Controcorrente: dopo l’omaggio di “Politico.eu” e del TG1, sul non-modello femminile (e femminista) Maria Elena Boschi. E sulla Sindrome Damnatio Memoriae.

Creato il 02 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Quando Giorgino vuole, le cose nel TG1 vengono fatte per bene. Ci sono momenti infatti in cui le agiografie del buon Mollica non sono sufficienti: non sono abbastanza celebrative, non sono abbastanza elogiative, non sono abbastanza encomiastiche, non sono abbastanza laudative, non sono abbastanza laudatorie. Ci sono momenti in cui l’omaggio va fatto come si conviene, specie se un body esterno, prendi a caso il sito politico.eu, ti offre la palla al balzo.

Che poi è quanto è avvenuto quest’oggi: i.e. il sito politico.eu sceglie il ministro Maria Elena Boschi come giovane politico italiano “to watch” ed ecco subito confezionato un “servizio” celebrativo del TG1 (i.e. di quelli che fanno una differenza) a contorno della notizia: non sia mai che qualcuno non l’avesse sentita o considerata come si conviene. Uhm… Di norma faccio punto di elencare tutti i modelli femminili a cui dovremmo ispirarci, di norma li considero migliori, di norma penso che se il mondo fosse guidato da donne magari non sarebbe edenico ma funzionerebbe senz’altro meglio. Di fatto la pensano così anche tante aziende molto quotate che assumendo una donna prendono due piccioni con una fava: hanno un miglior ritorno e le pagano di meno. Sic.

Back to square one. Stavo dicendo che di norma non esito a sottolineare i meriti di un valido modello femminile… Nel caso di Maria Elena Boschi però non me la sento di partecipare nella “gioia” di Giorgino e del suo team. Francamente il ministro Boschi, che è senz’altro una donna bella e che si dice sia sicuramente brava (se poi l’azione governativa è esempio di tale bravura, è tutto dire!), tutto mi fa venire in mente tranne un modello femminile da imitare. Se debbo essere completamente onesta, la Boschi mi ricorda donne come la signora Leonilde Iotti. Iotti? Iotti, chi? Beh, se avete ancora i denti da latte non ve la ricordate di sicuro, ma Nilde Iotti è stata, direbbe Wikipedia, un politico italiano, o giù di lì. Nello specifico è stata la prima donna italiana Presidente della Camera. Personaggio di spicco del PCI, viene ricordata soprattutto per essere stata la compagna di Palmiro Togliatti, nonché colei per cui lui, che aveva ventisette anni più di Nilde, lasciò famiglia e figli.

Proprio così, Maria Elena Boschi mi ricorda Nilde Iotti: brava, bella, buona, sicuramente un personaggio “importante” dietro le quinte del “partito” (nel caso della Boschi si dice che Renzi dipenda da lei per sapere che dire e che fare), ma anche un “character” fondamentalmente “dipendente” e dal destino segnato. Non è neppre un caso che il signor Rossi di lei non ricordi un solo discorso che abbia saputo fare una differenza, una presa di posizione sostanziale, quando per sostanziale si intende controcorrente. Ancora, non si sa bene cosa abbia fatto o detto prima di incontrare Renzi e quale fosse il suo claim,-to-glory prima di quel fatidico momento, si sa però che proviene da famiglia agiata. Per converso, in linea con in principi programmatici del renzismo, si nota in lei una data capacità nel “dealing” delle dinamiche politiche d’antan, vale a dire una data furbizia e questo non può che preoccupare.

Per questi e molti altri motivi, Maria Elena Boschi è al momento (e francamente dubito che lo diventerà mai, perché Margaret Thatcher, pardon, perché leader si nasce non si diventa!), tutto fuorché un modello femminile da incensare. Naturalmente, qualora un giorno la Boschi decidesse di fare da sé, di smettere d’essere ombra richelieuiana o di voler tentar di sfuggire gli effetti più nefasti procurati dall sindrome iottiana della damnatio memoriae (i.e.se decidessse di rottamare Matteo Renzi)… saremmo qui per celebrarla come si conviene. Per intanto Giorgino dovrà fare da solo… di nuovo!