contenuti Facebook per non fare schifo al mondo

Da Gynepraio @valeria_fiore

Con il tipico sguardo sprezzante della volpe che non arriva all'uva e quindi dice che è acerba, non mi vergogno di affermare che secondo me l'algoritmo di Facebook è carta da culo. É più probabile che le mie doti di social media management siano molto scarse: sulla mia fanpage non bazzica nessuno, il mio profilo personale se lo cagano solo quelli che mi vogliono bene. Ma io vi prego di non sottovalutare la capacità dei vostri contenuti Facebook di offrire un rapido quadro del vostro mondo e modo di comunicare. Siccome io penso che non siamo (solo) quello che facciamo, non smetterò di volere bene a un'amico perché condivide regolarmente i post di "Dimissioni e tutti a casa". Ma vi assicuro che se dovessi valutare un potenziale partner, a uno che condivide i post di Francesco Sole io non mi concederei nemmeno sotto tortura. Quando devo prendere informazioni* su qualcuno (neoassunti, potenziali fidanzati, nuove fiamme dei miei ex, ex fiamme dei miei fidanzati) io scandaglio attentamente i loro contenuti Facebook. Non escludo che head hunter e recruiter facciano lo stesso. Insomma, prestate attenzione a quello che pubblicate, perché le foto del saggio di flauto della 2° media potete bruciarle, ma quello che fate in rete no.

contenuti facebook da non pubblicare, mai, in nessun caso:
  1. Qualsiasi contenuto/giochetto/call-to-action dalla cui condivisione, apparentemente, vi frutteranno denari, buona fortuna, preghiere o qualsiasi news dalla cui mancata condivisione, parimenti, vi deriveranno perdite economiche, sventura, malocchio
  2. Photogallery nel cui titolo ci sia scritta la seguente postilla: "La 8 è sorprendente/ meravigliosa/ commovente/ straziante/ divertente"
  3. News su complotti, alieni, prodotti miracolosi, alternative ai medicinali autorizzati dall'Agenzia Italiana del Farmaco. In particolare, vi segnalo che Dionidream non è una fonte medica autorevole, anche se dice sempre ghiandola pineale e ritmi circadiani.
  4. Citazioni attribuite a Paolo Coelho, Fabio Volo, Gibran, Roberto Benigni, Jim Morrison (ma davvero? Facebook non è uno zaino Jolly Invicta), Frida Kahlo e Alda Merini (pace all'anima loro)
  5. Risultati di test su chi è il vostro animale guida o quello in cui vi reincarnerete, chi eravate in una vita precedente, quanti anni farete di purgatorio, quanto angioletto e quanto diavoletto c'è in voi (nel buio della vostra stanza il test potete farlo, eh! Basta non condividere il risultato)
  6. Necrologi preconfezionati. Se non sapete esprimere pubblicamente o privatamente il vostro cordoglio in modo personale -cosa che peraltro non vi obbliga nessuno a fare- potete anche tacere rispettosamente. E' una forma di empatia pure quella.
  7. Ringraziamenti collettivi agli auguri di compleanno, in particolare qualora contengano le seguenti frasi: "Mamma mia, siete tantissimi" come Madonna ai concerti e "Cercherò di rispondere singolarmente appena possibile" lasciando intendere che c'avete un'agenda a fisarmonica e i vostri impegni non ve l'hanno permesso finora.
  8. Conversazioni private rese pubbliche (Quando vedo un post del tipo "Ehi, stase che fai?" mi viene voglia di intromettermi e scrivere "Pensavo a un bel raspone a 2 mani". Non è escluso che un giorno lo faccia)
  9. Post, anche originali e brillanti, che contengano errori grammaticali: per mia esperienza, questi scivoloni sono quasi tutti riconducibili ad apostrofi, accenti, acca, anglicismi compitati a caso. Fate sempre proofreading, chiedete a un amico, eventualmente googlate. Se vi rendete conto di aver commesso un errore, non autodenunciatevi nei commenti: correggetelo con l'apposita funzione "Modifica post". Se siete fortunati, non se ne accorgerà nessuno.
  10. J'accuse generici che però sottendono un preciso messaggio e uno specifico destinatario che, parafrasando la scenetta che state figurandovi in mente, si dovrebbe cagare sotto dovrebbe tremare dal senso di colpa per questa frecciata sottile e pungente (di solito, l'algoritmo di Facebook intuisce che tra voi c'è maretta e non glielo fa manco apparire in timeline).
CONTENUTI FACEBOOK DA PUBBLICARE CON MODERAZIONE:
  1. News, anche scontate, tratte da fonti autorevoli o quantomeno da voi verificate. Magari, se David Bowie è mancato nottetempo, è presumibile che verso le 11 di mattina la news sia nota ai più e non occorra condividere la breve dell'Ansa che lo annunciava. Ma fate voi.
  2. Foto di vacanze, gite, visite a musei purché belle. Esempi: scatto del castello visconteo di Abbiategrasso ok, scatto parcheggio dell'Esselunga di Abbiategrasso no. Scatto dell'escursione in giornata a Luxor ok, scatto della lezione di acquagym nel resort di Sharm-El-Sheikh no. Passeggiata al Parc Guell in pieno sole, vale uno scatto; medesima passeggiata sotto una pioggia scrosciante, anche no.
  3. Quanto approvato al punto 2 non vale laddove alla foto si accompagni una didascalia tra le seguenti: "Io resto qui", "Ciao a voi che lavorate", "Brutta giornata a Barça, eh?". Uno qualsiasi di questi commenti è in grado di annullare tutta la carica aspirazionale della foto cui si accompagna e distruggere quella allure da giramondo col marsupio che stavate faticosamente costruendo.
  4. Quanto disapprovato al punto 2, è consentito nel caso in cui sia accompagnato da una didascalia motivante
  5. Foto di coppia, anche tenere, ma badando di bilanciare didascalia e foto. Scendendo più nel dettaglio: didascalia dolce -> foto neutra oppure foto tenera -> didascalia neutra. Tra l'altro, gli status troppo teneri portano tigna: non lo dico io, lo dice la scienza.
  6. Foto di animali domestici, neonati e bambini purché non brutti. Laddove brutti non significa "intrinsecamente brutti" ma "oggettivamente venuti male": storti, scomposti, con macchie di cibo, piangenti, etc. Per intenderci, se il vostro cane sembra una jena con l'alopecia non è colpa sua, povera bestiola, ma vostra che non sapete fotografarlo in modo decente. Se il vostro bambino è un po' strabico, non fotografatelo sempre in primo piano con un occhio che gioca a carte e l'altro che segna i punti. Valorizzatelo: è il vostro bambino, vale uno sforzo artistico. Oppure non fotografatelo, la cosa non gli bloccherà certo la crescita né gli impedirà di essere ammesso al MIT. Se è buffo, brillante, unico, è un'altra cosa.
  7. Selfie premianti. Se vi scattate un selfie spinti da un narcisismo latente (che è l'unica ragione che sta dietro a un autoritratto, chiedetelo a Van Gogh o alla già citata Frida) accertatevi che sia venuto bene. Se avete un dubbio sul concetto di "venuto/a bene" ponetevi questa domanda: dovessi andare al Creatore or'ora, in assenza di altre alternative, metterei quest'immagine sulla lapide? Se la risposta è no, scartatela. Punto. Se la foto mette in evidenza i vostri difetti irrisolvibili (rotoli, nasone, strabismi, capelli radi) oppure denuncia qualche -peraltro normalissima- defaillance (occhiaie, occhi abbagliati dal sole, volto contratto da smorfie di dolore, scalpo unto, unghie nere, ricrescita grave), non pubblicatela. Nessuno smetterà di volervi bene.
  8. Contenuti Facebook di tanti anni fa, ri-condivisi. Se lo fate cum grano salis e sporadicamente, è una mossa che evoca un passato spumeggiante. Se lo fate ogni giorno, denuncia un presente deludente.
  9. Gif e video divertenti, rifuggendo come la peste quelli dal classico mood giuggiolone-wannabe-goliardico tipo la femmina procace che si spoglia e che al secondo 35 si rivela essere un trans dal pene ingombrante.
  10. Pensieri, riflessioni, ricordi, spunti, barzellette, aneddoti nati dalla vostra creatività, purché scritti in italiano corretto (che non significa forbito né eloquente, ma solo ortodosso) e di una lunghezza accettabile: 3,5,7 righe al massimo. Se i vostri contenuti Facebook sistematicamente richiedono 29 righe, una buona idea potrebbe essere incanalare la vostra passione per la scrittura in un blog.

*non ho detto stalkare, ho volutamente detto prendere informazioni. Per stalkare, conviene incrociare le rilevazioni di Facebook-Linkedin-Instagram.