contagion

Creato il 19 settembre 2011 da Albertogallo

CONTAGION (Usa 2011)

[Inserire luogo], [inserire data] …un virus letale/bomba batteriologica sta uccidendo/ha ucciso/ucciderà milioni di persone, mettendo in pericolo l’esistenza stessa della razza umana sulla Terra. Ecco, quando un film parte da queste premesse, lo devo ammettere, vado in brodo di giuggiole. Che poi è strano, a pensarci bene, dal momento che a parte qualche magnifica eccezione – Io sono leggenda, The road e soprattutto i capolavori 28 giorni dopo e L’esercito delle 12 scimmie – generalmente i film catastrofici risultano essere delle sonore schifezze (ricordate Doomsday?).

Dopo autori del calibro di Terry Gilliam, John Hillcoat e Danny Boyle, anche il buon Steven Soderbergh – il regista, non mi stancherò mai di ripeterlo, più sopravvalutato di Hollywood, le cui opere oscillano immancabilmente tra l’inutile e il noioso – ha deciso di confrontarsi con questo intrigante sottogenere. Con risultati, lo anticipo subito, che oscillano per l’80% del film tra l’inutile e il noioso, sebbene non manchi, qua e là, qualche piccolo colpo di genio e la pellicola si faccia apprezzare per un nient’affatto scontato buon gusto e senso della misura.

Buon gusto e misura che nascono dal semplice fatto che l’autore ha deciso di escludere dal film qualsiasi tentazione horror-fantascientifica (niente zombie o gang di motociclisti, insomma), riducendo al minimo elementi action e colpi di scena e optando per una mise en scène assolutamente antispettacolare: Contagion – con il suo passo lento, la sua attenzione al dettaglio scientifico, la sua ricostruzione certosina della diffusione del virus – è la trasposizione cinematografica di un documentario televisivo (musiche orrende comprese), un documentario che verosimilmente si sarebbe potuto girare/si girerà se alcuni di quei virus che ciclicamente terrorizzano l’opinione pubblica avessero fatto/dovessero fare il salto, diventando davvero pericolosi per l’umanità (non a caso il film cita i controversi episodi di Sars e H1N1).

Nessuna scena memorabile o spettacolare, musiche orrende, un senso globale di noia e inutilità… Cosa rimane allora di questo film, a parte il fatto che, in maniera abbastanza originale, non esagera nel catastrofismo scegliendo di illustrare in modo verosimile un argomento, ahinoi, non così inverosimile? Non saprei… Potrei citare il cast, di quelli che si usa definire stellari e che comprende tra gli altri Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet (la migliore, ma non è una novità), Jude Law e l’immancabile Matt Damon. Oppure potrei citare il personaggio interpretato da Laurence Fishburne, elegantemente in bilico tra l’hero e il villain. O ancora alcune scene niente male capaci di essere allo stesso tempo drammatiche o persino tragiche eppure non pornografiche nè patetiche (la famiglia che viene sterminata sotto gli occhi di Damon, l’assalto ai supermercati o la sorprendente lotteria finale). Da notare, ma in senso negativo, anche il pessimo doppiaggio (la Cotillard che pizzica le erre e dice “scé” invece di “c’è” non si può davvero sopportare), alcuni personaggi stereotipati o poco riusciti (specialmente il blogger interpretato da Law) e l’inutile spiegone finale che illustra la genesi del virus.

Alberto Gallo



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