Contrabbando Poetico, liberare la poiesi

Creato il 02 settembre 2011 da Faprile @_faprile
venerdì, 02 settembre 2011 Contrabbando Poetico, liberare la poiesi

Scrivete Contrabbando Poetico sulle vostre banconote

Fonte: www.contrabbandopoetico.wordpress.com

Testo: Francesco CP Aprile (luglio 2011)

Foto: Valentino CP Curlante (luglio 2011)

De-Noted. O l’arte di scrivere, disegnare, sulle banconote. Le vecchie lire ne conservano ancora il ricordo nella nostra memoria. Le vecchie lire. E gli appunti al volo sulla carta morbida dell’oggettivazione nostra quotidiana. In Alaska il Salty Dawg Saloon si presenta con le pareti completamente tappezzate da banconote firmate dai clienti. Fra il 2010 e il 2011 in Italia si scatena la protesta anti-berlusconiana a suon di slogan “Berlusconi dimettiti” trascritti sulle banconote, mentre a Padova gli studenti in protesta trasmettevano i loro slogan, sempre sulle banconote, “Senza di Noi Padova muore”.

De-Noted. O dello scrivere e lasciare traccia di sé. Il mezzo ad alta circolazione che estrinseca il concetto di diffusione dalle logiche “mercatali” da provincia dilatata e provoca, grida, senza voce, del non inaridirsi, del non arrendersi a logiche che estenuanti stillano via l’essenza del ritmo vitale. E si affida, la poiesi, al non credere che logiche di mercato segnino il corso delle nostre esistenze. Al non credere. Al non farsi scorrere addosso. Logiche di mercato ci mostrano quanto dinamiche irrazionali legate al bombardamento massmediatico – anche – masturbino l’escandescenza economica mondiale tratteggiando, appunto, una descrizione irrazionale, a tratti, del mercato affidato a logicismi estremi e dirottato a mezzo di manipolazione pubblicitaria su dinamiche alterate dell’irrazionale quotidiano, incanalato, però, sulle frequenze economiche dell’imperativo del comprare. E si scatena l’irrazionale quotidiano sulle tracce di un raziocinio estremizzato manipolato sulle frequenze di un principio di fedeltà alla marca che, complesso, a più dimensioni, battezza i nostri gesti verso atteggiamenti favorevoli e forti preferenze dettate dalla pelle, dinamica, del terzo millennio, la marca, e le astruse leggi del mercato che soppiantano la pelle dell’individuo. Paul Watzlawick in “Pragmatica della comunicazione umana” delinea gli assiomi della comunicazione per cui, secondo lo stesso, non può non esistere comunicazione in quanto ogni comportamento invia un segnale. Per Simmel ogni persona risulta essere in relazione con gli altri e, in virtù di questo, l’essere si esplicita nella reciprocità mutuata dallo scambio in quel concetto di oggettivazione del desiderio che il denaro viene a rappresentare. Il desiderio, smarrita la componente soggettivairrazionale, si manifesta per effetto dello scambio di denaro, o dell’oggettivazione del desiderio, nella mutata materia dei “sogni”. La società che, tramite bombardamento mediatico, trasforma l’irrazionale, che nella mente si cela in quel rapporto fra uomo e mondo, in manipolazione logica derivata da strategie di mercato delinea, anche, l’annichilimento del soggetto in virtù di quel portare alle sue estreme conseguenze l’individualismo da metropoli, da villaggio globale – unificato appunto, e scioglie e cancella l’unicità dell’aura che avvolge il desiderio esplicitato nell’oggettivazione della spersonifacazione: il denaro o del desiderio del terzo millennio. Procedere attraverso una pratica di destrutturazione di una certa pragmatica del desiderio, liberare il denaro dalle gabbie speculative di strutturazioni logistiche che annullano il desiderio in virtù della sua oggettivazione meccanica, restituirlo, dunque, ad una pratica poietica destabilizzata che in un contesto sociale schematizzato scontorna il desiderio da una oggettivazione meccanica per portarlo sull’unicità soggettiva propria di quel concetto di felicità che è comune denominatore della pratica quotidiana del desiderio, inchiostrandolo attraverso una circolazione deoggettivata a comuni pratiche di responsabilizzazione civica e continua ricerca dell’altro.

Emanuel Carnevali, genio poetico del ’900, che faceva lo sguattero nelle cucine d’America, non era, come potrebbe essere pensato oggi il poeta maledetto; non costruiamo favole sulle ceneri dei poeti. Era la pratica. La costanza. Minimal. La consistenza scarna, scabra. Era un grido era un uragano, come canta Emidio Clementi ne Il primo dio, che non ha piegato la propria vita a logiche di sistema insensate di una società cannibale ed ha fatto della propria vita un punto di partenza. Che il non piegarsi a logiche che sono scelte tipiche della convenienza è indicativo dell’aprirsi alla speranza. Un contesto storico che taglia alla cultura. L’Accademia della Crusca che rischia. Le normali istituzioni addette ad una produzione culturale che rischiano. La concezione libera del pensiero che ha già subito tanto. È la solitudine meccanica dei nostri saluti seriali che uccide, ancora, affondando il colpo in quel gioco spersonalizzante del potere politico. Un intervento, sulle pagine di Paese Nuovo, una traduzione dall’inglese a cura di Luciano Pagano, portava testimonianza di uno studio. L’uso del denaro in un gruppo di scimmie. La scoperta della prostituzione. Lo svalutamento. È il crollo totale, ché di questo si deve parlare – e non in toni cauti – di quella società per cui è la totale oggettivazione della vita costruita sul sistema capitalistico che si monta l’estrema dilatazione umana. È una crepa. Un dirupo. È quello spazio che volto all’oggettivazione di una poiesi vitale necessita di presa di coscienza, consapevolezza, determinazione, è il politico e la classe dirigente tutta, contro il cittadino. E niente mezzi termini. Contrabbando Poetico è una presa di posizione. Di coscienza. È consapevolezza che il tempo per tornare indietro stringe. Col passare degli anni. E bisogna fare, e farlo ora. Mentre le strade per i nostri futuri sono sempre più strette e sembrano ricalcare la ristrettezza e inadeguatezza pratica delle strade reali, dei paesi o città italiane – che se giustificate, in alcuni casi, dal contesto storico proprio della loro realizzazione – sembrano invece, modellarsi, ora, sulla strutturazione di quelle vedute dei politici e della classe dirigente, tutta, incapace di leggere adeguatamente le istanze di mutamento sociale, ancorando la propria visibilità alla ristrettezza stradale di uno sguardo interessato che non va oltre il bene personale. E come le strade che si allagano e diventano inagibili alle prime spruzzate d’acqua – e nemmeno temporali – è la ristrettezza di vedute di quella classe dirigente che a forza di slogan intasca i nostri futuri. È il politico e la classe dirigente contro il cittadino. È la ristrettezza stradale di uno sguardo interessato che non va oltre il bene personale. Mentre il tempo per tornare indietro e fare qualcosa stringe. A mano a mano che passano gli anni. C’è questo che alle spalle si lega, in questa pratica di deoggettivazione – nel mentre Contrabbando Poetico si scrive, invece, sull’oggettivazione, per una liberazione del desiderio, della poiesi, di una supremazia poietica sulla fredda tecnica del fallimento politico-monetario.

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