La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, interviene in merito ad una delle relazioni che domani sarà tenuta al convegno dell’ordine dei geologi della Basilicata e che riguarderà la geotermia. Nel 2008 sei ricercatori dell’Università degli Studi della Basilicata,
del CNR di Tito Scalo e dell’Università di Bari realizzarono uno studio geologico sui siti potenzialmente idonei a progetti di
geotermia. L’area interessata da questo studio era la cosiddetta Avanfossa bradanica, più specificatamente tra i territori di Venosa e
Montemilone, in cui sussistono importanti corpi idrici sotterranei che
l’Autorità di Bacino descrive come idrostrutture sabbiose
conglomeratiche dell’area nord est (della Basilicata), un corpo idrico
sotterraneo denominato anche “Spinazzola”.
Nel 2011 il CNR emana un bando di concorso per selezione pubblica e
borsa di studio per studi geologici di aree a grande interesse
idrogeologico e geotermico nel settore dell’area settentrionale della
Basilicata. Il bando parla di acquisizione di dati geofisici per
l’esplorazione profonda da usufruirsi presso l’Istituto di Metodologia
per l’Analisi Ambientale del CNR di Tito Scalo.
Nel 2012 il Comune di Potenza è capofila del progetto di cooperazione
internazionale “Ener Supply” finanziato dall’Unione Europea. Il
progetto, nato per incrementare l’uso delle fonti rinnovabili e
l’efficienza energetica, prevedeva una formazione di tecnici delle
Amministrazioni locali sulle opportunità di sviluppo della geotermia,
eolico, biomasse e idroelettrico.
In particolare, il Comune di Potenza, si concentra sullo sviluppo
della geotermia in particolari aree sotto osservazioni dei ricercatori
e geologi, in primis del Prof. Giacomo Prosser del Dipartimento di
Scienze geologiche dell’Università degli Studi di Basilicata. Infatti,
secondo una relazione (The geothermal energy on Italy and in the
Basilicata region) emerge come il Prof. Prosser individui tre aree di
interesse geotermico in cui sviluppare i relativi giacimenti: area del
Vulture, Val d’Agri, Appennino Lucano Campano.
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.335 del 7 novembre
2012 (pubblicato sul BUR n.41 del 16/11/2012), la Regione Basilicata
autorizza l’escavazione di due pozzi per la collocazione di due sonde
geotermiche a servizio dell’impianto di riscaldamento/raffrescamemento
dell’Istututo Tecnico Commerciale e per Geometri “G. Gasparrini” di
Melfi. Tra le prescrizione dell’autorizzazione si legge: “qualora nel
corso dell’esecuzione dei lavori si evidenzino scaturigini di acque
minerali, dovrà esserne data tempestiva comunicazione all’Ufficio
suddetto, sospendendo contestualmente i lavori stessi…” Il
proponente di questo progetto geotemico è la Provincia di Potenza,
l’impresa esecutrice dei lavori è la L.A.M. Power Srl.
La seguente cronologia di eventi sono l’ennesima dimostrazione come la
Basilicata sia al centro di interessi energetici anche con l’avvento
della geotermia sponsorizzata dal Prof. Giacomo Prosser, geologo
dell’Università di Basilicata, che assieme a Enzo Rizzo del CNR di
Tito Scalo, saranno tra i relatori della tre giorni del convegno dei
geologi dal 30 novembre al 2 dicembre prossimi.
La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) nel denunciare questo
tentativo di mettere ulteriormente a rischio la risorsa acqua ora
minacciata dalle attività geotermiche che i comitati dell’Amiata,
uniti sotto un coordinamento chiamato Sos Geotermia, ci raccontano
quanto stiano distruggendo i bacini idrici di quell’area, ci ricordano
come le attività geotermiche possono provocare abbassamento di falde
(come è accaduto alla falda acquifera del Vulcano Amiata) e riduzione
della portata delle sorgenti; inquinamento dei corpi idrici
superficiali e profondi da fluidi geotermici; inquinamento dell’aria
da vapori mercurio, arsenico, acido solfidrico e boro; micro sismicità
e subsidenza.