Contributivo pro rata: cosa è

Creato il 22 marzo 2012 da Balocchitaliani

(articolo già pubblicato il 26/11/2011)

Questa mattina Repubblica.it ha pubblicato un articolo della neo ministro Fornero sul tema delle pensioni di anzianità. Si sa, il mestiere di giornalista è quello di segugio e a volte di mezzo Pinocchio, che dice mezze verità (o trequarti, fate voi) e quindi in prima pagina va lo scoop che poi viene ridimensionato in seguito.

Con ciò voglio dire che l'articolo è stato scritto dalla ministro qualche giorno fa, prima dell'incarico, ma sembra essere riportato come se la Fornero fosse già stato ministro. Comunque, a parte questa precisazione, andiamo a vedere cosa è o sarà il contributivo pro rata.

In linea generale passare al sistema contributivo pro rata significa che il metodo riguarderà soltanto l’anzianità futura, indipendentemente dal numero di anni residui di attività.

Secondo il professore Spataro dell'Università di Pisa, intervistato da ilssussidiario.net (vedi articolo) ,

«ciascun anno di lavoro in più con il contributivo dà un aumento in percentuale maggiore del metodo retributivo; con il metodo retributivo si ha un 2% in più sul salario, con il contributivo se è vero che si parte da percentuali più basse, una persona che ha lavorato 35 anni, per esempio, a 62 anni avrà un rapporto pensione/ultimo salario più basso». Però, spiega Spataro, «se rimane qualche anno in più al lavoro questo anno in più gli darà una percentuale aggiuntiva in termine di pensione sul salario più alto di circa un 4%».

Con il sistema pro rata questo vantaggio è però minore e addirittura può comportare un netto svantaggio per il lavoratore che ha lavorato per molti anni con il retributivo. La materia è molto ostica e difficile e purtroppo ancora nulla trapela dal neo governo.

Qui sopra vedete due delle ipotesi per il nuovo sistema pensionistico italiano.

buon sabato dal votro Grillo (S)Parlante


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