COP 21 – Clima: a Parigi l’accordo è vicino!

Creato il 20 ottobre 2015 da Deboramorano @DeboraMorano

E’ finalmente arrivata sul tavolo della conferenza sul clima la bozza di un accordo. Per la prima volta, dopo oltre vent’anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, alla Cop21 di Parigi, che inizia a fine novembre, i negoziatori puntano a concludere un trattato vincolante e universale, accettato da tutte le nazioni del mondo, per fermare il riscaldamento globale entro la soglia critica dei 2 gradi dai livelli preindustriali.

Il documento, firmato dai due co-presidenti della Cop21, l’algerino Ahmed Djoghlaf e lo statunitense Dan Reifsnyder, anche se scarno, pone le basi per la discussione e la conferma ad esempio che ogni cinque anni le nazioni aderenti al trattato dovranno presentare piani di adeguamento all’obiettivo finale.

A oggi, i Paesi che hanno già presentato i propri piani volontari di riduzione sono 146, equivalenti all’87% delle emissioni mondiali.

L’India è stata l’ultimo stato a presentare il suo piano col quale si è impegnata a ridurre del 33-35% l’intensità di carbonio della sua economia (cioè le emissioni di CO2 per ogni punto di Pil) di qui al 2030, prendendo come base i livelli del 2005. Un obiettivo apparentemente ambizioso, ma in realtà piuttosto modesto, perché in questo modo le emissioni indiane continueranno ad aumentare in valore assoluto, date le previsioni sulla crescita economica.

È comunque un passo avanti che i Paesi emergenti accettino di porsi dei limiti, considerando che negli anni del Protocollo di Kyoto – quando molti Paesi industrializzati si erano già impegnati a tagliare le proprie emissioni, pur senza il contributo di quelli emergenti – l’India è diventata il terzo inquinatore mondiale, dopo la Cina e gli Usa.

Tra i 49 ritardatari ci sono alcuni dei più grandi produttori di petrolio: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Kuwait, Nigeria, Oman, Qatar, Venezuela.

Il 7 ottobre un rapporto dell’Ocse ha illustrato l’impegno preso dai Paesi sviluppati alla Cop15 di Copenaghen nel 2009 per mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno, da qui al 2020, per aiutare i Paesi più poveri ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici.

 (fonte: http://www.corriere.it)