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Contro la violenza sulle donne (un giorno di memoria)

Creato il 25 novembre 2013 da Spaceoddity
C'è un principio del piacere che include la memoria: si tratta di sapere che si gode, di portarsi con sé il piacere provato, qualunque ne sia l'origine, senza nasconderselo. Da uomini e da donne. Uomini e donne che coltivano il loro desiderio, bramano a lungo il piacere, lo afferrano, lo colgono, se lo tengono stretto. Un principio che trasforma l'effimero in duraturo, l'identico in mutevole, cangiante, la lussuria - comunque questa venga intesa - in qualcosa che cresce con noi e si adatta alla sua trasformazione.
Contro la violenza sulle donne (un giorno di memoria)E poi c'è un principio del piacere sempre identico, il piacere di un attimo, il piacere della violenza, un orgasmo tradito: perché orgasmo è il culmine di un processo, qualcosa che cresce e si allenta in noi, è un incontro che ha un suo perché, è il momento di massima risonanza nel mondo attraverso l'altro. E l'altro è ineludibile, l'altro è indissolubile, l'altro non è negoziabile. Non c'è altra via per arrivarci, c'è solo l'incontro e l'accettazione della sua diversità in noi. L'altro non è più solo il nostro desiderio di un altro.
Non avere memoria è un modo per arrendersi a un piacere sempre identico, al pulsare sempre identico di un atto, a qualcosa che non cresce. Non avere memoria significa produrre, non creare: un piacere seriale, un piacere industriale con tanto di manuale di istruzioni, un piacere in scatola che va bene per tutti e libera, ma non soddisfa. Un piacere che non contempla l'altro, che non contempla l'incontro e non si prolunga nella vita, parla solo di una vita senza storia. Non c'è povertà che non nasca dal non sapersi spendere il proprio piacere.

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