Si è svolta il 3 e 4 Settembre a Domus De Maria la rassegna archeologica su Bithia e sull'interazione fra nuragici e fenici, intitolata “NOTE di SETTEMBRE”, organizzata da Giuseppe Lulliri in collaborazione con le associazioni Ugo Tomasi e Bithia.
Dopo il saluto di benvenuto dell’Assessore alla Cultura Dott. Luigina Tronci, e l'introduzione del curatore Giuseppe Lulliri, ha preso la parola l'archeologo Mauro Perra, direttore del museo di Villanovaforru, che ha presentato un argomento particolarmente dibattuto in questo periodo: "Guerra e Aristocrazia nella Sardegna Nuragica?”
L'esposizione di Perra ha preso in esame le tipologie di sepolture e i manufatti trovati all'interno delle tombe, con particolare attenzione ai confronti fra tali reperti e quelli portati alla luce in siti non sardi. Ha dimostrato, ad esempio, che non sempre il corredo funerario è testimone del ruolo che quei personaggi avevano in vita. Ad esempio, due cadaveri affiancati, sepolti con una spada ciascuno, in realtà non potevano essere guerrieri perché le loro condizioni fisiche presentavano problemi alle articolazioni, tali da impedire l'utilizzo delle pesanti armi. Spesso, dunque, si tratta di elementi che venivano deposti nelle tombe per distinguere l'appartenenza ad una casta e non un utilizzo durante la vita.
Al termine della relazione ha parlato l'archeologo Alfonso Stiglitz, curatore del museo di San Vero Milis. Condirettore e coordinatore di varie missioni di scavo di periodo nuragico e fenicio in Sardegna, ha illustrato un tema dal titolo intrigante: “Fenici e Nuragici in contrappunto”.
Dopo l'esposizione di questo argomento ha preso la parola l'archeologo Marco Rendeli, docente di Etruscologia all'università degli studi di Sassari e responsabile di un progetto di scavi nel sito di Sant’Imbenia. Dal 2007 il professor Rendeli ha ripreso i lavori nel sito algherese, insieme a ragazzi e studenti delle Università di Sassari, Salerno, Bologna, Cambridge e altre.
Sant’Imbenia, ad Alghero, è uno dei principali siti nei quali è possibile verificare che la convivenza fra nuragici e fenici produceva effetti positivi e moltiplicava le possibilità di espansione economica e demografica delle comunità locali.
Il tema della relazione del professor Rendeli è stato: “Il mondo di Sant’Imbenia”
In questo sito, posto nella baia di Porto Conte, nel 2010 erano stati trovati due ripostigli di pani di bronzo, ciascuno di oltre 40 kg, e armi di vario genere. Quest'anno l’equipe del professor Rendeli ha portato alla luce, oltre a reperti di varia tipologia, un falcetto in ferro datato alla metà dell'VIII secolo a.C., che retrodaterebbe la conoscenza di questa tecnologia in Italia.
Dopo il dibattito, un rinfresco con prodotti locali e uno spettacolo di musica sarda hanno allietato gli oltre 100 partecipanti.
Il giorno seguente, alle 18.30, il sindaco Dott. M. Concetta Spada ha introdotto la serata con un saluto ai partecipanti e ai relatori. Ospite d'eccezione il soprintendente ai beni archeologici Marco Edoardo Minoja che ha raccontato i dettagli della nuova esperienza di scavo sull’acropoli di Bithia, curata del Comune di Domus de Maria e dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano.
Al termine ha parlato Piero Bartoloni, professore di Archeologia fenicio-punica presso l`Università di Sassari.
Il docente, dal 1990 al 1994, è stato Professore di Archeologia del Vicino Oriente e dal 1994 al 2000 di Archeologia fenicio-punica nell`Università di Urbino. Bartoloni è autore di oltre centottanta pubblicazioni a carattere scientifico, e ha scritto una dozzina di libri. Dal 1962 ha effettuato missioni archeologiche, prospezioni terrestri e subacquee in Italia, in Europa, in Africa e nel Nord-America. Ha parlato dei porti e degli approdi da Cagliari a Nora, da Bithia a Sant’Antioco, e fino a Tharros di epoca fenicia”. Ultimo, ma non meno importante, ha preso la parola Paolo Bernardini, ispettore archeologo della soprintendenza dal 1979 al 1990, direttore archeologo dal 1990 al 2001 e poi direttore del museo di Cagliari fino al 2008. Coordinatore di importanti rassegne espositive sul Mediterraneo arcaico, ha svolto tanti altri incarichi di prestigio. Il suo argomento è stato: “Nascita della città in Sardegna ed equilibrio di forze tra indigeni e fenici”.
Tutte le relazioni hanno avuto un filo conduttore che ribalta il precedente e da anni superato,concetto di fenici invasori. Si fa strada prepotentemente una nuova visione che pone i sardi nuragici in situazione di controllo delle coste, pronti ad accogliere pacificamente i commercianti levantini.
L'inizio dell'età del Ferro in Sardegna è il periodo di massima fioritura delle produzioni artistiche e artigianali locali, impiegate come offerte nei santuari per l’autocelebrazione e legittimazione dell’aristocrazia al potere.
L'integrazione fra popoli è stata una costante fin dall'alba dei tempi, e in Sardegna i segni di questa costante sono presenti lungo tutte le coste. Dalla mescolanza fra nuragici e fenici derivano molte tradizioni sarde, e lo sviluppo tecnologico portato dai nuovi arrivati, in cambio di metalli, creò la spinta propulsiva per trasformare la società, ponendola allo stesso livello delle altre comunità che basavano sui commerci la propria economia. Fra i vari prodotti, il vino sardo di Sant'Imbenia venne apprezzato in tutto il Mediterraneo, e viaggiò sulle anfore prodotte localmente ad Alghero in quantità industriale. Nuovi scavi dovrebbero consolidare questa visione, e il percorso archeologico è ormai indirizzato verso la sinergia fra comunità locali e levantini.
Sabato 10 Settembre, a partire dalle 19.00, Domus De Maria ospiterà altri due relatori su temi storici: Pierluigi Montalbano che parlerà degli antichi popoli del Mediterraneo, e Leonardo Melis che esporrà la sua teoria sui Popoli del Mare.
Le prossime settimane pubblicheremo i riassunti degli interventi dei relatori.
Sotto troverete un bel video sulla splendida località balneare di Chia, nel Comune di Domus De Maria, realizzato dall'amico Giancarlo Musante.