LA PRIMA VOLTA DI TORRES — Ancelotti manda in campo la miglior formazione possibile, con Ronaldo che si prende applausi e cori del Bernabeu esibendo il terzo Pallone d’oro prima del fischio d’inizio. Simeone risponde a tono, gettando subito nella mischia Miranda al centro della difesa, mentre davanti c’è il Niño al posto di Mandzukic (vittima di un attacco influenzale). Ma le rispettive strategie saltano dopo nemmeno un minuto di gioco, frutto del gol lampo di Fernando Torres, bravo a sfruttare un travolgente spunto di Griezmann alla prima azione dell’incontro. Logicamente furiosa la reazione dei blancos, che cingono d’assedio la metà campo avversaria e, dopo un paio di conclusioni firmate da Bale e Isco, trovano il pareggio al 20’ grazie a un colpo di testa di Sergio Ramos con la complicità di Oblak, protagonista di una sventurata uscita alta su punizione calciata da Ronaldo. ASSEDIO MERENGUE — E’ proprio il fuoriclasse portoghese a divorarsi il raddoppio pochi minuti dopo con un tiro a botta sicura su cui s’immola Mario Suarez. La pressione del Real non accenna a diminuire, pur traducendosi in una serie di centri sistematicamente respinti da un impeccabile Godin. La temperatura cresce rapidamente sulla scia di due rigori reclamati dal Real per un’entrata al limite su Benzema e per un tocco di mano di Miranda in piena area, ma l’arbitro lascia correre (a ragione) in entrambi i casi. Poco prima del riposo, dopo un lungo quanto improduttivo assedio merengue, si rivede Torres, autore di un velleitario tiro dal limite in una delle rare escursioni offensive dei Colchoneros. ANCORA TORRES — L’avvio della ripresa sembra la fotocopia della prima frazione: errore di Ramos in appoggio, Griezmann si avventa sul pallone e serve Torres, bravo a bersi Pepe con una finta a rientrare per superare Navas con un destro sul palo più lontano. Giochi chiusi? Per niente, perché Griezmann fallisce subito dopo il terzo gol e soprattutto perché il Real reagisce immediatamente sotto la spinta di un Bernabeu assordante. Tanto che i blancos ristabiliscono la parità al 55’ grazie a un colpo di testa di Ronaldo, che torna al gol su azione dopo cinque partite. Il merito, però, va soprattutto alla splendida combinazione tra Marcelo e Bale lungo l’out sinistro. FESTA COLCHONERA — La partita del Niño termina al 57’, quando Simeone fa entrare Turan mutando l’assetto tattico con un centrocampo più folto. La mossa del Cholo, tuttavia, non frena la foga dei blancos, che però falliscono l’opportunità di riaprire il discorso qualificazione al 68’, quando Benzema spedisce alto da due passi. Ancelotti si gioca l’ultima carta al 73’, sostituendo uno spento James per Jesé. Ma cambia ben poco contro un Atletico che, scorgendo il traguardo, resiste all’urto avversario senza troppi patemi. Le ammonizioni a Marcelo (fallo di frustrazione su Koke) e Carvajal (brutta entrata su Siqueira) tra l’83’ e l’86’ segnano la resa del Real, che vede così sfumare il primo obiettivo stagionale.
BARÇA A PASSEGGIO — Tranquilla passerella, invece, per un Barça in versione muletto. Forte del 5-0 ottenuto settimana scorsa al Camp Nou, Luis Enrique dà libero sfogo al turn over, lanciando ben sei “canteranos” dal primo minuto e lasciando a riposo quasi tutti i “big”, a partire dal trio delle meraviglie Messi-Neymar-Suarez. A prendersi i riflettori ci pensano Sergi Roberto, autore del raddoppio con un potente e preciso sinistro dal limite, e il 18enne Adama Traoré, protagonista di diverse pregevoli giocate. Festa anche per Mathieu, che sblocca il risultato con una perla su calcio piazzato, e per Pedro, che firma il 3-0 su rigore. Chiude il poker Adriano in pieno recupero. Adesso sotto con l’Atletico Madrid per un quarto di finale dal grande fascino.
ORDINARIA AMMINISTRAZIONE — Partita senza storia al Martinez Valero, dove i padroni di casa crollano prima del riposo. L’Elche (anch’esso imbottito di riserve) non riesce nemmeno a limitare i danni, incassando tre reti nel giro di 23 minuti: apre Mathieu al 20’ su punizione e, tra il 40’ e il 43’, replicano Sergi Roberto e Pedro, che beneficia di un generoso rigore. Ritmi compassati nella ripresa, quando il tecnico asturiano dà spazio anche a Douglas e al talentuoso croato Halilovic, che concede un assaggio del proprio talento cogliendo il palo al 70’ con un vellutato sinistro a giro. Nel recupero c’è gloria anche per il brasiliano Adriano, a segno su assist del connazionale Douglas. Il messaggio è comunque chiaro: da Traoré a Halilovic, passando per Sergi Roberto e Rafinha, il Barça può guardare al futuro con serenità.