di Nicola Pucci
Esaurita la trasferta nordamericana, la Coppa del Mondo di sci 2013/2014 ritrova le accoglienti montagne alpine con gli appuntamenti di Val d’isere – in terra di Francia – per gli uomini e a St.Moritz – nel canton Grigioni svizzero – per le ragazze.
Hirscher in gigante – da leparisien.fr
Sabato mattina va in onda la recita numero 3 in slalom gigante di Ted Ligety, il fenomeno . Si scivola a valle sul tracciato della Face de Bellevarde, pendio stretto e impegnativo, che evidenzia la superiorità tecnica dell’americano nel disegnare serpentine tra le porte non proprio larghissime di un gigante tra i più belli ma anche tra i più atipici dell’intero Circo Bianco. Ma stavolta l’esibizione del numero 1 termina prima del previsto, poco più di 45secondi e Ligety mette il sedere a terra, lasciando via libera alla concorrenza. Che si chiama Pinturault, Luitz, Hirscher, Fanara e Moelgg che occupano le prime cinque piazze di una prima manche che ha tanto di azzurro, con Simoncelli, Nani, Borsotti, De Aliprandini, Eisath e Zingerle che fanno gioco di squadra. Proprio De Aliprandini, Luca di nome, balza al comando con una seconda da cineteca; poco dopo Roberto Nani, già decimo sette giorni addietro a Beaver Creek e nel giorno del suo venticinquesimo compleanno, scende col piglio del vincente e stampa il tempone. Terminerà quinto, perchè Thomas Fanara è l’enfant du pays e va al comando, soprattutto perchè Marcel Hirscher in assenza di Ligety è il più forte anche in gigante e vince la gara, con il terzo gradino del podio occupato dal tedesco Stefan Luitz che a quanto pare ha eletto Val d’Isere a domicilio agonistico: qui ottenne, dodici mesi orsono, l’unicio podio di una carriera appena agli albori. Tre negli otto, quattro negli undici, l’Italia c’è.
Spostiamoci s St.Moritz per il terzo supergigante femminile della stagione; dopo i due successi di Lara Gut a Beaver Creek e Lake Louise giunge infine il primo hurrà stagionale di Tina Weirather, sempre piazzata nei quartieri alti delle classifiche ma ancora mai vincente dall’apertura della Coppa. La rampante di Vaduz scende col 18 ed abbassa di quasi un secondo il tempo registrato da Elisabeth Görgl, ci prova Anna Fenninger a scalzare la bionda che mette il suo talento al servizio del Liechtstein ma resta dietro di 39centesimi. Quando meno te lo aspetti ecco col pettorale 44 la svedese Kajsa Kling, Tina vede le streghe ma conserva quanto basta per mettere in bacheca la seconda vittoria in carriera dopo il supergigante di Garmisch a marzo. Le azzurre stavolta son lontane – Nadia Fanchini chiude ventiquattresima ad oltre due secondi di distanza -, un giorno grigio può capitare, dico bene?
In slalom speciale Marcel Hirscher copia Ligety e da dominatore della disciplina si trova fuori gioco per un errore prima dell’intermedio. In casa Austria c’è abbondanza di campioni, soprattutto c’è Mario Matt che a dispetto delle trentaquattro primavere scia come nessun altro e piazza una manche da fuoriclasse qual è. E’ giornata da vecchi marpioni, e Patrick Thaler risponde presente, slalomeggia come da tempo non si vedeva ed è secondo a 32centesimi. La tornata decisiva non sposta di granchè gli equilibri, lo svedese Mattias Hargin risorge dall’ottavo posto mettendo in mostra quel talento che alcuni anni fa pareva poterlo issare tra i fortissimi della specialità, chiude secondo e fa scivolare l’eccellente Thaler in terza piazza per il secondo podio della carriera. Matt è però intaccabile e si mette in saccoccia il quindicesimo successo di una vita agonistica da leggenda. Quando si dice la classe.
Tessa Worley – da sports.fr (foto reuters)
Il programma del primo week-end alpino si chiude con lo slalom gigante femminile che ritrova la classe purissima di Tessa Worley, già sette vittorie in carriera e l’oro mondiale di Schladming in bacheca. Federica Brignone ci fa sognare ma esce a poche porte dal traguardo di una prima manche condotta con spirito garibaldino. Ci consoliamo con l’irriducibile Denise Karbon che pur non al meglio per una botta alla caviglia segna un tempo tra le migliori, così come Nadia Fanchini figura tra le top-ten per una seconda manche che si annuncia appassionante. Ed appassionante lo è davvero, con Manuela Moelgg e Francesca Marsaglia in crescita, Nadia viaggia veloce e balza al comando. Sarà gioia effimera perchè le avversarie non stanno certo a guardare, Tina Maze soprattutto torna la campionessa che l’anno scorso aveva stravinto e col tempo di 2minuti 08secondi 41centesimi sale sul podio. Chiude terza la slovena, la vetrina stavolta spetta alla francese Worley, meravigliosa vincitrice davanti alle svedese Lindell-Vikarby. Chapeau.
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