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Contro la Sindrome di Capalbio (6), donne e potere, donne e calcio, diritti delle donne tra renzismo e berlusconismo. E un appello per Razieh Ebrahimi, la sposa-bambina.

Creato il 22 giugno 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
iran_child_bride_featuredi Rina Brundu. Leggo sul Corriere.it che sulla vexata quaestio italica donne e potere sì o no, si sarebbe ad una svolta. Leggo che in Italia si starebbe delineando una “mappa di un nuovo potere femminile”. Non sono d’accordo, non potrei concordare meno. Tutto ciò che è avvenuto in Italia è che prima Berlusconi e poi Renzi hanno “usato” le donne come strumenti per garantire e stabilizzare il proprio potere che è altra cosa. Paradossalmente, il comportamento più onesto lo ha avuto la destra. E lo ha avuto la destra perché le donne del Cav sono donne che hanno assunto quel ruolo con piena coscienza di quello che stavano facendo; una piena coscienza dovuta ad una certa dose di scaltrezza, ma anche ad una sicura incapacità di resistere le lusinghe che certe dinamiche del machiavellismo più sfrenato portano seco.

Il renzismo in questo caso è stato senz’altro più machista. Ed è stato più machista perché parte della strategia dichiarata di Renzi era proprio quella di “portare” le donne al potere. Che poi ci siano tante persone (donne o uomini) disposte a farsi “portare” questo è indubbio. Per quanto mi riguarda però il Premier sarebbe stato molto più credibile nella sua azione se anziché nominare tante donne “Presidenti” di questa o di quell’altra società, le avesse nominate Amministratore Delegato. Questo per ribadire che comincerò a credere che le donne abbiano davvero raggiunto posizioni di potere in Italia quando saranno loro ad iniziare movimenti, ad affermare idee tutte nuove, a guidare un partito di governo, a nominare A.D. e Presidenti, a fare il bello e il cattivo tempo. Fino a quel giorno le donne resteranno sempre sotto tutela.

E quanto sia “grave” la situazione ho avuto modo di sperimentarlo in questi giorni anche su faccende minime come quelle che riguardano le donne e il mondiale di calcio in corso. Per il solo fatto di avere aperto una “finestra” sportiva su un sito che abitualmente tratta di tutt’altre faccende, ho dovuto rispondere ad infinite domande sul perché mi piacesse il calcio. Ho dovuto spiegare che da bambina seguire il calcio e gli altri sport (dalla boxe alla formula uno, etc) era un’attività come un’altra per me e che nessuno mi ha mai impedito di farlo. Ho dovuto spiegare che no!, non ho mai fatto sport in vita mia e non intendo cominciare domani, ma che questo non mi impedisce di tifare per la mia squadra nazionale durante lo svolgimento di quella che è sicuramente la competizione sportiva più importante al mondo, certamente più coinvolgente delle Olimpiadi sotto ogni punto di vista. E ho dovuto infine spiegare che pur senza avere i gioielli di famiglia tra le gambe sono perfettamente in grado di capire quattro dinamiche strategiche e di gioco molto semplicistiche a ben guardare….

È di quest’oggi l’ennesima tragica notizia dal fronte musulmano; purtroppo, la solita notizia che ci informa di come un’altra sposa-bambina, abusata per anni da un marito-animale, sia stata condannata a morte per averlo ucciso in un momento di disperazione. A voler commentare queste storie tragiche si rischia sempre di scadere nella retorica becera che simili drammi rifuggono. Si può senz’altro scrivere però che nulla potrà mai cambiare rispetto a questi argomenti fino a quando non cambieranno le coscienze. Fino a che non si comprenderà (da parte delle donne specialmente), che la forza dell’universo donna è proprio data dalla sua diversità, e che quell’universo è perfettamente in grado di reggersi da solo, senza bisogno di tutele. Meno che meno di tutele politiche.

Featured image source Amnesty International, child bride, Razieh, is set to be hung to death for the murder of her husband in Iran


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