...e subito dopo così...
Ma a me che importa, se ricevo lettere con regali così:
Devo mettermi a studiare come funziona un flexagono e l'attenzione cade sulla parola PAZIENZA, giustappunto... comunque, copio da un post di Sybille che ne è l'autrice (e che ringrazio ancora tanto, perché sa stupirmi per posta come solo la Socia):
Ció che amo nei flexagoni é che tutto é sempre giusto:Non esiste né Sopra né Sotto, né inizio né fine.Siamo noi stessi a definire sopra e sotto, destra e sinistra.Perché dipende dal pezzo di disegno sul quale lasciamo cadere lo sguardo: é questo il pezzo al quale in questo momento dedichiamo la nostra attenzione.Ho pensato che in fondo la vita stessa é tutta come un flexagono:Lo apro ed ecco il mio pezzo di vita come membro della mia famiglia – figlia, sorella, madre, moglie.Lo riapro ed eccomi come persona creativa.Lo riapro ancora ed eccomi cittadina, membro della societá, parte della popolazione.E lo riapro e scopro il mio lato spirituale.E poi ancora mi ritrovo come amica-del-cane, osservatrice di insetti, amante delle piante ecc…Peró come in un flexagono le varie parti sono sempre collegate fra di loro, fronte e retro e la pagina accanto, e ogni parte é contemporaneamente parte principale e parte secondaria.
E poi penso a certi discorsi zompati fuori da measachair, si parlava di democrazia (alimentare) e rivoluzioni e marketing, di melanzane e pane spezzato con le mani. E la mia testa lì, al salmì della cugina Augusta e all'allarme contaminazione della campagna lombarda (brividi) e alle radici così presenti e all'incapacità di sentirle rifugio. E le contraddizioni in cui ci muoviamo, pallose anche loro ma caspita! così vitali. Più pallosa la perfezione e la neve e tutto questo bianco, dopo un po', no?
Poi, però, si incontrano le parole azzeccate, per caso come sempre. E' silenzio, ed eccole:Alternando la chiavetu schiudi la casa dovela neve volteggia le cose taciute.A seconda del sangue che ti sgorgadall’occhio, bocca ed orecchiodiversa è la tua chiave.
Diversa è la tua chiave, diversa la parolacui è concesso volteggiare con i fiocchi.A seconda del vento che ti spinge vias’aggruma attorno alla parola la neve.
Da “Di soglia in soglia” di Paul Celan
E' mescolanza di fiocchi e di codici, una mescolanza tutta bianca. Allora un po' lo si deve ammettere, c'è bisogno anche di quella perfezione lì, devo piantarla di fare la cinica. Poi però non venite a rompermi se abuso di cuori, se non mi riconoscete più.