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Conti pubblici: anci in audizione su def; insostenibile per i comuni

Creato il 20 aprile 2011 da Apietrarota

 

CONTI PUBBLICI: ANCI IN AUDIZIONE SU DEF; INSOSTENIBILE PER I COMUNI

 

''Nella valutazione delle dinamiche di finanza pubblica non si specifica il ruolo svolto dai singoli comparti, impedendo di fatto una corretta valutazione circa il contributo offerto dai Comuni al risanamento dei conti pubblici''. E' quanto ieri sera l'Associazione dei Comuni ha dichiarato alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, nel corso delle Audizioni su un Def giudicato insostenibile da Salvatore Cherchi, responsabile della finanza locale dell'ANCI.

''Nel DEF – ha spiegato ai membri della Commissione Cherchi - lo Stato impone risparmi eccessivi alle Amministrazioni Locali per dirottare trasferimenti ad altri livelli di governo strutturalmente in disavanzo. Cio' determina una pericolosa interferenza con la sana gestione di ciascun comparto, costringendo gli enti a comportamenti impropri, com'e' quello assegnato ai Comuni di generare avanzi bloccando gli investimenti, nonche' una sostanziale opacita' circa la sostenibilita' finanziaria delle politiche perseguite dagli enti dei singoli livelli di governo, visto che questi si trovano ad operare strutturalmente in disequilibrio di bilancio''.

Disarmante il parere dell'ANCI in Commissione. ''L'eccesso di manovra caricato sui Comuni - ha dichiarato Cherchi – e' previsto perpetrarsi anche per il biennio 2011-2012, definendo uno scenario insostenibile per gli Enti locali e che vedra' inevitabilmente aumentare il numero di Comuni che non potranno rispettare il Patto''.

Per quanto riguarda, invece il federalismo fiscale recentemente disciplinato dai decreti attuativi, ''l'intero documento - ha sostenuto il responsabile finanza locale dei Comuni - non sembra dare grosso peso alla riforma federale in atto, se non per dare conto in modo descrittivo della produzione normativa realizzata. Manca nei fatti – ha precisato Cherchi - un'impostazione federalista della programmazione di bilancio e dei prospetti tendenziali, che non restituiscono di certo al lettore l'idea di una finanza pubblica multilivello. Sarebbe stato utile che, oltre alle preziose analisi contenute nel documento, ci fossero stati anche alcuni riferimenti quantitativi circa le implicazioni della riforma federale sulle dinamiche di bilancio o, viceversa, in merito all'impatto della programmazione di bilancio sull'assetto federale''.

Per quanto riguarda invece il PNR ''nella sezione relativa alla descrizione delle riforme da mettere in cantiere – ha sostenuto Cherchi -  il ruolo dei Comuni viene relegato ai margini dell'azione di governo, se non addirittura in contrapposizione. Altrettanto ambigua la proposta di 'zone a burocrazia zero', che potrebbe generare eccessivi costi alla comunita' locali a fronte di incerti benefici in capo a pochi, dopo che con le stesse motivazioni sono state congelate le zone franche urbane, che invece scaricavano i costi sulla fiscalita' nazionale''.

Salvatore Cherchi a nome dell'Associazione ha quindi chiesto alle Commissioni ''di integrare il DEF 2011 con i prospetti relativi ai singoli comparti, sia in termini di analisi dei risultati per il periodo 2009-2010, sia con riferimento alle proiezioni tendenziali per gli anni 2011-2014 e di esplicitare la distribuzione della manovra di bilancio per singolo comparto, la valutazione dei contributi forniti al risanamento e l'impatto sui pesi relativi all'interno della Pubblica Amministrazione per tutto il periodo 2009-2014, nonche' di fornire una valutazione del grado di sostenibilita' della manovra per ciascun comparto, proponendo appositi strumenti e indicatori''. Nello specifico e' stato chiesto dall'ANCI ''di predisporre un'analisi di sensitivita' per i principali tributi devoluti ai Comuni, nonche' una descrizione della loro ciclicita' e una valutazione dell'impatto della crisi del settore immobiliare sul gettito potenziale della futura imposta comunale; di introdurre nel piano delle riforme anche l'individuazione dei soggetti attuatori''. Dal punto di vista sostanziale Cherchi ha poi chiesto di ''valutare la possibilita' di: modificare i target del Patto di Stabilita' Interno, accostando alle indicazioni in termini di saldo-obiettivo, anche alcuni vincoli costruiti sulla base dell'ammontare delle risorse destinate ad alcune voci di spesa, tipicamente concedendo maggiori margini di manovra per gli investimenti. Si tratterebbe cioe' di perseguire - ha spiegato - almeno parzialmente un' impostazione in termini di 'golden rule'''. Inoltre l'ANCI ha invitato i rappresentanti delle istituzioni presenti ad ''estendere la disciplina sanzionatoria prevista per le Regioni al fine di uniformare il sistema per il mancato rispetto del Patto di Stabilita' interno e di abrogare il comma 3 dell'articolo 14 del decreto legge n. 78 del 2010 il quale prevede il taglio dei trasferimenti correnti per un importo pari alla differenza tra il risultato raggiunto e l'obiettivo programmatico. La disposizione in oggetto modifica la sanzione gia' prevista dall'art. 77-bis comma 20 del decreto legge n. 112 del  2008  il quale mette un tetto massimo alla riduzione dei trasferimenti pari 5%''.

Infine l'ANCI ha chiesto ''di smaltire i residui fuori dal Patto; di interrompere la dinamica cedente dei trasferimenti sia statali che regionali, assicurando al comparto, con apposita fiscalizzazione, un ammontare di risorse non inferiore in termini reali a quello registrato nel 2009''.

Roma, 20 aprile 2011


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