"Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione".
Da "La libertà" di Giorgio Gaber
Invitata gentilmente dal Blog di Norma, aderisco molto volentieri all'iniziativa dei food - bloggers "Metti un finocchio a cena. Blogger contro l'omofobia" e pubblico, oggi 10 novembre, la ricetta dello sformato di finocchi dell'Artusi. Sempre buono, dalle virtù insostituibili, il finocchio è ricco di anetolo, un'essenza ad azione antibatterica, presente nei semi e alla base dell'aroma tipico, simile all'anice. Il finocchio è molto utilizzato per insaporire i cibi: proprio per il suo gusto così deciso, spesso viene usato per coprire ”i difetti” di altri alimenti, originando il verbo “infinocchiare”.
Nel nostro ultimo concorso letterario di Villa Petriolo "La gaia mensa. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti" il tema della condivisione a tavola è stato esaltato da tanti autori in bellissimi racconti: anche DiVINando porta il suo piccolo contributo per la tutela di tutte le minoranze.
Laddove "libertà è partecipazione"...
...sformato di finocchi di Pellegrino Artusi:
Questo sformato, per ragione del grato odore e del sapore dolcigno de' finocchi, riesce uno de' più gentili. Levate ai finocchi le foglie più dure, tagliateli a piccoli spicchi e cuoceteli per due terzi nell'acqua salata, poi scolateli bene e metteteli a soffriggere con un pezzetto di burro. Conditeli con sale e quando avranno succhiato il burro, bagnateli con un poco di latte; allorché avranno tirato anche questo, aggiungete un po' di balsamella. Ritirateli dal fuoco e lasciateli come sono, o passateli dallo staccio; quando saranno diacci uniteci parmigiano grattato e, a seconda della quantità, tre o quattro uova frullate. Versate il composto in uno stampo liscio, o col buco nel mezzo, regolandovi come per gli altri sformati; cuocetelo a bagno-maria e servitelo caldo come piatto di tramesso o in compagnia di un cappone lessato. Potete anche guarnirlo di un manicaretto di rigaglie e animelle.
Buon appetito!