Controfestival: le mie proposte.

Creato il 31 gennaio 2013 da Pa1978 @peverina
Ultimamente vi ho tartassato di post su Controfestival, un contest di musica davvero intrigante, e si sta entrando ora nel vivo della gara.Al momento è possibile votare i propri pezzi di musica alternativa italiana preferiti pescando in una rosa di proposte molto fiche.Queste sono state le mie tre scelte, quindi se le votate anche voi sono tutta felice, altrimenti mi sarò comunque tolta lo sfizio di avervele fatte ascoltare, e di leggerne i fantastici testi:
 DODICI ANNI DI MUSICA ALTERNATIVA ITALIANA
Offlaga Disco PaxconRobespierre

Ho fatto l'esame di seconda elementare nel 1975.
Il socialismo era come l'universo: in espansione.
La maestra mi chiese di Massimiliano Robespierre.
Le risposi che i Giacobini avevano ragione e che,
Terrore o no la Rivoluzione Francese era stata una cosa giusta.
La maestra non ritenne di fare altre domande.
Ma abbiamo anche molti ricordi Di quel piccolo mondo antico fogazzaro:
- l'astronave da trecento punti di Space Invaders
- Enrico Berlinguer alla tv
- le vittorie olimpiche di Alberto Juantorena
In nome della Rivoluzione Cubana
- i Sandinisti al potere in Nicaragua
- il catechista che votava Pannella
- gli amici del campetto passati dalle Marlboro
Direttamente all'eroina alla faccia delle droghe leggere
- i fumetti di Zora la vampira porno e la Prinz senza ritorno
- il referendum sul divorzio e non capivamo perché
Se vinceva il No il divorzio c'era e se vinceva il Si non c'era
- Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese
- i Van Halen
- la prima sega
- la vicina di casa, un travestito ai più noto come Lola che Mia madre chiamava Antonio con nostro sommo sbigottimento
- Jarmila Kratochivilova
- il Toblerone, qualcuno sa perché
- una scritta degli ultras della Reggiana dopo il raid aereo americano su Tripoli negli anni ottanta.
Diceva: "grazie Reagan, bombardaci Parma"
- e poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago
E la grande banca non più locale con sede in
Via Rivoluzione d'Ottobre
- e infine il mio quartiere, dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%
Dentecon
La presunta santità di Irene

Questa donna non è una donna
questa donna è un miracolo
per il modo che ha
di morire e poi rinascere.
di moltiplicare i baci.
starmi accanto anche quando è a casa sua.
far muovere i miei occhi.
di capire tutto ciò che ho.
darmi tutto quello che non ho.
Di non sapere che non è una donna
di non sapere che è un miracolo.
Uochi Tokicon
Il Nonno, Il Bisnonno

Il mio bisnonno Cesare, maceratese trasferitosi a Milano, faceva il calzolaio. Abitava con Gemma, un’infermiera che aveva finito il ginnasio. Avevano quattro figli, nessuno di loro battezzato. Nel tempo libero Cesare era impegnato a lasciare volantini di stampo anarchico lungo i percorsi dove gruppi di persone passeggiavano: nella fattispecie, le camminate del dopolavoro fascista. Nascondeva il materiale compromettente dalla vista indiscreta della polizia più o meno segreta stivando i volantini nella culla di mio nonno, onde non passare qualche giornata lieta dentro la caserma. Durante la guerra ’15-’18 si sparò apposta in un ginocchio perché stava al fronte, nel battaglione punitivo, assieme ad altri anarchici messi lì per lo stesso motivo. E lui, ferito, viene riportato a Milano, dove la sua compagna Gemma utilizza la sabbia per tenergli la ferita sempre aperta, in modo che non torni in guerra. Dopo un mese la truffa viene scoperta: sarebbe stata galera certa, salvo che un prete, in cerca di fama in fretta, fa ad entrambi una proposta: “prendete i sacramenti ed io non vi faccio finire in cella!”. Così sul giornale appare un articolo sensazionale: “Anarchici convertiti! Guardate il regime cosa può creare: Cesare e Gemma sposati ed i loro figli battezzati, cresimati, comunicati”. Quattro generazioni più tardi io i suoi principî li ho conservati: uno – quando c’è da pensare alle persone Che Guevara va nel cestino; due – il fucile rivolto contro sé stessi può portare a vivere meglio. Ennio Quirico – da qui il nome Ennio, mio nonno – comincia a lavorare presto; altrettanto presto scopre di essere portato per suonare uno strumento, la tromba: quindi di giorno sta nel laboratorio di pelletteria, di sera, invece, studia nel conservatorio. Ricerca ogni occasione possibile per suonare in giro: dalle orchestre, che al cinema sonorizzavano film muti, ai sotterranei, dove ci s’incontrava in segreto a suonare spartiti vietati – quelli americani, accusati di essere sovversivi, quindi non adatti ai divertimenti dei regimi. Ma a mio nonno questo non bastava: infatti indossava la divisa del Gruppo Universitari Fascisti e poteva suonare in una vera banda con tutti i crismi. Suo padre Cesare, sapendolo, si adirava, ammonendolo che avrebbe applicato il dolo del fuoco, se avesse visto in giro per casa la divisa in nero che mio nonno nascondeva nello sgabuzzino. Ed i rapporti di infuocata tolleranza continuano fino a quando Ennio entra nella seconda guerra. Mandato in terra di Sicilia – nel suo zaino fisarmonica e tromba, le bombe a mano le usa come cuscino – assiste allo sbarco degli americani, si arrende alle loro superiorità militari e lui e il suo battaglione vengono fatti prigionieri e portati in Tunisia, in un campo di prigionia dove vengono trattati a tre pasti al giorno: meglio che a casa, dove c’era la tessera per prendere il pane. Mio nonno firma la cobelligeranza, in quattro anni di prigione mette su una banda e suona per chi balla od ascolta, in quella galera sabbiosa dove la terra scotta.Cosa imparo questa volta? Niente è più importante di quel che voglio fare, che ci sia la guerra di mezzo, il giudizio di mio padre o di un uomo comune, di un opinionista, lavoratore, pendolare, centro sociale. Adesso parlami di saggezza e politica di alte sfere o popolare, raccontami quello che hai letto nei libri: vedrai che a me vengono i brividi perché posseggo desideri ibridi. Ascrivimi ai pusillanimi, o dettagliami in modo stupido dicendo che non so decidermi, e schiantati nei fatti di attualità paragonandoli alla storia passata con ricercata pindaricità. Io ti vengo a trovare, ti racconto cosa significa la trasversalità, metto un volantino sulla passeggiata del tuo dopolavoro, suono alla tua festa, e alla festa del tuo nemico; dopodiché, per salvarti da un pericolo, passo per stupido, stronzo o ridicolo. Posso scegliere autonomamente di fare o non fare quello che mi dicono.
Potete anche votare i pezzi più allucinanti nella sezione
 ITALIAN TRASH
Immanuel Casto
con
Crash
truce baldazzi
con
troppo odio
Miss Simpatia
con
Dimmi come va
Vi devo avvisare che questi ultimi tre sono per stomaci davvero forti...Buon giovedì sera!

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