Lo confesso, soffro di vertigini da campagna elettorale e non vedo l’ora che questo tour de force sia chiaramente (de)finito.
Ma, come dicevo, si tratta di un sogno. La realtà, invece, richiede tutto il mio/nostro impegno per tenere alta l’attenzione sul tema CULTURA, che potrebbe finire per essere ‘dimenticato’ dall’attuale contest politico italiano.
Per questo motivo è importante la nuova iniziativa del Domenicale del Sole 24 Ore: “Il governo della cultura, la cultura al governo” che prosegue la sfida del “Manifesto per la cultura” dello scorso febbraio.
Cinque domande chiare e puntuali rivolte ai candidati premier che intendono: ricordare (chi siamo), suggerire (cosa potremmo essere), consigliare (come diventarlo), illuminare (sulle opportunità a portata di un Paese che investe sul futuro), ma soprattutto avere RISPOSTE chiare e puntuali.
- Gentile candidato premier, se vincerà le elezioni, intende aumentare le quote di Pil destinate alla cultura, alla ricerca, all’istruzione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico portandole ai livelli degli altri Paesi europei e dei Paesi economicamente più sviluppati? Oppure non lo ritiene possibile o necessario?
- Se sì: in che modo pensa di spendere produttivamente quei soldi? Se no, in che modo, da chi e con quali strumenti intende trovare le risorse necessarie per rilanciare e riqualificare cultura, ricerca e istruzione, nonché per promuovere la fruttuosità economica del patrimonio storico-culturale e paesaggistico?
- La pratica artistica e musicale non sono insegnate nelle scuole, e questo fatto danneggia la nostra scuola e la nostra immagine nel mondo. Sforniamo analfabeti funzionali, inconsapevoli del loro patrimonio circostante. Se andassse al governo cambierebbe i programmi scolastici introducendo queste materie fin dai primi anni di scuola?
- In vista dell’arrivo di ingenti fondi europei, che iniziative intende intraprendere per incrementare l’impresa creativa italiana e per esportare il valore della nostra cultura e del nostro patrimonio storico-artistico, storico-scientifico e paesaggistico nel mondo?
- A fronte del fatto che secondo numerosi e accreditati studi non c’è sviluppo economico e sociale costante in un Paese che spende meno del 2% di Pil in ricerca e innovazione e che non valorizza, anche economicamente, il ruolo dei giovani ricercatori, che cosa intende fare per fermare il declino della ricerca italiana, l’emorragia di giovani ricercatori e il disinteresse dei ricercatori stranieri nei riguardi del sistema italiano della ricerca e dell’innovazione?
Nella maggioranza dei casi si trattava di persone che avevano perso il lavoro e si erano ritrovate a vivere per strada e mangiare alla mensa dei poveri. Arriva il turno di un piccolo uomo, con il cappotto logoro ma dignitoso, che rivolgendosi al giornalista, a cui aveva raccontato la sua storia, dice:
Sa cosa ho imparato dalla vita? Che carità e cultura non hanno colore.
A questo punto ho deciso di cambiare sogno. In attesa di leggere le prime risposte dei candidati (che saranno pubblicate sul supplemento domenicale a partire dal 3 febbraio), mi auguro che il prossimo premier italiano, in fatto di cultura (e carità), non abbia proprio colore!
Voi che ne dite?