pochi mesi.

Ma l’aspetto più importante è un altro: è l’approccio totalmente innovativo che viene ora richiesto a ciascun cittadino nell’utilizzo del riscaldamento dei locali. Entro il 2016 cioè, decine di milioni di italiani dovranno cambiare radicalmente usi e abitudini riguardanti il comfort termico degli ambienti. È questa la sostanziale innovazione! Infatti i cambiamenti avvenuti nel passato sono stati tutti all’insegna dello “sgravare” via via le persone sia dal lavoro fisico (approvvigionare legna o carbone, accendere stufe e camini, alimentarli in continuazione, smaltire la cenere, ecc.), sia da ogni possibilità di intervenire regolando a piacimento la temperatura nelle stanze, giacché i radiatori non disponevano di valvole regolabili e l’unico modo per difendersi dagli eccessi era di aprire le finestre in caso di troppo caldo o di applicare fonti di calore aggiuntive nel caso di freddo insopportabile.

Gli effetti più importanti della contabilizzazione individuale del calore sono invece proprio quelli di fornire a ciascun utente gli strumenti sia per regolare al decimo di grado la temperatura di ogni locale, sia per sapere quanta energia sta consumando perché egli pagherà in base a essa, non più con logiche quali i millesimi. Ciò rende inoltre facilmente applicabile il D.P.R. 16 aprile 2013 n. 74, che fissa i valori massimi di climatizzazione invernale degli ambienti.

Tutto questo obbliga quindi ciascuna persona a livelli di responsabilità e di consapevolezza che in passato erano impensabili. Con la necessità imprescindibile di padroneggiare l’uso di dispositivi come le valvole termostatiche, di saper leggere congegni elettronici come i ripartitori, ecc.

La domanda che sorge inevitabilmente è fondamentale: come possono persone, di tutte le età e di tutti i livelli di istruzione, quand’anche dotate di tanta buona volontà, attingere ed apprendere in così poco tempo le conoscenze necessarie per arrivare a tali livelli di consapevolezza e di responsabilità?

La risposta avrebbero dovuto darla le istituzioni, ma sappiamo purtroppo che da esse non è arrivato ancora nulla.

È essenzialmente il cittadino che deve darsi da fare, documentarsi e assumere comportamenti più responsabili, prestando per altro molta attenzione nel ginepraio di informazioni non sempre chiare né corrette.

La contabilizzazione del calore negli edifici con riscaldamento centralizzato


R. Colombo, F. Zerbetto , 2015, Maggioli Editore

Il decreto legislativo n° 102/2014, con il quale il Governo Italiano ha recepito la direttiva 2012/27/UE, ha reso obbligatoria la misurazione individuale del calore consumato negli edifici.

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