Copenhagen: quando l’ecologia e’ di casa

Da Rossellagrenci

Quest’anno ho fatto un viaggio che mi ha aperto nuovi orizzonti, anche dal punto di vista dell’ecologia. Sono stata in Danimarca, in particolare ho visitato la sua capitale, la bellissima Copenhagen, da poco eletta Green Capital City per il 2014 dalla giuria di “European Green Capital”, iniziativa della Commissione Europea.

Voglio parlarvi di questa città perchè ritengo che oltre ad essere di una bellezza fuori dal comune, anche per aver saputo ben integrare l’amore per il design moderno con quello per l’antico, è stata in grado di stare al passo con i tempi, soprattutto se si considera l’impegno sul tema Sostenibilità.


Come vi avevo spiegato in un precedente articolo, Copenhagen si è data come obiettivo quello di diventare Carbon Free entro il 2025. Ma questa città è già il regno del settore del cleantech, cioè della eco-tecnologia, attraverso l’efficienza energetica e la riduzione di rifiuti nocivi. 

La parola chiave che impera in questa città è “Økologisk“: in ogni negozio che si rispetti c’è qualcosa di “ecologico”, e ci sono anche i parrucchieri che sulla loro vetrina mostrano di essere “økologisk”! Aboliti nei locali i piatti usa e getta di plastica per dare spazio al cartoncino riciclato e alle posate di legno. Le bici sono dappertutto, il 40% della popolazione va al lavoro in bici, tanto che Copenhagen è stata nominata anche la città più ciclabile del mondo! 400 km di piste per biciclette su 74 kmq di superficie urbana (541.000 abitanti) e fino a 20.000 ciclisti che pedalano in contemporanea: giovani, vecchi e bambini trasportati nei carrozzini applicati davanti alle bici, una invenzione tutta danese

Le piste ciclabili in larga scala nella città sono state progettate dall’architetto Gehl, il cui studio, negli ultimi anni, è stato ingaggiato dal sindaco di New York per il progetto di pedonalizzazione di Times Square e costruire le piste ciclabili a Broadway. Gli architetti danesi sono stati chiamati anche per immaginare spazi car-free nelle caotiche Città del Messico e Pechino, e persino a Mosca, in Oman e Giordania.

Per chi non va in bici i mezzi pubblici funzionano benissimo e io stessa ne ho usufruito durante la mia permanenza a Copenhagen: comodi, nuovi ed eco, perchè alimentati soprattutto a elettricità, idrogeno o biogas.

Nelle case non c’è la caldaia per il riscaldamento, eppure l’inverno in Danimarca non è per niente mite, anzi! E allora? Un termovalorizzatore d’avanguardia fornisce energia per riscaldare le case e l’acqua attraverso il 39% dei rifiuti smaltiti. Il 56% dei rifiuti, invece, viene riciclato.

Tutti si impegnano per migliorare la sostenibilità ambientale, tanto che il parco eolico di Middelgrunden, nella baia, è stato reso possibile grazie all’investimento dei cittadini-soci che ne hanno finanziato l’opera.

La banca mondiale piazza la Danimarca in cima al ranking dei paesi in cui è più facile fare business.
Ma il business della Danimarca è assolutamente “verde”, dato che la capitale registra uno dei più ingenti numeri di green jobs su scala mondiale, grazie soprattutto a programmi di sostegno e sviluppo del settore delle tecnologie pulite.  Qui avviare una società è semplicissmo: la registrazione avviene in soli due giorni e a costo zero.

In tal modo i green jobs a Copenaghen sono cresciuti del 55% tra il 2004 e il 2009. Nello stesso periodo, le esportazioni di tecnologia verde sono aumentate del 77% , un terzo delle aziende cleantech della regione ha visto un aumento delle esportazioni tra il 2010 e il 2011.

Uno degli obiettivi primari per la città, secondo il sindaco Frank Jensen , è quello che almeno il 90% dei residenti, entro il 2015, abbiano la fruizione di uno spazio verde entro i 15 minuti a piedi. 

Il nuovo quartiere residenziale per gli abitanti di Copenaghen, Nordhavn, vedrà la riqualificazione del New Harbour (il nuovo porto) della capitale, progettata dallo studio di architettura danese, Cobe. Per la sua realizzazione si sta puntando su smart energy, auto ibride, energia geotermica, nuove piste ciclabili e un perfezionamento della già capillare rete di trasporti. Tutto questo si traduce in possibilità di partnership con aziende anche straniere e nuove opportunità lavorative nel clean tech.

Impariamo da chi è più avanti di noi!

 
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