Convertire una chiesa in libreria

Creato il 15 aprile 2013 da Sulromanzo

Alzi la mano chi non ha mai provato il piacere intimo di girovagare per una libreria, con il solo scopo di “vivere” quell’ambiente; la libreria, antica, storica o moderna e funzionalista che sia, rappresenta, allo stesso tempo un luogo molto preciso e un non-luogo, come gli aeroporti, gli ipermercati, le stazioni. Un luogo di “transito”, se preferiamo.

Una catena di librerie olandese, Selexyz, ha uno dei suoi punti vendita in una location a dir poco suggestiva: una ex chiesa domenicana sita al centro di Maastricht. Com’è facile da comprendere, un luogo di questo genere rende l’esperienza di visita ad una libreria qualcosa di molto diverso dal solito.

Percorrere la navata, aggirandosi circospetti tra i volumi, poi salire delle scale e arrivare quasi alla sommità degli archi a sesto acuto, è qualcosa di molto speciale, crediamo. L’idea di adattare, anche in senso verticale, uno spazio liturgico, che ha, per sua natura e statuto, una fortissima vocazione all’orizzontalità, in quanto a fruizione, è illuminante.

Di certo, librerie, anzi faremmo meglio a dire bookstore, di grande bellezza e suggestione, ce ne sono, e anche parecchie, in giro per il mondo. In luoghi storici, come El Ateneo a Buenos Aires, all’interno di un teatro o in costruzioni moderne, come la Livraria Da Vila a San Paolo, in Brasile; comunque, prima ancora che luoghi dove si vendono libri, posti da amare e ricordare.

Alzi la mano chi, visitando una libreria prima sconosciuta, non ne abbia fatto una recensione “mentale”, all’uscita. Tranquilli, non è nulla di preoccupante.

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