E poi c'è un principio del piacere sempre identico, il piacere di un attimo, il piacere della violenza, un orgasmo tradito: perché orgasmo è il culmine di un processo, qualcosa che cresce e si allenta in noi, è un incontro che ha un suo perché, è il momento di massima risonanza nel mondo attraverso l'altro. E l'altro è ineludibile, l'altro è indissolubile, l'altro non è negoziabile. Non c'è altra via per arrivarci, c'è solo l'incontro e l'accettazione della sua diversità in noi. L'altro non è più solo il nostro desiderio di un altro.Non avere memoria è un modo per arrendersi a un piacere sempre identico, al pulsare sempre identico di un atto, a qualcosa che non cresce. Non avere memoria significa produrre, non creare: un piacere seriale, un piacere industriale con tanto di manuale di istruzioni, un piacere in scatola che va bene per tutti e libera, ma non soddisfa. Un piacere che non contempla l'altro, che non contempla l'incontro e non si prolunga nella vita, parla solo di una vita senza storia. Non c'è povertà che non nasca dal non sapersi spendere il proprio piacere.





