L’Amministratore sarà obbligato ad aprire il conto corrente condominio per la gestione delle spese comuni
Il conto corrente non potrà essere intestato all’amministratore, ma al condominio stesso a cui si riferisce e consentirà agli stessi condòmini di ottenere una maggiore trasparenza sulla gestione, grazie alla
possibilità di visionare le transazioni avvenute. Il mese scorso, infatti, l’Arbitro Bancario Finanziario ha sancito il principio per cui ciascun condòmino potrà prendere visione dei movimenti avvenuti sul conto corrente condominio, sebbene egli non ne sia l’intestatario diretto, accogliendo il ricorso di una condòmina che si era vista negare tale diritto da parte di una banca per questione di privacy.
Oltre alla trasparenza, però, un beneficio per i condòmini potrebbe consistere nel decorso in loro favore degli interessi maturati sulle somme depositate di volta in volta, sebbene realisticamente non dovrebbe quasi mai trattarsi di somme cospicue ed in grado di attutire, anche solo in parte, i costi condominiali.
Tuttavia, potrebbe esserci un rovescio della medaglia. L’apertura di un conto corrente condominio intestato a un condominio viene considerata da alcuni istituti come intestato ad una società, mentre per altri potrebbe configurarsi come persona fisica.
La differenza non sarebbe di poco conto. Qualora un condominio fosse trattato dalla banca alla stregua di una società, l’imposta annua di bollo sarebbe di 100 euro e non di 34,20. E sarebbero addebitati gli interessi sullo scoperto, cosa che non avviene per le persone fisiche.
Tra le nuove norme c’è anche l’obbligo per l’amministratore di munirsi di una polizza individuale di responsabilità civile e l’elevazione da 4 a 8 del numero minimo di condomini per la nomina giudiziale di un amministratore.