Giuro vi faccio soffrire solo un altro pò parlando di cibo madrileño!! Giusto il tempo di farvi venire voglia di prendere letteralmente a morsi la città!
E poi non dimentichiamoci che la mia era una terapia di autoanalisi per superare il trauma da ritorno! Mi trovo ancora nella fase 3, quella del risveglio progressivo che comporta un riepilogo mentale di tutti i luoghi che amo e che non so perché ogni volta devo lasciare (cliccate qui per il post che spiega la fase 3)…
Ma…perché li lascio?? Per quale congiuntura astrale non riesco a fermarmi a Madrid per sempre??
Suppongo sia la stessa congiuntura che mi impedisce di fermarmi ovunque, devo accettarlo. Oppure no?????
Ecco, vedete?? Sta tornando il panico, devo stare attenta e non ricadere nella prima fase, quella dello shock!! (e invece cliccate qui per ritornare alla disastrosa fase 1!)
E’ ancora presto, non sono guarita. Devo continuare con il ripasso mentale. Lo accetto. Mi risdraio sul divanetto e ricomincio a raccontare.
Parlare di Madrid è come prendere un ansiolitico ad effetto immediato. Divento docile come un agnellino e mi si stampa sulla faccia il solito sorriso ebete compiaciuto e appagato. Sostanzialmente mi do il contentino da sola. Scaltra.
Prego, Signorina Girotrottolando, si sdrai e mi dica, da dove vuole ricominciare?
9.BAR DE TAPAS: EL TIGRE
Era il lontano 2008 ed io, assieme ai miei primissimi compagni di avventura, senza futuro e soprattutto senza soldi, andavamo al TIGRE a scroccare la cena. Per i più fini darò la definizione del verbo Scroccare = Farsi offrire qualcosa da altri senza spendere niente; vivere a spese di altri.
Certo sul vocabolario sembra proprio negativo!!! In realtà quello che facevamo era approfittare della filosofia filantropa del locale, per la quale, alla modica cifra di 1 euro o giù di lì, ti veniva servita una piccola caña (bicchiere di birra) e piatti di tapas tanto generosi da far venire le lacrime agli occhi! Pensate alle conseguenze di tutto ciò: essendo le tapas offerte sempre in quantità eccessiva per tutti i comuni mortali che avevano normalmente già cenato, le stesse povere tapas venivano puntualmente abbandonate lì nei piatti!! E come potevamo noi, che invece, PER PURO CASO, non avevamo cenato, lasciarle li sole solette??? Non sia mai!! Carne al sugo, purè, crocchette, jamon, nachos…Ci saremmo meritati l’ira degli dei per sprecare tutto ciò!
E così diventammo i salvatori delle tapas dalla spazzatura, i gladiatori che lottavano spavaldamente per raggiungere lontani piatti, pieni e soli, in pericolo di caduta dai tavolini precari, i guardiani dei tesori culinari di uno dei bar più tipici della città (noi tuteliamo i beni culturali!!!) insomma gli eroi mascherati pronti a difendere i diritti di formaggio, prosciutto e polpette con le unghie e con i denti!
Soprattutto con i denti direi:)
Non sono più tornata al Tigre, forse perché mi ricordava troppo quegli inizi difficili ed esilaranti. Quando ci lavavamo con le salviettine multiuso per strada, quando tornavamo troppo tardi in ostello, perché cercavamo tutto il giorno una casa economica che sembrava introvabile, e dovevamo rubare le chiavi della cucina già chiusa, quando il proprietario dell’ostello ci inseguiva arrabbiato e quando per l’appunto noi scappavamo al Tigre, dove il ragazzo che stava sempre lì, tagliando il prosciutto, ci sorrideva di un sorriso speciale, quel sorriso ammagliante, allo stesso tempo furbo e disponibile che a volte mi sembra che solo i spagnoli sappiano fare.
Adesso so che il bar è diventato molto di moda tra gli Erasmus, forse per le nostre stesse ragioni o forse per la sua tipicità rustica, comunque vale la pena di vederlo e, se andate, per favore, rubate una polpetta simbolica per me!!
Dopo i giusti ringraziamenti al Tigre per averci sfamato nelle notti più buie, passerei invece a quello che forse è il miglior posto in cui ho mangiato cucina spagnola e questa volta non gli avanzi!! Il punto 10:
10.RISTORANTE ALMENDRO 13
Il menù è veramente esplosivo, quando lo aprirete le mani vi solleticheranno dal piacere di una scelta in ogni caso azzeccata e le papille gustative vi salteranno quasi fuori dalla bocca dall’impazienza!
Ma, ricordate, durante la vostra eccitante scelta ci sono pochissime parole magiche che dovrete sapere a memoria:
Huevos rotos con patatas y jamon
Patate fritte con uovo (rotto!) e il prosciutto crudo più buono della storia…
Se non vi è chiaro il concetto ve ne metto un’altra:
Adesso avete capito?!?!
Perfetto, siete pronti per dirigervi spediti a pranzo all’ Almendro 13 in Calle del Almendro (non potete sbagliare!!!), zona La Latina.
11. UN ALTRO BAR DI TAPAS: IL LAMIAK
Sempre in zona La Latina (avrete capito che è la mia preferita, no?), molto vicino all’ Almendro 13, è un bar piccolo dove, per entrare, di sabato e domenica, dovete mettervi le protezioni da football americano e sfondare! Oppure decidete come me, di andare durante la settimana quando ci sono poche persone e potete anche godere delle belle mostre artistiche ospitate dal bar e diverse ogni mese.
Exposición de Africa Perillán Díaz (fonte: pagina Facebook del Lamiak)
Exposición de Africa Perillán Díaz (fonte: pagina Facebook del Lamiak)
Anche in questo caso, tra la lunghissima lista di tapas, c’è la raccomandazione speciale! Gli esperti dicono che negli ultimi 10 anni è la tapas regina indiscussa di bontà, leader number 1 senza rivali, i meno esperti continuano a provarla e riprovarla per capire quale oscuro segreto si cela dietro a tanta delizia, i nemici si arrovellano il cervello cercando un difetto, uno solo, senza alcun successo e i novellini si liquefanno sotto il tavolo con la forza solo di dire: otra por favor!!! (un’altra per favore!!!)
E’ lei:
Pane, pomodoro, un formaggio di capra che fa accapponare la pelle ai francesi con la puzza sotto il naso e morire di invidia gli italiani tifosi del parmigiano, più quell’elemento dolciastro che la rende divina, la cipolla caramellizzata!
Che altro dire? L’indirizzo?
Lo vedete sul tovagliolino rosso!