La parola passa ai giudici e sarà la Corte di giustizia Europea che il 17 novembre si pronuncerà in una nuova probabile condanna all’Italia. Questa volta il “pomo della discordia” che, probabilmente costerà caro all’Italia e che forse sarà nuovamente condannata con gravi sanzioni pecuniarie è l’annosa questione dei contratti di formazione lavoro. Sembra infatti che l’Italia abbia commesso un nuovo grave errore, a tal riguardo i giudici europei si erano già espressi nel 2004, sentenziando che i contratti di formazione lavoro erano e sono ”illeggittimi ed incompatibili con il mercato comune” in una sentenza del 2004. Il contratto di formazione lavoro (Cfl) è stato introdotto dall’Italia nel 1984 e, come è noto un pò a tutti ,comportava un periodo di formazione per l’assunzione di giovani tra i 16 e i 32 anni. Le assunzioni con Cfl usufruivano di riduzioni degli oneri sociali che andavano – a determinate condizioni – dal 25% al 40% fino all’esenzione totale per le imprese artigiane e quelle situate in zone con un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale. Tale forma contrattuale ha fatto derivare una situazione difficile. Già anni fa, la Commissione europea, al termine della procedura d’esame delle leggi italiane introdotte dal 1984 al 1994, aveva imposto all’Italia di prendere tutti i provvedimenti per recuperare presso i beneficiari gli aiuti che non erano in linea con le condizioni accettabili dall’Ue. L’Italia impugno’ la decisione ma la Corte di giustizia europea le respinse. Nel 2009 una nuova sentenza, che vede l’Italia condannata perchè non ha recuperato gli aiuti illegittimi, in quel caso ‘Bruxelles ha chiesto che la Corte ”ordini all’Italia di versare alla Commissione” due tipi di sanzioni pecuniarie. In primo luogo, ”una penalità giornaliera di 285.696 euro, a partire dal giorno in cui sarà pronunciata la sentenza nell’attuale causa fino al giorno in cui sarà stata eseguita la sentenza del 2004. Inoltre, ”una somma forfetaria il cui importo e’ dato dalla moltiplicazione di 31.744 euro giornalieri, per il numero dei giorni di persistenza dell’infrazione, ossia dal giorno della sentenza del 2004 alla data alla quale sarà pronunziata la sentenza nell’attuale causa. Insomma, i contratti di formazione lavoro non piaciono per nulla nemmeno alla comunità Europea. Cosa accadrà il 17 novembre?
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