Contro la criminalità, Chávez manda i militari nelle città

Creato il 19 novembre 2011 da Eldorado

Hugo Chávez ha finalmente riconosciuto che Caracas è una città pericolosa. D’altronde, dati alla mano, come non dargli torto: l’indice di omicidi si situa attorno ai 50 per 100.000 abitanti ed i sequestri di persona sono all’ordine del giorno. La polizia, frazionata in piccoli corpi regionali ed impantanata in faide interne, è ritenuta poco affidabile, e perciò non sufficiente a mantenere l’ordine. Con percentuali smisurate di crimini irrisolti (anche le fonti più attendibili si attestano ad un 90% di delitti impuniti), il Venezuela nemmeno con Chávez è riuscito a risolvere una piaga che si trascina da decenni e che è peggiorata negli ultimi anni. Il presidente venezuelano, però, ora sembra averne abbastanza ed ha annunciato che saranno i  militari i preposti a lottare contro il crimine organizzato.  Alla polizia verrà quindi affiancata la Guardia del Popolo, un corpo creato per l’occasione e che per il momento conterà con 3200 effettivi, che sono stati immediatamente inviati nella città capitale e nei vicini stati di Miranda e Vargas.   

Sulla decisione hanno influito gli ultimi due sequestri eccellenti, quello del console cileno a Caracas, Juan Carlos Fernández e soprattutto quello della stella locale del baseball, Wilson Ramos. Giocatore della MLB statunitense, dove milita nei Nationals di Washington, Ramos è stato rapito il 9 novembre scorso e poi liberato dopo soli due giorni grazie ad una retata senza precedenti nella storia del Venezuela. Come sempre, solo la disavventura di una celebrità ha rivelato ai più la realtà e la portata del fenomeno estorsivo nel Paese. L’Instituto Nacional de Estadística ha diffuso i dati del periodo luglio 2008-luglio 2009, mostrando numeri sconfortanti: 16917 sequestri di persona, vale a dire 46 al giorno (http://infovenezuela.org/encuesta-INE-inseguridad.pdf). In cima alla lista ci sono quelli express, dove i delinquenti obbligano la loro vittima a un forzoso tour per i bancomat della città, obbligandola a consegnare loro i risparmi custoditi nei conti bancari.  

Nemmeno gli italiani ne sono indenni: nel 2010 ne sono stati sequestrati una trentina e non sempre con un epilogo felice. Nel 2006 venne ucciso Filippo Sindoni, nel 2007 toccò al chirurgo Angelo Ruggero e agli imprenditori Carlo Zaccanti e Aldo Giuseppe Ricotta, e poco più di un mese fa ad Antonio Ciamacco. Attorno ai rapimenti è nata un’industria, che non è solo quella estorsiva, ma che coinvolge anche le famiglie dei sequestrati, che il più delle volte preferiscono affidarsi ad esperti internazionali piuttosto che alla polizia. Forti somme vengono pagate per le prestazioni di negoziatori stranieri, che giungono nel paese in incognito e poi seguono le trattative per il rilascio dell’ostaggio.

Non è la prima volta che Chávez manda i militari in città. Nell’aprile dell’anno scorso provò a reprimere l’ondata delinquenziale con il Dispositivo Bicentenario. I risultati, per quanto sbandierati come positivi, non sono poi stati così efficaci. Tocca ora quindi alla ¨umanista e socialista Guardia del Pueblo¨ (come l’ha chiamata Chávez durante il giuramento) porre un freno alla criminalità. Chi storce il naso è l’opposizione: la Guardia del Popolo non sarebbe altro che uno strumento creato appositamente per controllare e reprimere i movimenti antichavisti in previsione delle elezioni del prossimo anno.


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