La proposta della Commissione Europea, già appoggiata anche dalla Commissione Ambiente e dal Consiglio dei Ministri, quindi anche dall’Italia, è quella di separare le pinne dallo squalo solo quando questo è già a terra e non prima. In questo modo si avrebbe un perfetto controllo sul prelievo.
Questo massacro per una zuppa! Vergogna…
E proprio negli ultimi giorni di Settembre si è di nuovo riunita la Commissione Pesca del Parlamento Europeo che, per l’ennesima volta, non ha trovato una soluzione definitiva al problema per l’opposizione dell’europarlamentare portoghese Patrao Neves che ha usato il suo ruolo di relatore pur di non far adottare i necessari miglioramenti proposti dalla Commissione. Pur essendo vero che l’articolo 4 riguardante i permessi speciali è stato cancellato, è pur vero che sono passati emendamenti poco chiari e inconsistenti che potrebbero ancora indebolire il Regolamento.
La parola passa ora alla votazione plenaria del prossimo 19 Novembre (sempre che non venga prorogata) durante la quale ci si augura che tutti i parlamentari europei, italiani compresi, voteranno a favore della proposta della Commissione Europea che prevede che gli squali vengano sbarcati con le pinne naturalmente attaccate al corpo senza alcuna eccezione.
La domanda di pinne di squalo è aumentata vertiginosamente dal 1980. Sul mercato di Hong Kong il loro prezzo varia dai dai 90 ai 300 euro al chilo mentre la carne, sul mercato europeo, varia da 1 a 7 euro. Il motivo della forte impennata della domanda di pinne di squalo sul mercato cinese sta nella costante crescita dell’economia di quel paese.
L’Europa, e la Spagna in particolare, sono i maggiori fornitori del mondo di pinne di squalo verso l’Est asiatico.
Mako
Fra le tante assurdità di tale mercato ciò che più andrebbe messo in evidenza è quanto inconsistente, se non addirittura di basso livello civile, sia l’utilizzo delle pinne nella cucina cinese. La prima cosa che fa inorridire è con quanta leggerezza i cinesi gustino nei loro ristoranti la “leggendaria” zuppa di squalo sapendo benissimo cosa c’è dietro. Poi, e forse pochi lo sanno, ma la zuppa in questione non è altro che un brodino a base di pollo in cui le pinne di squalo, che sono totalmente prive di sapore, servono soltanto per rendere il tutto un po’ più colloso. Dimenticavo di dire che queste famigerate pinne sono ritenute dalla scienza prive di qualsiasi valore nutrizionale. Tutto questo è sufficiente per per far capire a tutti, ma lo capirebbe anche un bambino, che il piatto servito nei più cari ristoranti di Hong Kong non è altro che un bluff, un vero e proprio status simbol e basta.
Verdesca
Alle isole Azzorre gli squali sono pescati con i palamiti, compilicate ragnatele di fili lunghe chilometri appena sotto la superficie del mare. Le catture più frequenti sono costituite all’ottanta per cento da verdesche (Prionace glauca) e il restante venti per cento da mako (Isurus oxyrinchus).
L’impatto ambientale di questa pesca è veramente notevole se si considera che le due specie prese in considerazione sono ritenute in via di estinzione. Ad aggravare il problema sono anche alcune delle caratteristiche di questi animali: una crescita molto lenta, la tarda maturità sessuale il bassissimo numero di piccoli messi al mondo. Ne deriva che, una volta impoverite, queste popolazioni non hanno il tempo per recuperare il numero.
Non di scarsa importanza è anche il fatto che il prelievo eccessivo di predatori al vertice della catena alimentare minaccia la stabilità dell’ecosistema marino. Questo è oggi considerato il maggior fattore di rischio per la sopravvivenza degli squali.
Massimo Clementi
Le fotografie degli squali vittime del finning le abbiamo riporese da Wikipedia
Shark Alliance, una coalizione di oltre 100 organizzazioni di ricerca, associazioni ambientaliste e ricreative, ha lanciato per il quinto anno, la Settimana Europea dello Squalo chiedendo ai ministri della pesca dell'Unione Europea di proteggere gli squali dal sovrasfruttamento e dal finning, l'inutile e crudele pratica che consiste nel tagliare le pinne degli squali per poi rigettarne il corpo in mare.
Le associazioni che fanno parte di Shark Alliance, gli acquari, i diving e altre organizzazioni ambientaliste in almeno 16 Paesi in tutta Europa, inclusi Italia, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Slovacchia, Svezia e Regno Unito organizzeranno eventi, registreranno messaggi da inviare ai ministri della pesca e raccoglieranno le firme per una petizione che chiede urgentemente ai decisori politici di resistere alla pressione dell'industria della pesca e fare pressione per proteggere gli squali.