Coordinate del ritorno

Creato il 04 settembre 2014 da Massimo Citi

Dopo quasi due mesi eccomi di nuovo qui, incerto e dubbioso sulla funzione di un blog oltre che, inevitabilmente, sulla mia stessa medesima funzione nella vita.  Hai passato buone vacanze? Sì, grazie, abbastanza, nulla di grandioso o di fantastico ma quanto mi bastava per vivere e sopravvivere. Sono ancora vivo, e non è poco. Da novembre dello scorso anno fino a luglio di questo sono stato colpito da una depressione che aveva assai poco di psicologico e molto di reale. Ho stretto i denti e ho iniziato una terapia psicofarmacologica cercando nel frattempo di fare fronte ai miei impegni. Alla fine ce l'ho fatta, anche se - inevitabilmente - ho il timore non piccolo di una possibile ripresa con l'arrivo dell'autunno. Non è uno scherzo, il problema sono i livelli di serotonina endogena nel sangue che devono rimanere sufficientemente alti, pena la ricomparsa dei sintomi che schematicamente si possono presentare così: 
Depressione - Farmaci per la cura della Depressione
agitazione, ansia, apatia, comparsa di inspiegabili problemi fisici (mal di schiena e mal di testa), difficoltà di concentrazione, insonnia/ipersonnia, mancanza del desiderio sessuale, pensieri di morte, perdita d'interesse generale, tendenza al pianto, tristezza.
Che, con l'esclusione del mal di schiena e del mal di testa e dell'insonnia posso dire di aver provato tutti.  Cosa si fa, a parte ciò che si deve fare, negli oceani di tempo che, in quanto semidisoccupato & depresso, ci si trova a dover impegnare?  Beh, non si scrive. Né sui blog, né romanzi o racconti. Lo so, ho scritto il racconto per ALIA Evo, «Farfalle e zanzare», ma onestamente non ho idea di come ho fatto. Diciamo che l'ho affrontato come un impegno fondamentale per la mia sopravvivenza e l'ho terminato. Ma ho lasciato che il mio (ennesimo) romanzo si coprisse metaforicamente di polvere - il che non è un gran danno per la letteratura italiana - ho iniziato un paio di racconti che puntualmente non ho finito, ho trascurato questo disgraziato blog mentre ho cercato di condurre comunque avanti sia LN LibriNuovi che Alia Evolution. Trovando naturalmente poveri, trascurati, incolori e faticosi i miei interventi, ma facendo finta di niente e consolandomi pensando al grande futuro che ho dietro le spalle.  Ma a parte questo, che cosa si fa? Si legge. Si legge come dei coatti - anche se non si scrivono recensioni, un po' perché si teme di non essere all'altezza delle proprie aspettative (un giudice assassino, il proprio SuperEgo) e un po' perché si sa o si sospetta che tanto quelle non le legge nessuno e se le legge ovviamente non sarà d'accordo e penserà: «guarda come non ha capito nulla 'sto qua. Chebbeduino». Ma si legge molto, in tutto credo più di un centinaio di libri. Saggi scientifici, romanzi di formazione, racconti fantastici, opere fantascientifiche, romanzotti d'azione, gialli & polizieschi... riviste, mensili, trimestrali, ebdomadarii, pamphlet, diari di viaggio, zibaldoni, annali, cronache... una montagna di carta che, una volta più o meno libero della mia Dep. ho cercato di sistemare da qualche parte in casa. E si ascolta musica, si vedono film e telefilm, in qualche modo si cerca di far sgocciolare via i momenti. Come se potessimo contare su una quantità infinita di tempo... 

E adesso?  Potrebbe anche essere un fuoco di paglia, questo. Nel senso che non so bene se riprendere il mio contatto quotidiano con il blog o lasciarlo perdere. Intorno a me c'è un'aria di sgombero preoccupante, come se tutti avessero finalmente capito che con il blog non parli a TUTTI ma soltanto a quattro amici di penna che via via se ne vanno («... e se prima eravamo tre a ballare l'hully gully, adesso siamo in due a ballare l'hully gully..»). No, non sono preda della Dep. ma sono seriamente perplesso sull'utilità di uno strumento che procede in senso inverso rispetto ai tempi della rete.  «Checcazzovuoidire?» Semplice. Ciò che scrivo sul mio blog richiede in genere almeno una trentina di righe giusto per riuscire a definire un tema, avanzare qualche ipotesi sulla sua origine e sul suo destino, proporre qualche interpretazione, definirne il senso, salutare e andarmene.  «Tutta 'sta roba? Ecche palle!» In rete funziona FB ma soprattutto una cosa come twitter, dove con centoquaranta caratteri puoi riempire di melma chiunque senza dover fornire uno straccio di motivo. Su twitter puoi fare eccellenti esercizi di humour, per carità, creare calembour, aforismi (brevi), pseudodefinizioni ecc. ecc. ma molto difficilmente riuscirai a esprimere qualcosa che colpisca a fondo il/i tuo/i interlocutore/i. Ed è giusto così, a pensarci bene, perché tutti usiamo internet come un elettrodomestico da compagnia, come la TV ma con in più l'illusione di godere di un istante di notorietà. Infatti è altamente improbabile riuscire ad apparire in TV in qualcosa di diverso da un disperato cenno di saluto, anonimo in una massa di anonimi.  Ma il mio vero problema è che io non ho conti di sistemare, non devo sostenere a ogni costo la mia squadra, il mio politico preferito (ma esistono?), il mioqualunquecosa con i mieicolori e non sono capace di creare calembour.  Sicché è piuttosto probabile che rinunci a twitter, rinunciando così ai copiosi investimenti che le major della comunicazione stanno spostando dai Blogger a Facebook e a Twitter.  Da "La Repubblica" di qualche giorno fa.  A rileggerci, credo.  E parlerò di libri, credo.