Conversazioni di fotografia: Mostra fotografica, proiezioni multimediali e incontro con Matteo Bastianelli – 24 Febbraio ore 19

Da Collettivowsp @collettivowsp

WSP Photography

presenta

Conversazioni di fotografia

mostra fotografica, proiezioni multimediali e incontro con Matteo Bastianelli

Venerdì 24 febbraio 2012 ore 19

WSP Photography Via Costanzo Cloro 58 (metro B San Paolo)

a cura di

Matteo Bastianelli e Tiziana Faraoni

Matteo Bastianelli è nato nel 1985 a Velletri (Roma), è un fotografo freelance e giornalista pubblicista. Dopo la maturità scientifica, frequenta la Scuola Romana di Fotografia. Attualmente è impegnato nella realizzazione di progetti a lungo termine sulla condizione di vita dei senzatetto, sui centri sociali a Roma, sul sistema sanitario in Croazia e sul genocidio operato dai serbi nei confronti dei musulmani bosniaci tra Cerska, Srebrenica, Tuzla, Mostar e Sarajevo, dove, a 15 anni di distanza dalla fine della guerra, ancora 30 mila persone mancano all’appello. Le sue immagini sono state pubblicate su alcuni dei maggiori quotidiani nazionali, tra cui il Messaggero, il Corriere della Sera e Liberazione.

Con il lavoro “A silent scream for life” realizzato a Gornja Bistra, 30 chilometri di distanza da Zagabria, dove sorge il più importante Ospedale Pediatrico speciale per malattie croniche della Croazia, si è classificato al primo posto per il premio portfolio di Foliano Fotografia 2009 e ha ottenuto il premio Photo District News annual competition in photojournalism a New York nel 2010. Sempre nel 2009 si classifica al secondo posto come miglio portfolio al Festival di Fotografia di Roma e al terzo posto a Fotoleggendo. Con il lavoro “The Bosnian identity” invece ha vinto da poco un altro premio a Zagabria, l’Internaional Photo contest Art of Emotion promosso dalla rivista Blur Magazine.

Negli ultimi tempi Matteo Bastianelli si sta cimentando nella realizzazione di documentari che utilizzano sia lo strumento della fotografia che quello del video digitale. Nel corso dell’incontro verrà presentata la sua mostra fotografica allestita per l’occasione a WSP Photography e  proiettati i seguenti lavori

“Home sweet homeless”

5′, Velletri (Roma), Italia, 2007- 2012.

Una storia come altre, una tra il miliardo e seicento milioni (secondo le ultime stime di Habitat International Coalition) di storie di senzatetto nel Mondo. Questa è la storia di Patrizia. Cinquantatre anni da un mese. Da otto anni in strada. Porta ancora addosso, e dentro, i segni di un pestaggio di quattro anni fa. Le basta poco per vivere: il cibo della Caritas e i cinquanta euro di sussidio dell’assessorato ai servizi sociali. Questa è Patrizia dal 2003: un matrimonio finito male e lei finita in strada. Ora la sua “casa” a cielo aperto è uno spiazzo vicino la stazione ferroviaria di Velletri, un paese ad una quarantina di chilometri a sud di Roma. Fili tesi tra gli alberi: il guardaroba a più ante. E sotto i suoi vestiti stesi: scarpe. Ballerine, stivali, anfibi e ancora ballerine. Ne è legatissima, li mostra con vezzo; l’essere donna è qualcosa che si ha dentro, non si scorda. Mai. Poco più in là una vecchia Panda e, da poco, una roulotte, sono la sua di camera da letto. «Io non so come iniziare e come finire», il suo non è un racconto facile da seguire. I suoi ricordi sono lucidi ma sfilacciati nelle parole, persi nelle metafore: «mi chiamano la morta vivente. Io da morta sono tornata sulla terra in carne ed ossa. Gli altri non lo possono fare», e con la testa torna indietro al momento del suo divorzio, la sua morte simbolica e la sua resurrezione ad una nuova vita. Da strada. Due vecchie fotografie strette nelle mani. Non le lascia. È il suo legame più forte, il suo dolore più grande. Un dolore che ha due nomi: Marco e Michele. I suoi due figli.

“Back and forth”
5′ The Bronx, New York, 2010.

Una fattoria cittadina nel Bronx, dove ex senzatetto, persone drogate o alcolizzate sono tornate a coltivare una nuova vita. Fondata nel 1954, “The Bridge” è un’associazione newyorkese con un programma di riabilitazione per persone con problemi mentali, un’agenzia della casa e un porto sicuro per malati mentali, persone relegate ai margini della società a cui viene offerta un’opportunità di rinascita. In collavorazione con la società dell’orticultura di New York, è nata dunque una “urban farm” nel cuore di uno dei quartieri più malfamati di New York, il Bronx, luogo simbolo di violenza e criminalità. Qui più di 1500 assistiti lavorano insieme seminando la speranza del riscatto, nel tentativo di allontanare il fantasma della strada dal loro futuro.


“A silent scream for life”
6′, Gornja Bistra, Croazia, 2010.

Un ex castello nobiliare trasformato in un ospedale pediatrico per lunghe degenze legate a patologie genetiche. Non avendo un posto dove andare, abbandonati dalle famiglie, orfani, o con assistenti sociali scarsamente presenti, i bambini ospitati nel nosocomio di Gornja Bistra, in Croazia, sono destinati a trascorrere la loro vita in un letto d’ospedale. Dal 2002 più di 4000 volontari si sono avvicendati per portare sostegno e aiuto alla delicata e precaria vita di queste fragile creature. Al di là dei limiti di una grata, o di una gabbia. Dove luci e ombre disegnano lo spazio sottratto al tempo nell’immagine di un mondo interiore da decifrare e segnano la distanza tra un letto di lamenti e una finestra aperta sul circostante. 

“The Bosnian Identity”
92′, Bosnia ed Erzegovina, 2009-2012. Verrà presentato il trailer di 3′


Un viaggio nella memoria della Bosnia. Un sogno, immagine interiore di una generazione perduta, segno di un’impercettibile linea di confine tra ciò che è accaduto e quello che poteva essere. Storie di vita quotidiana di famiglie musulmane segnate dalla guerra in modo diverso. Un continuo percorso di autocoscienza tra l’orrore di un genocidio e il ricordo di una pulizia etnica al di là del  tempo. Una nazione bloccata tra voglia di rinascita e spinte al nazionalismo, in una transizione ancora presente tra passato e futuro. Dove sofferenze, speranze e humor nero delineano i tratti di una comune identità bosniaca, nata o forse solo sopravvissuta tra le ceneri dell’ Ex- Jugoslavia.

(c) Matteo Bastianelli

Il ciclo “Conversazioni di fotografia” prevede una serie di dibattiti con esponenti del mondo della fotografia, reporter, docenti, esperti del settore ed artisti emergenti per parlare e discutere di fotografia con contributi audio, video e racconti di esperienze professionali e non solo. Scopo degli incontri è quello di creare gruppi di pensiero e momenti di condivisione che, attraverso il racconto di esperienze e immagini, accrescano la cultura fotografica di ogni partecipante, fornendo spunti di riflessione, idee per nuovi lavori, nonché consigli pratici per tramutare passione in professione



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