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«Contro la Russia una guerra dell’informazione» – Tiberio Graziani a “La Voce della Russia”

Creato il 07 giugno 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
«Contro la Russia una guerra dell’informazione» – Tiberio Graziani a “La Voce della Russia”

Alcuni giorni fa Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Geopolitica”, è stato intervistato dall’emittente radiofonica “La Voce della Russia” a proposito dei recenti disordini di Mosca che hanno portato al fermo d’alcuni capi dell’opposizione russa. La fonte originale (con audio) è raggiungibile cliccando qui.

 
Siete sempre sintonizzati sulle onde de La Voce della Russia. Sulla scia delle proteste dell’opposizione a Mosca (in cui ricordiamo i leader dei manifestanti Navalnyj e Udalzov, per resistenza a pubblico ufficiale, hanno scontato 15 giorni di arresto amministrativo) la nostra radio ha intervistato alcuni esperti sulle norme in vigore in Europa e la loro efficienza, sulle multe e sulle pene per chi occupa il suolo pubblico o oppone resistenza alle forze dell’ordine. Ascoltiamo Tiberio Graziani, direttore della rivista Geopolitica e presidente dell’Istituto di alti studi in geopolitica e scienze ausiliarie:

Questo è un grande problema, perché investe diversi aspetti della vita sociale italiana. Ad esempio, alcune norme per l’ordine pubblico, in particolare negli stadi, quindi quando ci sono manifestazioni negli stadi e le partite di pallone. Si è tentato, negli ultimi anni, di porre leggi abbastanza rigide per non far entrare gli ultrà negli stadi anche con pene detentive e con multe. Questo è un tema molto dibattuto in Italia, per quanto riguarda le manifestazioni sportive.
Poi vi sono in un senso più largo delle leggi relative all’ordine pubblico, per le manifestazioni di tipo politico. Ci sono vari permessi da chiedere, vanno comunicati alla prefettura, per l’occupazione di spazio pubblico. Se ne assume la responsabilità chi fa la richiesta.
Per questo riguarda se le leggi sono severe o meno, questo è un aspetto che rientra nei casi specifici, è quindi molto relativo. Ad esempio, ci sono state delle violente manifestazioni anni fa a Genova, durante il G8. In quel caso la polizia ha avuto la mano un po’ forte, per cui vi sono stati dei processi anche contro alcuni agenti della polizia. Ovviamente, in quel caso c’è stata una grande difficoltà da parte del Ministero degli Interni di attivare misure preventive. Anche il sistema giuridico probabilmente non ha molto aiutato.
Molto probabilmente, la questione delle manifestazioni di massa è un problema di tutte le società moderne democratiche. Il fatto di tentare di arginarle con le leggi è chiaramente un aspetto, un’azione che si può perseguire.
Però non è soltanto questo. Forse, quello che dovrebbe aiutare, dovrebbe essere proprio la decisione politica: quindi, il ceto politico se ne dovrebbe far carico.

Passiamo alle multe. Secondo Lei, è un meccanismo efficiente per prevenire i disordini, gli scontri, le violenze. Cioé si può pagare per la libertà di parola?

E’ un argomento interessante, per come ha posto chiaramente la domanda. Le multe disincentivano, questo è evidente. Perché se le leggi non vengono osservate, è evidente che quando si va a toccare la tasca del cittadino, il cittadino spesso ci pensa due volte. Però è anche vero quanto Lei stava dicendo: naturalmente, la libertà non si può pagare, la libertà non ha prezzo.
Ci sono degli spazi che devono essere salvaguardati dalle manifestazioni, che sono degli spazi a mio avviso simbolici, simboli della sovranità del paese. Non sono luoghi di manifestazione, perché lì si va ad attentare, a mio avviso, alla sovranità della nazione.
Quanto al fatto di pagare la libertà, non è una cosa che a me piace molto, però è una prassi che viene utilizzata in diversi Stati, basti pensare al sistema di cauzione degli Stati Uniti, per esempio.

Allora le norme esistenti in Italia sono sufficienti o vanno perfezionate?

Le norme sono tutte perfettibili. Le norme nascono sempre in momenti storici particolari, poi l’evoluzione della società chiaramente determina il fatto che alcune leggi diventano obsolete e non sono più così efficaci. Questo accade anche in Italia, le leggi, molto probabilmente, non sono tutte così efficaci.
Ma tutto è demandato al giudice che dovrà amministrare la giustizia e far eseguire le disposizioni di legge.

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Con l’immagine che è stata data alle ultime manifestazioni alla vigilia dell’insediamento di Putin, la Russia sarebbe un paese democratico o meno?

L’immagine che è stata data in Italia e da tutti media cosiddetti occidentali, è un immagine volta a demolire l’immagine del nuovo presidente, di Putin. E’ una manipolazione dell’informazione a mio avviso, eterodiretta, che tenta di allontanare i normali rapporti che ci dovrebbero essere tra una nazione e un nuovo presidente di un’altra nazione, con cui collaboriamo e siamo partner in alcuni casi anche strategici.
In questo caso credo che questa cattiva immagine che i giornali italiani hanno riportato, si inserisce proprio in una sorte di guerra di propaganda che il sistema occidentale a guida statunitense, ormai da dodici anni, ha mosso e persegue contro la Russia di Putin.
Oserei dire che la nuova Russia, negli ultimi 12 anni, è stata in grado di rialzare la testa e riorganizzarsi internamente e diventare nuovamente un attore globale. E questo è molto importante a mio avviso, per l’intero pianeta, perché basta considerare la mappa geografica e quell’estensione geografica della Russia e il suo ruolo nella massa geopolitica euroasiatica. Una Russia serena, forte e organizzata rappresenta un elemento equilibrante, una Russia che fa bene all’intero sistema internazionale.

Avete ascoltato l’intervista esclusiva che il dottor Tiberio Graziani, presidente dell’Istituto di alti studi in geopolitica e scienze ausiliarie, ha rilasciato a La Voce della Russia.
Alla prossima! E’ stata con voi Anna Gromova.


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