Convinzioni limitanti: che disgrazia! – 1^ parte

Da Pasqualefoglia @pfoglia2
N.B.: Questo articolo si sviluppa in tre parti e non è adatto per i lettori frettolosi e superficiali.

La dualità è il punto cruciale e dolente dello sviluppo personale e spirituale e su di esso hanno argomentato le migliori menti nel corso della storia a cominciare dal Buddha. Grazie alla mia passione per lo sviluppo personale e spirituale, mi sono convinto con piena cognizione di causa che dal raggiungimento o meno dell'equilibrio tra i due opposti di ogni coppia, dipende il successo o il fallimento, la felicità o la disperazione, la salute o la malattia, la prosperità o la miseria, la saggezza o la follia, pur con una questione di grado.

A proposito del dualismo, gli antichi romani ci hanno tramandato il famoso detto: " In medio stat virtus!", che vuol dire: la virtù è al centro. Ma cosa esprime esattamente questo concetto? L'interpretazione letterale della massima, infatti, ossia che la virtù è al centro dei due opposti, potrebbe indurre uno sprovveduto a dire che si tratta di una stupidaggine, il che assolutamente non è. Ciò perché ogni essere umano aspira spontaneamente al massimo di ciò che gli interessa! Dimostreremo invece che il massimo (o troppo) di una data cosa non è mai una virtù, e a maggior ragione lo è il minimo (poco).

Al centro di una coppia di opposti non troviamo né un fattore, né l'altro, e questo è ovvio, ma qualcosa di diverso. E di cosa si tratta? Al centro non prevale né l'uno, né l'altro fattore, come a dire, per esempio, che non prevale né l'amore, né l'odio; né l'egoismo, né l'altruismo; né l'attaccamento, né il distacco; né il bene, né il male; e così via. Al centro, dunque, non prevale né la bontà, né la cattiveria: ed è proprio l'equilibrio tra i due opposti, di per se stessi inconciliabili, che determina la virtù. Proprio come il sale che deriva da un acido e una base entrambi caustici e pericolosi.

Ma la nostra domanda è ancora senza risposta: se al centro non c'è né il bene, né il male, allora cosa c'è, cosa prevale? Proviamo a ragionare con una coppia di opposti concreta, diciamo pure obiettiva: la coppia giorno/notte. In questa coppia, in base al detto latino, la virtù è al centro tra il giorno e la notte, ossia quando non prevale né la luce, né l'oscurità. E quando si verifica questa condizione ? Ovviamente all'alba e al tramonto! All'alba e al tramonto, infatti, abbiamo sia luce che oscurità, anche se al loro minimo, e possiamo dire che sono anche di uguale intensità.

Forzando il concetto, potremmo dire che all'alba e al tramonto, luce ed oscurità si fondono e si somigliano al punto tale che è impossibile separarli o distinguerli, come se fossero due innamorati! Ma l'alba ed il tramonto sono soltanto due momenti particolari del giorno, e anche se dividono esattamente a metà il giorno e la notte, non sono considerati da tutti i momenti migliori. Si crede che il momento migliore del giorno in fatto di luce sia intorno alle ore 12,00 locali, quando il sole è allo zenit del luogo e si trova esattamente sulla linea del meridiano.

Quindi, alba e tramonto, pur essendo al centro della coppia giorno/notte in due momenti diversi, essendo al loro minimo di luce e di oscurità, non potrebbero rappresentare una virtù o un pregio! All'alba c'è poca luce e poco calore, fattori che sono essenziali per la crescita e lo sviluppo della vita vegetale e animale, quindi non possiamo ammettere che il "centro" della coppia giorno/notte rappresenti la virtù di cui parlavano gli antichi; e naturalmente analogo discorso vale per il tramonto! In altre parole, se le condizioni di luce e di calore fossero sempre quelle che si hanno all'alba e al tramonto, è proprio il caso di dire che staremmo "freschi", e il detto latino sarebbe un falso!

Questo discorso non fa una piega per la coppia giorno/notte ed è sicuramente estensibile a tutte le altre coppie di opposti.

Quindi, il centro della coppia amore/odio non rappresenterebbe una virtù! E anche il centro della coppia bene/male non sembrerebbe una virtù; e così dicasi anche per la coppia egoismo/altruismo, e in generale per tutte le coppie di opposti. Per la coppia amore/odio, per esempio, tutti credono che il momento migliore e più virtuoso non sia il centro, in cui amore e odio sono entrambi al minimo, anche se uguali, ma quando l'amore è al massimo; esattamente come in una gara sportiva il risultato migliore non si ha risparmiando le proprie energie, ma con una prestazione al limite delle proprie forze. E allora come la mettiamo?

Il discorso è molto semplice: l'interpretazione letterale e superficiale del detto latino " In medio stat virtus! " ci porta fuori strada, ci disorienta! Neanche se traduciamo "in medio" come media dei valori opposti, troviamo il bandolo della matassa. Infatti, la media tra amore e odio, tra bene e male, tra egoismo e altruismo, per restare sbrigativamente alle coppie più significative per noi, comporta letteralmente che la virtù è rappresentata da metà dell'uno e metà dell'altro.

Paragonati all'alba e al tramonto che sono i valori medi del giorno e della notte, l'uguaglianza tra i due opposti di qualunque coppia di valori morali, non sembra rappresentare una qualità virtuosa. Anzi, questa nuova interpretazione ci fa addirittura storcere il naso! Infatti, indica che la virtù è data dalla compresenza del bene e del male, dell'altruismo e dell'egoismo, dell'amore e dell'odio, del giorno e della notte. Il fattore negativo, allora, non sembrerebbe affatto... dannoso!

Ci stiamo così lentamente avvicinando alla verità! Stiamo per scoprire il vero significato del detto latino "In medio stat virtus!". Come ho scritto nei miei primi due saggi e confermato nel terzo " Totomizza le tue paure! - 5 step interdinamici per vivere alla grande!", la virtù consiste nel non esagerare, perché quando si eccede in qualcosa, ci allontaniamo dal centro, per cui aumenta la differenza di potenziale tra i due opposti e diventa difficile ripristinare l'equilibrio energetico e salutare in modo agevole e indolore.

I conflitti interiori altro non sono che squilibri energetici tra i due poli opposti di una data coppia, ossia uno dei due poli è troppo forte rispetto all'altro! Quindi il motto, "la virtù è al centro" sta a significare che non bisogna esagerare né in un senso, né nell'altro: né a favore del bene, né a favore del male; né in fatto di amore, né in fatto di odio; e così via.

Ciò in quanto non appena uno dei due fattori della coppia cresce troppo in positivo, l'altro diventa negativo e tende ad annullarsi, e se questa situazione squilibrata perdura nel tempo, cominciano i guai perché scompare la virtù: spariscono i pregi che troviamo in una coppia di opposti equilibrata e neutra, e appaiono i difetti tipici della coppia squilibrata. Insomma, il polo in eccesso, anziché gratificarci di più, ci danneggia!

Ed ecco la comparsa dei conflitti interiori (amore/odio, maschile/femminile, mente/corpo, ecc.). Immaginate due ragazzini che giocano con l'altalena basculante: quando uno di essi piomba verso il basso, l'altro vola verso l'alto e viceversa. Tutto questo è possibile a una sola condizione: che i due ragazzi abbiano lo stesso peso! Se uno dei due è più pesante dell'altro, il ragazzo più leggero rimarrebbe a lungo sospeso in aria e ben presto cadrebbe e si farebbe male!

La virtù dell'alba e del tramonto sta proprio nel fatto che durano poco: nel caso dell'alba, infatti, ben presto il sole si eleva sulla linea dell'orizzonte e i suoi raggi diventano via via più diretti e più intensi; e nel caso del tramonto, il sole ben presto scompare dall'orizzonte (come se fosse stato inghiottito) e arrivano le tenebre. Del resto, il fascino estetico del sorgere e del tramontare del sole fa scattare effettivamente una sensazione magica ispirando entusiasmo e meraviglia non solo agli artisti, ma a qualunque spettatore. Figuriamoci che effetto facevano all'alba dei tempi quando l'ignoranza era totale!

Tutto ciò che è bello e virtuoso è scarso o dura poco!

Quindi è proprio vero che la virtù è al centro perché, nel caso del giorno e della notte, l'alba e il tramonto durano pochissimo!

La virtù è al centro perché solo al centro i due fattori opposti della coppia, di qualunque coppia di opposti, sono presenti entrambi e si equivalgono e si neutralizzano a vicenda, ossia si "completano", anche se questa situazione dura pochissimo! Ogni fattore, infatti, dev'essere equilibrato o neutralizzato dal suo opposto: è proprio l'equilibrio tra gli opposti che conferisce virtù ed efficacia al punto centrale.

Ciò significa evidentemente che entrambi i poli della coppia sono essenziali all'equilibrio e al buon funzionamento dell'intero sistema.

E significa anche che la situazione di equilibrio non è statica e dura pochissimo. In realtà l'andamento è di natura sinusoidale come quello del giorno e della notte, ossia i due opposti oscillano continuamente da un lato o dall'altro come i due ragazzi sull'altalena!

L'analisi delle caratteristiche dell'alba e del tramonto ci ha fatto capire che l'equilibrio tra due opposti qualsiasi è un fatto assolutamente breve perché i due fattori opposti di una coppia variano continuamente nel tempo, e però, più si allontanano dal centro dove i due valori sono uguali, più aumenta lo squilibrio tra di loro e il malfunzionamento.

Tuttavia ancora non ci siamo, ancora non è tutto chiaro, perché ammettere che il male è dannoso e/o pericoloso soltanto se è esagerato e se supera il bene, non ci soddisfa per niente. Infatti va contro il buon senso comune che stigmatizza il male anche se è poco. E tanto meno ci può soddisfare l'ipotesi che la virtù si realizzi soltanto quando bene e male si equivalgono! Questa condizione ci obbligherebbe a dedurre che il bene non è migliore del male e quindi, andando avanti di questo passo, galoppiamo verso la follia!

Continua nella terza parte